O’Leary accusa le legacy: «Pochi voli per tenere alti i prezzi»

13 Giugno 07:00 2023 Stampa questo articolo

Michael O’Leary contro tutti, ma soprattutto contro il modello legacy in Europa. Il vulcanico ceo di Ryanair è attivissimo come non mai in queste settimane: ufficialmente per raccontare i risultati del suo Gruppo, cogliendo l’occasione per commentare i movimenti degli altri player continentali, a partire proprio dall’affare Ita-Lufthansa.

Il boss di Ryanair, commentando l’operazione ha criticato il colosso tedesco e l’Unione europea, sostenendo l’eccessiva facilità con cui il matrimonio sia stato “concordato”.

«Lufthansa non ha un vero interesse sull’Italia, si preoccupa soltanto di trasformarla in una grande bretella per trasferire i passeggeri in Germania» ha ribadito il manager; mentre sul via libera che l’Antitrust Ue dovrà concedere all’accordo, O’Leary crede che «la Commissione europea approverà l’acquisizione come sempre in automatico. Lufthansa e Air France-Klm possono sempre comprare tutto ciò che vogliono».

Nonostante ciò, per il manager il processo di consolidamento in Europa è inevitabile e accelererà nei prossimi anni. «Resteranno in sella tre grandi Gruppi – Lufthansa, Air France-Klm e Iag – e poi ci saremo noi di Ryanair, il good boy del mercato», ha ribadito O’Leary.

Intervistato dalla Cnbc, il ceo irlandese ha sottolineato anche la crisi del trasporto aereo Ue. «L’industria è allo sbando dal punto di vista finanziario: abbiamo visto tanti fallimenti e crisi, da Norwegian a Flybe, fino a Thomas Cook. Ma anche le grandi legacy sono state letteralmente “salvate” dagli aiuti di Stato, durante la pandemia. Non è sostenibile un sistema dove i governi immettono miliardi per garantire la sopravvivenza, come nel caso di Alitalia o Tap in Portogallo».

Ma l’attacco più importante O’Leary lo sferra, come sempre, al suo arcinemico tedesco. «Lufthansa nel mercato domestico sta operando solo all’80% rispetto ai livelli pre Covid, ma le tariffe sono raddoppiate». E al giornalista di Cnbc che chiede se «l’industria stia tenendo bassa la capacità per mantenere più alte le tariffe» O’Leary risponde con un laconico, ma sconvolgente «sì».

Bisogna recuperare i costi per il prezzo del fuel, ricorda il manager, «ma c’è anche il problema delle catene di approvvigionamento che rallentano la produzione e la consegna di nuovi aerei. Credo che questo dilemma tra richiesta di nuovi aerei e capacità da tenere sotto controllo lo avremo ancora per 4-5 anni» ha concluso O’Leary, ribadendo che Ryanair non entrerà nel mercato transatlantico. «Ma qualcuno dovrà farlo e cercare di abbattere questa tariffe che sui voli tra Europa e Usa sono ormai altissime».

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L'Autore

Gabriele Simmini
Gabriele Simmini

Giornalista. Specializzato in trasporto aereo e ferroviario, economia, agenzie di viaggi, tecnologia ed estero. Segue convention e fiere internazionali.

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