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«Più corridoi e niente licenziamenti»: così parlò Garavaglia

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« Il mio impegno è di proseguire con l’apertura di nuovi corridoi, perché Il turismo non vive di sola Italia, ma anche e soprattutto di aperture generali». Sono le parole del ministro del Turismo, Massimo Garavaglia, dal palco del convegno “Vip Airline Leadership Programme” a Milano, evento che ha preceduto il World Routes Milano 2021, la fiera mondiale dell’industria dell’aviazione al MiCo fino al 12 ottobre.

In un incontro con i giornalisti, a margine del suo intervento, il ministro ha poi ammesso come i corridoi già aperti siano ancora pochi, e con regole abbastanza stringenti, e che «questa è una sperimentazione, che sono certo avrà successo e genererà problemi. Alla luce di questo, si potrà procedere su due fronti alla semplificazione dei corridoi esistenti e all’apertura di nuovi corridoi».

Quanto alla proroga della cassa integrazione, il ministro non dà ancora indicazioni certe, ma sembra escludere l’opzione del via ai licenziamenti: «Mi auguro che, da un lato, ci sia la ripresa del mercato e non servano più ammortizzatori. Ma nel frattempo, siccome questo è un settore ancora sotto pressione, c’è la necessità di un prolungamento della cig. Sulle tempistiche va fatta una valutazione, ma è evidente che non è il momento di passare ai licenziamenti. Non scherziamo».

Garavaglia ha poi sottolineato che tra le priorità del ministero c’è quella di investire nella promozione del Paese, per capitalizzare l’interesse dei turisti stranieri nei confronti della destinazione Italia, puntando soprattutto sul web: «Il primo grande investimento sarà nel marketing digitale con l’hub del turismo italiano. Siamo convinti che facendo velocemente questa operazione, che altri Paesi hanno già fatto, riusciremo a recuperare quote di mercato», ha dichiarato il ministro.

A livello di strategia, si punterà poi sula diversificazione per incentivare mercati considerati finora secondari.

«Ci sono bacini poco coltivati, che possono generare numeri interessanti – ha sottolineato il ministro – Penso al Sudamerica e al Messico. Ad esempio, abbiamo 130mila italiani che vanno in Messico e 150mila messicani che vengono in Italia. È evidente che, date le dimensioni dei due Paesi, i numeri possono crescere di 10 volte».

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