Norvegia, tra i fiordi innevati con Giver – Il Reportage

Norvegia, tra i fiordi innevati con Giver – Il Reportage
19 Dicembre 07:00 2025

Non esiste brutto tempo, ma solo vestiti sbagliati. Così recita un proverbio scandinavo, che ci guida nella preparazione al “viaggio dei viaggi”: lassù in Norvegia, cuore del Grande Nord, nella stagione in cui la neve apre le sue candide danze.

Allora, ben abbigliati, partiamo alla volta di un mondo fiabesco, sospeso tra fiordi scolpiti dal ghiaccio, case in legno colorate che brillano nel buio artico, strade bianche a perdita d’occhio, immensi silenzi e una natura che impera ovunque, persino in città.

Da Bergen a Trondheim, a bordo del nuovo postale dei fiordi Havila Polaris di Havila Voyages, viaggiamo con il migliore: Giver, da oltre 75 anni specialista della destinazione. Una sicurezza con i suoi tour guidati con maestria.

FREDDO NON TI TEMO

Saliamo perciò sereni sull’aereo della danese Scandinavian Airlines che da Roma ci conduce prima a Copenhagen e poi a Bergen. A scortarci tre grandi professionisti dall’alta carica umana: il responsabile marketing e comunicazione del t.o. Andrea Carraro, la product manager Cristina Ferrando e la guida Roberta Taroni, italiana dal cuore norvegese, mettiamola così.

Norvegia Giver ladvIl freddo ci spaventa, ma i fatti ci smentiscono: un comodo e caldo bus ci attende all’esterno del Bergen Airport. Pochi chilometri e arriviamo al Radisson Blu Royal, hotel posizionato sul lungomare della cittadina famosa per le sue case colorate in legno.

Giusto due passi per arrivare al ristorante The Unicorn, tipico locale della old city in un edificio dell’Alto Medioevo. Tra boiserie, pavimenti in legno, antiche sedie, dipinti sghembi alle pareti, consumiamo la nostra prima deliziosa cena a base di pesce, ovviamente.

CASE COLORATE E LUCI ACCESE

L’indomani partiamo di buonora alla scoperta di quella che è la seconda città della Norvegia, la porta di accesso alla regione dei fiordi, la base dell’antica Lega Anseatica, nonché Patrimonio dell’Umanità Unesco.

Per noi è tutto questo ma anche il porto di imbarco per il viaggio sul postale targato Havila che in sei giorni percorre la rotta dei fiordi da Bergen verso nord, fino a Kirkenes, e viceversa.

Norvegia Giver ladvLa mattinata scorre veloce tra la visita al caratteristico quartiere di Sandviken, con le sue casette bianche in legno, più volte ricostruite per via degli incendi che negli anni hanno devastato Bergen. Un tempo povera, con un’economia legata per lo più al commercio e alla pesca, Bergen – un po’ come tutta la Norvegia – è rinata dopo anni bui grazie al petrolio e al gas scoperti nel mare nel dicembre del 1969.

Da allora, ci racconta la nostra guida, tutto è cambiato per gli abitanti del Paese che oggi si può dire nascono già ricchi con “in tasca” oltre 160mila euro: merito del Fondo sovrano norvegese, forse il più grande al mondo, che raggoglie e reinveste i proventi della vendita dei combustibili a beneficio soprattutto delle future generazioni.

Mentre camminiamo ci colpiscono le finestre illuminate delle abitazioni. Lasciare la luce accesa è qui un’abitudine antica, nata quando ci si muoveva con gli sci in mezzo ai boschi, tra la neve, per dare conforto e sicurezza a chi affrontava il viaggio. Così ancora oggi, in un Paese che non ha alcun problema di elettricità, ma notevole etica e altrettanta sensibilità, i suoi abitanti perseverano nel lasciare oltremodo accese le luci di casa. Contrappasso rispetto al cielo spesso plumbeo.

Norvegia Giver ladvDal bus, diretti alla storica funicolare a cremagliera della città che ci porterà sulla vetta di uno dei sette colli della città, il Monte Fløyen, scorgiamo il caratteristico quartiere portuale di Bryggen con i suoi edifici pastello. Ogni colore qui indicava lo stato sociale di chi abitava le case: rosso per i ceti più bassi, giallo ocra per chi commerciava, bianco per i ricchi mercanti tedeschi rappresentanti della Lega Anseatica che dal 1276 al 1754 monopolizzò il commercio dell’oro e dello stoccafisso.

Arrivati in cima al colle, fatte le foto di rito, entriamo nello storico Fløien Folkerestaurant che ci ospita per il pranzo. Eremo gastronomico erto lassù nel lontano 1925.

CHE IL VIAGGIO ABBIA INIZIO

«Non sarà una crociera, ma un viaggio in nave». È la frase che ci ripete da quando siamo arrivati la nostra guida Roberta, a proposito del postale dei fiordi, e delle due notti che passeremo lì.

Saliamo a bordo di Havila Polaris dopo aver sbrigato con rapidità le procedure di rito. Briefing di benvenuto, et voilà la cabina: ampia, nuovissima, con colori tenui e rilassanti, una bella vista mare e un bagno confortevole.

Prima di cena la ship visit è d’obbligo: c’è tutto, persino la palestra e una jacuzzi esterna. Nell’elegante ristorante ci servono, con menù à la carte, piatti preparati con materie prime per lo più a chilometro zero, con proposte che variano in base alla regione di navigazione.

LA POTENZA DELLA NATURA

Alle 20.30 – puntualissima – Havila lascia il porto di Bergen in direzione Ålesund. La mattina sbarchiamo nella piccola città circondata dalle Alpi di Sunnmøre. C’è tempo solo per una breve camminata nella via principale di questa cittadina che si sviluppa su sette isole, famosa per il suo Giver Norvegia ladvstile Art Nouveau. Qualche foto veloce ai palazzi decorati e alle saune in legno in mezzo al mare, presenti anche a Bergen, e partiamo in bus per costeggiare l’epico Geirangerfjord, braccio di 16 chilometri del più grande Storfjorden, per molti il fiordo più bello della Norvegia che ne misura 110, fino a raggiungere il villaggio di Geiranger, rintanato sotto le montagne.

Un tragitto di circa tre ore che in questa stagione è d’obbligo perché – nei mesi più freddi – il postale non entra nel fiordo, non perché questo ghiacci, ma perché ciò accade alle strade e al porticciolo di sbarco a Geiranger.

Percorriamo come in un film chilometri e chilometri di strada innevata da fiocchi grandi come fazzoletti di carta; ai lati, boschi, laghetti, una natura imperante, intervallata da qualche paesino con scuole e chiesetta, o case immerse nel nulla e a maggior ragione illuminate.

Norvegia GiverPoco prima di arrivare in paese, una sosta panoramica ci consente di vedere dall’alto la grandiosità del fiordo che penetra tra i massicci con le sue anse, fino a intravedere le sette sorelle, cascate ora ghiacciate, che si tuffano da un’altezza di oltre 250 metri. Foto e selfie a non finire per catturare uno spettacolo unico.

A pranzo siamo nello storico Hotel Union: struttura in legno eretta nel 1899, la migliore tra le cinque soluzioni ricettive pronte ad accogliere i tanti turisti che arrivano fin qui soprattutto in estate.

TERRA DI SANTI E VICHINGHI

In serata la nave salpa alla volta di Trondheim, dove sbarchiamo il giorno dopo. È la terza città più grande del Paese, con poco più di 200.000 abitanti, che ci accoglie con un’abbondante nevicata. Ad aspettarci sul molo il coinvolgente team della dmc Crazy Coyote che collabora con Giver soprattutto per viaggiatori single che vogliono sperimentare la città in modalità local.

Si comincia con una gita in barca lungo il fiume Nidelven. Il nostro Caronte è un ragazzone norvegese che da questa affascinante prospettiva ci presenta la sua città, fondata dal vichingo Olav Tryggvason, che fu re di Norvegia dal 995 al 1000, nel 997 con il nome di Nidaros.

Sulle rive, file di casette colorate. Quando poi passiamo sotto l’iconico Gamle Bybro, ponte eretto nel 1681 che collega il centro storico con il quartiere di Bakklandet, scorgiamo la cattedrale gotica, simbolo della città, costruita circa mille anni fa sulla tomba di Sant’Olav, oggi uno dei più importanti luoghi di culto della Penisola Scandinava.

Norvegia Giver ladvA piedi arriviamo di fronte alla facciata riccamente decorata da statue di santi e re, maestosa con le sue guglie imponenti e le vetrate istoriate, mentre la neve copiosa imbianca ogni cosa. Le foto, che scattiamo a iosa, non basteranno a riportare tanta bellezza. Ne siamo consapevoli.

Sosta veloce in un ristorante nel centro della città e poi via verso una supersportiva ciaspolata in mezzo ai boschi. Nel pomeriggio passaggio in hotel – qui Giver ci ospita nel bel Radisson Blu Royal Garden Hotel – poi la lunga giornata prosegue con la visita allo storico 5 stelle Hotel Britannia.

A raccontarci la straordinaria storia dell’albergo, aperto nel 1870, è il suo concierge, la cui famiglia un tempo ne era proprietaria. Una storia incredibile, ricca di colpi di scena, che meriterebbe una serie Netflix.

La visita prende una piega decisamente alcolica quando l’esperto barman ci fa testare tre ottimi cocktail che ci preparano alla cena gourmet (Trondheim è tra le migliori mete food e nel 2022 si è fregiata del titolo di Regione europea della gastronomia 2022, ndr) al Tollbua, ristorante molto trendy, citato dalla guida Michelin.

Qui, tra ottimo cibo, ottimo vino e ottima compagnia, inclusa quella delle ragazze di Crazy Coyote – incantevoli nei loro tubini neri – si chiude questo viaggio dall’organizzazione a dir poco perfetta, frutto della conoscenza davvero profonda che Giver ha della Norvegia e del prezioso lavoro della squadra che muove una macchina pazzesca. Di cui fidarsi e a cui affidarsi senza remore.

L'Autore

Carla Villani
Carla Villani

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