Prove di dialogo albergatori-Airbnb nell’anno “magico” di Roma

Prove di dialogo albergatori-Airbnb nell’anno “magico” di Roma
24 Gennaio 15:19 2024 Stampa questo articolo

Anno con il record assoluto nel turismo a Roma. Oltre 21 milioni gli arrivi, di cui 13,7 milioni nelle strutture alberghiere e 7,6 milioni nell’extra-alberghiero per 49,1 milioni di pernottamenti complessivi: questi i numeri del miglior risultato nella storia dell’ospitalità alberghiera nella Capitale resi noti in occasione della ventesima edizione dell’Albergatore Day, organizzato da Federalberghi Roma, che ha visto la presenza di oltre 14.00 partecipanti e 50 espositori.

Primati turistici enfatizzati dallo stesso sindaco Roberto Gualtieri, intervenuto all’evento, che ha sottolineato come «questo settore stia tirando come non mai e questo è merito anche degli albergatori, attori e beneficiari del turismo, comparto strategico per l’economia della nostra città. Ma ora, passati dalla resilienza alla ripresa, dobbiamo pensare al nostro appuntamento clou che è il Giubileo 2025: Roma è attualmente un cantiere per presentarsi al meglio, ma necessita di un lavoro di squadra e della collaborazione tra amministratori locali e operatori turistici, come gli albergatori. Siamo tornati a essere una destinazione che attira anche gli investimenti dall’estero: abbiamo nuovi alberghi di lusso e un’importante riqualificazione di altre strutture ricettive esistenti. Chiedo dunque agli albergatori di essere partner di questa nuova sfida per far sì che fra due anni Roma sia la “sorpresa mondiale” nel turismo internazionale».

E gli albergatori, rispetto a questa sfida, non si tirano indietro, come ha avuto modo di sottolineare il presidente di Federalberghi Roma, Giuseppe Roscioli, che ha osservato: «Siamo reduci da un anno magico, con numeri mai visti e quest’ultimo periodo ci ha permesso di ripagare i debiti accumulati negli anni del Covid. Ma ora arriva l’altra vera sfida, il 2026: in vista del Giubileo, infatti, dobbiamo mettere in conto che alcuni flussi turistici non verranno a Roma perché penseranno che la città sarà congestionata. E allora dobbiamo organizzarci al meglio e lavorare tutti insieme per un’ospitalità che venga gestita con le stesse regole, gli stessi obblighi. E quando parlo di regole uguali per tutti mi riferisco al vincolo della destinazione d’uso per gli albergatori, relativo alle loro strutture. Dovrebbe valere lo stesso per chi mette sul mercato immobili di proprietà per affitti brevi, ma può trasformarlo in residenza quando e come vuole. Anche questa misura potrebbe rendere trasparente il mercato dell’ospitalità».

Il riferimento di Roscioli al settore extra-alberghiero, in particolare agli affitti brevi, non è stato casuale. All’Albergatore Day, infatti, è andato in scena un interessante confronto con Airbnb, tra i principali player degli affitti brevi, e i referenti istituzionali con Gianluca Caramanna, consigliere del ministro del Turismo, Daniela Santanchè, e Alessandro Onorato, assessore a Turismo, grandi eventi, sport e moda di Roma Capitale. Argomento che, peraltro, è stato oggetto proprio nelle ultime ore di un botta e risposta tra il sindaco di Bergamo, Giorgio Gori, e Santanchè.

Caramanna ha rivendicato il merito dell’attuale governo di aver finalmente messo ordine nel settore con una legge che ha introdotto il Cin, il Codice Identificativo delle strutture private, la cedolare secca al 26% e altre indispensabili regolamentazioni per le piattaforme, come il versamento della tassa di soggiorno. Da parte sua l’assessore Onorato ha però osservato che questa nuova legge presenta lacune gravi come quella di non permettere ai Comuni – e quindi, ad esempio, all’amministrazione capitolina – di decidere dove consentire l’apertura di nuove strutture per gli affitti brevi, visto che fra un anno il centro storico sarà completamente privo di residenti. La seconda criticità risiede nell’impossibilità, sempre da parte delle amministrazioni comunali, di fissare una “gradualità” nella tassa di soggiorno, in modo che un albergo della periferia o di altre zone come Ostia e Fiumicino non debba avere lo stesso importo di tassa come un albergo in pieno centro. Caramanna ha replicato che ormai il centro di Roma non ha più negozi di prossimità e non possiede più l’appeal per chi deve abitarci.

Oltre al dibattito tra i due personaggi politici, che in certi passaggi è inevitabilmente sfociato in reciproci messaggi elettorali e propagandistici, la cronaca riporta anche un costruttivo dialogo che si è inaugurato tra Airbnb e il mondo degli albergatori, con una dichiarazione della responsabile di relazioni pubbliche e istituzionali della nota piattaforma, Valentina Reino, apparsa molto conciliante e propositiva: «Noi siamo d’accordo con la regolamentazione attuata in Italia, tanto è vero che stiamo regolarmente incassando e versando le ritenute degli host. Stiamo erogando le tasse di soggiorno e vogliamo fronteggiare l’abusivismo in  modo chiaro».

Alla provocatoria richiesta del presidente Roscioli, rivolta ad Airbnb, di eliminare un’altra criticità come la mancata menzione dell’indirizzo di molte case inserite nella piattaforma e comunicare sempre l’identità degli ospiti, azzerando così il fenomeno “dell’ospite clandestino”, Reino ha replicato che si sta verificando con la casa madre di Airbnb che è negli States, dove c’è una forte difesa della privacy, di contemplare una sorta di deroga per il mercato italiano.

A conti fatti una giornata, quella all’Albergatore Day, all’insegna della distensione, della collaborazione tra i vari attori della ospitalità romana, per affrontare e magari migliorare ancora, nel 2024, il record turistico raggiunto lo scorso anno.

L'Autore

Andrea Lovelock
Andrea Lovelock

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