Luxury tourism, perché la partita è ancora tutta da giocare

Luxury tourism, perché la partita è ancora tutta da giocare
18 Gennaio 15:05 2024 Stampa questo articolo

Una mirata formazione del personale e investimenti sui territori decentrati che gravitano intorno alle mete “grandi attrattori“. Queste le due declinazioni del turismo alto di gamma del futuro tracciate nel corso della tredicesima edizione del Travel Hashtag, svoltosi nella suggestiva cornice del Palazzo di Varignana, un resort diffuso sulle colline bolognesi. Un evento B2B che, come ha evidenziato Nicola Romanelli, ideatore di questo format: «Questo evento si conferma ancora una volta, dopo tredici edizioni organizzate in cinque anni in Italia e all’estero, un meet up, un laboratorio di idee e luogo di confronto tra i maggiori esperti del settore: dalla distribuzione organizzata al trasporto aereo, dal mondo alberghiero alle Ota, per capire quali prospettive si possono individuare e di conseguenza quali progettualità da mettere in campo per sviluppare nuove forme di turismo. In cinque anni il livello di partner si è subito evoluto, al punto da attrarre grandi brand e questo piccolo evento con la partecipazione, per statuto, di 99 persone, è diventato un format molto seguito che ci ha permesso di andare all’estero, dagli States agli Emirati Arabi, con una formula modificata che lascia spazio anche a un workshop B2B tra buyer e seller. In Italia Travel Hashtag rimane invece un contenitore dove decisori, politici e stampa turistica analizzano le varie sfaccettature del settore, fornendo chiavi di lettura per il futuro».

Come una lente di ingrandimento Travel Hashtag quest’anno si è soffermata sul turismo di lusso. A tal proposito l’istantanea scattata da una ricerca di Booking sul profilo 2024 del turista di lusso e anticipata in parte da Alessandro Callari, manager Italia del colosso delle prenotazioni online: «Innanzitutto per il mercato italiano stiamo parlando di una netta prevalenza dell’ospite internazionale che rappresenta l’85% nel panorama luxury. Inoltre, il cliente di alta gamma prenota con largo anticipo, soggiorna molto più a lungo della media generale (+16%), un buon 24% del target è rappresentato da single traveller e nel 73% dei casi del cliente altospendente c’è una forte attenzione per strutture che adottano pratiche sostenibili».

Di fatto, poi, il luxury travel è asset strategico del nostro incoming, un ambito che secondo Alessandra Priante, direttore per l’Europa dell’Unwto, va posto al centro dell’attenzione dei politici europei oltre che italiani: «Secondo gli analisti il turismo d’alta gamma crescerà al ritmo dell’8% annuo, uno sviluppo che richiede forti investimenti in capitale umano perché questo segmento necessita di assistenza specializzata e di una strategia condivisa da pubblico e privato. Ecco perché in una macro regione come l’Europa occorre istituire un Commissario Ue per garantire un coordinamento e risolvere problemi come l’overtourism che nei prossimi anni interesserà numerosi grandi attrattori di viaggiatori come l’Italia».

Sugli investimenti Francois Droulers, cofounder  e ceo di Eidos Hotel Capital Partners, un fondo americano con una dotazione stimata intorno ai 75 miliardi di dollari, specializzato nello sviluppo alberghiero di lusso ha espresso un pensiero molto nitido: «Ci sono grandi opportunità per un Paese come l’Italia, ma queste vanno però accompagnate da adeguate infrastrutture e amministrazioni locali lungimiranti che comprendano l’importanza di agevolare gli investimenti per qualificare anche aree decentrate intorno a classiche destinazioni».

Oltre agli investitori, il turismo di lusso richiede un grande impegno nella qualificazione del capitale umano e in tal senso Palmiro Noschese, strategic advisor per l’ospitalità di lusso, ha indicato la strada da imboccare: «Dobbiamo favorire un cambio di mentalità perché oggi  il turismo viene visto erroneamente come un settore che non offre buone prospettive di crescita professionale ed economica. Sappiamo che non è così, perché, al contrario, è l’unico settore dove un giovane può davvero costruirsi carriere più che soddisfacenti. Ma per far questo è necessario affidarsi alla comunicazione, magari creando una docu-experience da trasmettere nei grandi canali televisivi generalisti per far capire ai giovani e alle loro famiglie quanto sia gratificante e qualificante lavorare nel turismo. Con opportunità di lavoro che, soprattutto nel lusso, stanno aumentando di anno in anno, basti pensare allo sviluppo degli eco-lodge, del glamping (i campeggi di alta gamma) o dei gaming space, ovvero camere d’albergo attrezzate per video giochi. In altre parole dobbiamo fare un cambio di paradigma, passando dai guanti bianchi, che denotavano il classico lusso alberghiero ma ormai obsoleti, ai guanti rossi della passione, perché è quello che chiedono gli ospiti altospendenti».

A completare il panel del Travek Hashtag 2024 altri autorevoli personaggi e altrettanti contributi costruttivi per “leggere” al meglio il futuro del luxury travel: da Martin Sapori, vp Sales per Europa e Nord Africa del Gruppo Accor, che ha evidenziato l’importanza, oggi, di investire nell’applicazione pratica dell’Intelligenza Artificiale – ad esempio per realizzare gli “assistenti virtuali” multilingue in grado di personalizzare l’accoglienza per qualsiasi tipologia e nazionalità di ospite – a Diego Renda (leading of training) che ha sottolineato come «oggi il turista del segmento luxury vuole “il tempo”, ovvero la possibilità di visitare e scoprire senza schemi e tempi prefissati, il che vuol dire lavorare anche sulle interazioni umane e avere personale in grado di “narrare” all’ospite il territorio e i luoghi che sta visitando».

Un altro esperto del settore, Massimiliano Zanardi, ceo di Marzocco Group, si è poi soffermato sull’importanza di avere tempistiche certe nella progettazione di nuove strutture per l’ospitalità di lusso, dislocate in città e aree decentrate, portando l’esempio dell’impegno del suo Gruppo nel recupero di due monasteri nel fiorentino e di numerosi poderi nel Mugello. Carmen Bizzarri, docente dell’Università Europea di Roma e Giulio Contini, direttore generale  della Scuola Italiana d’Ospitalità, hanno invece insistito sull’importanza di dialogare con le famiglie per indirizzare i giovani talenti e sulla strategicità della formazione professionale, preparando risorse umane in base alle nuove declinazioni del lusso, come l’insegnamento dello story-telling, della narrazione delle mete. Di notevole interesse anche il parere di personaggi della distribuzione e del mondo agenziale, come il superesperto Andrea Babbi, vicepresidente Fiavet con un passato ai vertici di Enit, che ha evidenziato: «Un segmento come quello del lusso è una grande opportunità per le agenzie di viaggi che possono investire, ad esempio, nella fascia di clientela dei babyboomers che, oltre a capacità economiche, hanno tanto tempo da dedicare ai viaggi, alle esperienze con un sano sviluppo del cosiddetto turismo dei luoghi, dove professionisti come gli agenti di viaggi possono fare la loro parte».

Così come fanno la loro parte i player del trasporto aereo e ferroviario, hanno sottolineato Flavio Ghiringhelli, country manager di Emirates per l’Italia, e Marco de Angelis, direttore vendite di Italo-Ntv, evidenziando gli investimenti mirati delle rispettive compagnie per assistere i propri clienti-passeggeri fin dall’inizio della loro esperienza di viaggio, quindi dai transfer personalizzati da casa all’aeroporto per Emirates alle nuove lounge nelle stazioni per Italo.

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Andrea Lovelock
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