Manageritalia: «Il costo del lavoro nel turismo sale del 6,8%»

12 Settembre 16:02 2023 Stampa questo articolo

Frenata per tutti i comparti, tiene il mondo del terziario e dei servizi, accelerazione del costo del lavoro per il turismo. È il quadro complessivo dell’economia nazionale nel secondo trimestre 2023, in base ai dati dell’Osservatorio del terziario di Manageritalia, a fronte di una significativa flessione dell’inflazione. Numeri che confermano l’importanza strategica, acquisita negli anni, dal terziario avanzato, che si dimostra ancora una volta trainante per lo sviluppo italiano.

Nel dettaglio, il valore aggiunto dei servizi di mercato è sceso leggermente, -0,2%, rispetto al trimestre precedente e il calo è inferiore a quello del complesso dell’economia, -0,5%. Il resto degli altri servizi di mercato, invece, ha segnato un aumento dello 0,6%. La performance di gran lunga migliore è del comparto di informazione e comunicazione, con un fatturato cresciuto del +2,1%, seguita da alloggio e ristorazione, +1,5%, e attività professionali, +1,2%. In diminuzione, invece, il commercio all’ingrosso, noleggio e agenzie di viaggio, -1,3%, trasporto e magazzinaggio, -0,5%.

Il costo del lavoro per unità di prodotto ha mantenuto un ritmo di crescita vicino al 5%, +4,6% nel secondo trimestre, e ha segnato una netta accelerazione nel turismo, commercio, riparazioni, trasporti, informazione e comunicazione, con un tasso di incremento che ha raggiunto il 6,8%.

L’export dei servizi di mercato ha continuato a crescere e oggi il suo peso si assesta al 6,7% del Pil, con una quota cresciuta di poco meno di un punto percentuale rispetto a un anno prima. L’inflazione tendenziale dei servizi è scesa in misura significativa al 3,9% nella media dei mesi di luglio e agosto, dopo esser rimasta stabile al 4,5% nel secondo trimestre del 2023.

Nel comparto delle attività finanziarie, assicurative, immobiliari, professionali l’aumento dei costi si è traslato rapidamente sull’evoluzione dei prezzi dell’output, spinti anche da un forte aumento del markup, +2,9%: il deflatore dell’output è cresciuto in termini tendenziali dell’8%. Il markup si è invece ridotto, -0,8%, nel turismo, commercio, riparazioni, trasporti, informazione e comunicazione, contribuendo a una decelerazione della dinamica dei prezzi dell’output, scesa al 3,2%.

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