Ripresa senza investimenti, il gap degli hotel italiani: l’analisi di Booking

26 Luglio 14:03 2023 Stampa questo articolo

Torna al top il turismo in Italia, con una lunghissima alta stagione che, secondo il Barometro Europeo 2023 di Booking, si sta distinguendo sia per il numero di presenze, sia per il livello delle tariffe applicate dalle strutture. Dati che mantengono alta la fiducia dei gestori di attività ricettive, in Italia come in tutta Europa, anche grazie alla stagionalità incredibilmente lunga di quest’anno, con trend positivi che non accennano a scendere neanche nel quarto trimestre dell’anno.

booking«Nel 2022 avevamo registrato la miglior estate di sempre e nel 2023 vediamo dei livelli superiori nei volumi di notti prenotate – ha detto Alessandro Callari, regional manager Italia di Booking – Tra le sfide del momento c’è sicuramente la transizione digitale, in particolar modo per un mercato come quello italiano, caratterizzato da un’offerta molto frammentata, con poca presenza di catene e grandi proprietari. L’Italia è al 90% fatta piccole e medie imprese, che noi aiutiamo a posizionarsi sul canale internazionale».

Un sfida che, insieme a quella per la sostenibilità ambientale, richiede investimenti importanti, da fare per restare al passo con la domanda sempre più esigente del turista del futuro.

«Secondo la nostra ricerca, che ha interessato oltre mille intervistati, le prospettive future in Italia sono positive in linea con la media europea, anche se i nostri albergatori hanno mostrato un ottimismo più cauto – ha spiegato Adriano Antonuccio, direttore vendite Italia di Statista – Migliora la percezione degli albergatori italiani sull’accesso ai finanziamenti ma nonostante questo dato, non sembra che ci sia ancora un riverbero in piani di investimento».

Eppure, tra Pnrr e accordi per il settore con grandi banche, i fondi per investire in questo momento sono sicuramente più reperibili che in passato.

«Il mercato italiano tira bene, soprattutto per la componente internazionale – ha detto Alessandro Nucara, direttore generale di Federalberghi –Possiamo immaginare che nell’ambito della riorganizzazione del Pnrr, venga considerato il turismo, settore che ha dimostrato di saper dare seguito a questa progettualità. Nel primo Pnrr, 3.500 imprese sono rimaste fuori dai finanziamenti, vediamo se ci sarà modo con la prossima riorganizzazione di accontentare anche loro. Per avere una migliore programmazione degli investimenti ci vorrebbero misure come i click day».

Certamente un’idea, a cui si affianca quella da anni richiesta dagli albergatori: destinare una parte della tasse di soggiorno al settore del turismo, magari con fondi per la riqualificazione delle strutture, sempre più numerose.

«È tornato a crescere il numero delle strutture, soprattutto extralberghiere, che si promuovono attraverso il nostro portale – ha detto Alessandro Callari – Ad oggi, per il mercato italiano, abbiamo circa 300 mila strutture attive, di cui solo 25 mila sono hotel. E’ interessante, però vedere la relazione tra volumi di camere. Nonostante, infatti, il numero di hotel rappresenti meno del 10% delle strutture indicizzate, la loro offerta di camere è pari al 56% del totale».

L'Autore

Paola Camera
Paola Camera

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