Un turismo in ottima salute, che comincia a godere della crescita delle presenze e dei ricavi dei “mesi spalla“. Lo status del travel italiano nel 2025 comincia da qui, parole e musica di Daniela Santanchè, in audizione alla Camera il 10 dicembre, nel giorno in cui la cucina italiana diventa Patrimonio Unesco.
Numeri in crescita, destagionalizzazione e sinergia tra pubblico e privato: il ministro del Turismo elenca gli altri pilastri del triennio di un settore che promette di fare un ulteriore step nell’anno che verrà.
VERSO LA STAGIONE UNICA
Come una rivoluzione. Santanchè sfoglia le pagine principali del suo diario a Villa Ada e spiega: «In questi tre anni l’industria turistica ha vissuto una trasformazione profonda, diventando non solo motore economico, ma anche elemento centrale del dibattito politico e sociale. Questo settore è diventato sinonimo di crescita, innovazione e valorizzazione delle nostre radici culturali, e i risultati concreti lo dimostrano».
Risultato? Parlano i numeri, sottolinea Santanchè: «A oggi il quadro complessivo è quello di un turismo in ottima salute e il dato che trovo più interessante rispetto alle strategie messe in campo è la crescita delle presenze e dei ricavi nei cosiddetti mesi spalla rispetto a quella che una volta era l’alta stagione. Sintomo che si sta andando verso la stagione unica nel turismo e nella direzione di una migliore organizzazione delle presenze nell’arco dell’intero anno. L’andamento dei “mesi spalla”, meno canonici, di settembre, ottobre e novembre di quest’anno ci sta dando ragione: sia per tasso di saturazione delle strutture ricettive che per tariffa media, l’Italia non solo ha superato la performance degli stessi mesi dello scorso anno, ma ha anche fatto meglio di competitor come Spagna e Grecia. Ad esempio, settembre ha registrato un +1,09% sullo stesso mese del 2024 sul fronte degli arrivi e un +3,66% su quello delle presenze. Mentre a ottobre abbiamo registrato un +5,7% e a novembre un +5%, rispetto al 2024, per quanto riguarda la saturazione.
La parola d’ordine è ottimismo, alla faccia delle previsioni fosche, punge il ministro: «Contrariamente al flop pronosticato da gufi e cassandre, per l’estate 2025 l’Istat ha certificato un +0,2% degli arrivi e un +4% delle presenze rispetto alla stessa stagione del 2024, mentre il terzo trimestre, turisticamente il più importante dell’anno, registra un incremento delle presenze del +2,5% rispetto al medesimo periodo del 2024. In generale, abbiamo un’ulteriore previsione di crescita per l’intero anno, con Demoskopika che stima un incremento pari al +4,7% per gli arrivi e al +2,3% per le presenze, rispetto alla prestazione record del 2024. Enit ci delinea il quadro di un anno che si dovrebbe chiudere con oltre 237 miliardi di euro di contributo al Pil, ovvero oltre il 13% del valore totale, una spesa turistica di 185 miliardi di euro e circa 3,2 milioni di occupati complessivi, pari al 13,3% del totale.
LA FORZA DELLA SINERGIA PUBBLICO-PRIVATO
Il segreto di questi risultati, nota il ministro, risiede in una componente precisa: «È il frutto dell’azione sinergica tra le politiche del ministero, il ruolo delle Regioni nell’attrarre visitatori e la visione, la capacità di innovazione e di adattamento degli imprenditori italiani. Si tratta, dunque, di un esempio concreto di come il Sistema Italia sappia funzionare in modo efficace e produrre valore, grazie a una strategia condivisa e alla collaborazione tra pubblico, nei suoi vari livelli, e privato. Il ministero è divenuto “la casa” degli operatori del settore e ha allargato il suo raggio d’azione a tutta la filiera. Non più solo alberghi o strutture ricettive, agenzie di viaggi e tour operator: ora le politiche dialogano trasversalmente con gli operatori del settore della ristorazione e della somministrazione di bevande, dei parchi divertimento, dei comprensori sciistici, ma anche delle scuole professionali, delle figure professionali che formano il settore, riconoscendo la filiera nella sua interezza».
E poi si vede eccome la mano di un grande alleato, Enit: «Anche grazie al rinnovamento di Enit, che ha assicurato la presentazione unitaria delle Regioni nelle fiere internazionali, e ha moltiplicato le missioni e gli accordi internazionali, abbiamo posto le basi per l’armonizzazione dell’intero sistema turistico nazionale, rendendolo più coeso e competitivo a livello globale, tramite l’attuazione di una visione che vede riunire le specificità, peculiarità e caratteristiche locali sotto l’unitarietà del “marchio Italia” anche all’estero e per gli investitori economici di tutto il mondo».
AGGRAPPATI ALLE RADICI STORICHE
Naturalmente, anche il contesto culturale fa la differenza e contribuisce a dare slancio al turismo, ammette Santanchè: «Anche se aperto sempre di più alle nuove sfide del contesto internazionale, abbiamo fatto in modo di far mantenere al settore turistico la sua dimensione di strumento fondamentale per preservare le radici culturali italiane e la promozione dell’italianità nel mondo. Oggi più che mai il nostro patrimonio storico, artistico, culturale e naturale è riconosciuto come valore aggiunto, capace di generare crescita, occupazione e orgoglio nazionale».
«Abbiamo accentuato – approfondisce il ministro – la strutturale propensione del turismo di valorizzare tradizioni, artigianato ed eccellenze enogastronomiche delle diverse località italiane, traducendo tutto ciò in un rafforzamento dell’identità collettiva e della coesione sociale e facendo del turismo vero e proprio ambasciatore dei valori italiani, capace sempre di più di trasmettere nel mondo l’immagine di una Nazione che sa coniugare tradizione e modernità, attenzione al territorio e apertura verso il domani».
PILASTRI E ROADMAP
Santanchè si cita nel ricordare il suo punto di partenza: «Come dissi nel corso del nostro primo incontro, i pilastri su cui avrei disegnato la roadmap del dicastero sarebbero stati: formazione, semplificazione, destagionalizzazione, delocalizzazione. Posso dire che, su questi quattro ambiti, siamo a buon punto, anche se, ovviamente, c’è ancora tanto da fare.
Metodo e formazione, altre due chiavi importanti: «Innanzitutto ci siamo dedicati ai lavoratori del settore e alla loro crescita, sia economica che professionale e formativa: abbiamo affrontato il problema della carenza di personale, attraverso una quota del decreto flussi relativa specificamente al turismo. Abbiamo investito nella formazione e nell’innovazione, gettando le basi per il primo Polo Nazionale Strategico del Turismo di Alta Formazione, alimentando la convinzione che una maggiore qualità nella proposta turistica si ottiene anche aumentando la qualità della forza lavoro e delle professionalità a disposizione».
«Il lavoro nel comparto – ricorda ancora il ministro – ha registrato uno sviluppo significativo: oggi possiamo contare su oltre 3 milioni di addetti, grazie a politiche mirate che hanno reso il turismo più attrattivo e stabile. La detassazione delle mance e il trattamento integrativo di lavoro notturno e straordinario nei giorni festivi e l’introduzione della misura sulle staff house con il piano di housing sociale vanno tutte nella direzione di migliorare le condizioni economiche e sociali dei lavoratori del settore, offrendo nuove opportunità, un giusto riconoscimento e una maggiore dignità professionale».
L’AUMENTO REALE
Ecco gli interventi specifici illustrati da Santanchè: «Abbiamo finalmente riconosciuto le mance come parte del reddito da lavoro dipendente, prevedendo una tassazione agevolata al 5%, modificando gli scaglioni per due volte nel corso della legislatura e convocando gli attori del sistema, associazioni di categoria, l’Agenzia delle Entrate, l’Abi e l’Associazione nazionale dei servizi di pagamento per assicurare l’effettività della misura. Una scelta che ha garantito trasparenza, equità e un aumento reale del reddito percepito dai lavoratori».
«Successivamente – prosegue – abbiamo esteso il limite di applicazione dal 25% al 30% del reddito percepito nell’anno e ampliato la platea dei beneficiari elevando il limite del reddito a 75.000 euro, consentendo così anche a figure con maggiori responsabilità — capisala, maître, responsabili di reparto o di struttura — di accedere a un regime più equo e coerente con il valore del loro lavoro. La detassazione voluta dal governo ha già dimostrato i suoi effetti positivi, portando oltre mille euro in più nelle buste paga dei lavoratori del settore turistico. E la somma aumenterà ancora se gli esercenti abiliteranno correttamente i loro Pos. Abbiamo attivato un tavolo di lavoro volto a facilitare le procedure di attivazione dei pagamenti elettronici. Al tempo stesso, stiamo predisponendo una campagna dedicata per informare e sensibilizzare gli utenti della possibilità di corrispondere le mance tramite Pos utilizzando la carta di credito, anziché in contanti».
E ancora: «Al fine di garantire la stabilità occupazionale e di sopperire all’eccezionale mancanza di offerta di lavoro nel settore turistico, ricettivo e termale, abbiamo poi riconosciuto in favore dei dipendenti del comparto un trattamento integrativo speciale per il lavoro straordinario nei giorni festivi e per lavoro notturno, pari al 15% delle retribuzioni lorde, che non concorre alla formazione del reddito. La misura, introdotta nel 2023 per il periodo estivo di quell’anno, è stata poi confermata più volte, considerato l’esito positivo della stessa, in modo da coprire i due anni successivi, ed è oggetto di nuova proposta per l’anno 2026 nella attuale legge di bilancio».
LE STAFF HOUSE
Avanti con il tema relativo alle staff house: «Parliamo di un programma da 120 milioni di euro, pensato per migliorare le condizioni di vita dei lavoratori e rafforzare la competitività delle nostre imprese, che si articola in due componenti. La prima, in conto capitale, prevede 54 milioni nel triennio 2025-2027 per realizzare, riqualificare e recuperare alloggi destinati al personale, trasformando immobili esistenti in spazi moderni e funzionali e contribuendo alla rigenerazione urbana. La seconda, in conto esercizio, mette a disposizione 66 milioni per sostenere le imprese nel coprire i costi degli affitti destinati ai dipendenti, contribuendo a calmierare i canoni e a rendere più attrattive le professioni turistiche».
Questo l’iter da seguire: «Le domande si presentano tramite la piattaforma di Invitalia. Il bando per la parte corrente è già aperto, mentre quello per gli investimenti sarà pubblicato a breve. La misura si rivolge a tutta la filiera turistica: alberghi, extralberghiero, stabilimenti balneari, rifugi, ristorazione e molte altre realtà che impiegano personale stagionale. Gli effetti attesi sono chiari: più attrattività per il lavoro nel turismo, un migliore equilibrio tra domanda e offerta, maggiore sostenibilità sociale e nuove soluzioni abitative durature. Le staff house rappresentano una politica di lungo periodo, in linea con le migliori esperienze internazionali, pensata per investire sulle persone e sui territori e per costruire un turismo più moderno, equo e competitivo».
DESTAGIONALIZZAZIONE E AFFITTI BREVI
E siamo a uno dei cavalli di battaglia del ministro: la destagionalizzazione. «Altre misure che hanno favorito la crescita del settore sono state quelle volte a favorire la destagionalizzazione, a mezzo delle quali è stata ampliata l’offerta e distribuito i flussi turistici lungo tutto l’anno. Settembre, ottobre e novembre, quest’anno, hanno registrato numeri in crescita, sotto il profilo di arrivi, presenze, tasso di saturazione e tariffe medie, piazzando l’Italia al di sopra di competitor storici come Grecia e Spagna».
Poi Santanchè si addentra nella rivoluzione degli affitti brevi: «Per permettere a tutti di crescere, tutti devono stare allo stesso nastro di partenza. Per questo un altro pilastro della nostra azione è il contrasto all’abusivismo, con l’istituzione della Banca Dati Strutture Ricettive (Bdsr) e il Codice Identificativo Nazionale (Cin), regolamentando finalmente il mercato degli affitti brevi, a tutela della proprietà privata, dei viaggiatori e delle comunità. Siamo stati il primo governo a essere intervenuto su un tema sul quale nessuno ha mai avuto il coraggio d’intervenire. In particolare, è previsto che ogni struttura ricettiva, così come ogni immobile destinato a locazioni turistiche o affitti brevi, riceva un Cin assegnato tramite procedura automatizzata dal Mitur. Un codice univoco, pensato per garantire concorrenza leale, trasparenza, sicurezza del territorio e il contrasto all’ospitalità irregolare. Abbiamo inoltre introdotto obblighi di sicurezza, dai rilevatori di gas agli estintori. Il decreto del 6 giugno 2024 ha poi definito una procedura unica a livello nazionale, assicurando l’interoperabilità tra la banca dati statale e quelle regionali, così da uniformare i codici e rendere il sistema davvero efficiente».
L’avvio non è stato semplice, ma il ministro rivendica: risultati straordinari: «A oggi abbiamo registrato oltre 692mila strutture e assegnato più di 618mila Cin, che ora devono essere esposti negli edifici e riportati in tutti gli annunci. Continuiamo a lavorare in sinergia con Regioni e Province autonome per rafforzare i controlli, migliorare la qualità dei dati e garantire un settore dell’ospitalità sempre più trasparente, ordinato e pienamente legale. È in questo contesto che abbiamo introdotto il Cruscotto operatori comunali della Banca Dati Strutture Ricettive, una mappa interattiva che consente di monitorare lo stato delle strutture ricettive sul territorio e di svolgere una serie di controlli e attività sulle realtà censite nella Bdsr e lo abbiamo offerto e presentato ad Anci.
GUIDE, UNA RIFORMA STORICA
E poi la creazione dell’elenco nazionale delle guide turistiche, nell’ambito di una riforma storica: «Ha finalmente armonizzato il mercato – segnala Santanchè – valorizzando una professione fondamentale per la qualità dell’offerta turistica italiana, riscontrando un altissimo tasso di adesione all’esame di abilitazione – atteso da oltre 10 anni: segno di una politica che ha avuto il pregio e la capacità di intercettare e rispondere alle esigenze di settore e territori».
LA RIVOLUZIONE DIGITALE E LE RECENSIONI
Rimanendo sul fronte del digitale, oltre 38mila imprese hanno aderito al Tourism Digital Hub (Tdh). «Superando così – dice il ministro – il target previsto dal Pnrr, e potenziando una piattaforma che non è un mero aggregatore di dati, ma uno strumento efficace che offre servizi concreti e un forte sostegno alle imprese. Naturalmente, portiamo avanti il nostro impegno a migliorarlo e ottimizzarlo costantemente. Abbiamo, sempre in termini di tecnologie digitali, promosso il wifi gratuito nei porti turistici e lungo i cammini, e, nell’ambito degli accordi di coesione, abbiamo previsto specifiche misure per la digitalizzazione delle agenzie di viaggi e dei tour operator».
«Abbiamo inoltre posto grande attenzione al miglioramento delle recensioni – rimarca – diventando apripista in Europa nella regolamentazione delle false recensioni. Il nostro intervento, più ampio rispetto al mero recepimento del codice europeo, è una misura concreta per sostenere l’attività d’impresa e la reputazione degli operatori onesti. Questa riforma punta a creare un quadro di regole semplice, stabile e trasparente, capace di migliorare la qualità delle informazioni, rendere il mercato più equo e offrire tutele concrete agli operatori economici, ai turisti e agli utenti».
E ancora: «È in questo spirito che è stato elaborato il disegno di legge annuale sulle piccole e medie imprese, predisposto dal Mitur al termine del tavolo tecnico istituito presso il Mimit, con la partecipazione delle autorità competenti. Un testo che si avvicina ormai alla sua approvazione definitiva. In particolare vengono introdotte norme innovative pensate per contrastare la diffusione di recensioni online illecite su prodotti, servizi e prestazioni delle imprese della ristorazione e del turismo presenti sul territorio nazionale. Un intervento che si inserisce pienamente nel rispetto della normativa costituzionale ed europea sulla concorrenza, oltre che delle prescrizioni contenute nel regolamento europeo che disciplina il mercato unico dei servizi digitali ((Dsa – Digital Services Act)«.
«La nuova disciplina – prosegue il ministro – definisce con precisione i requisiti necessari perché una recensione possa essere considerata lecita. In particolare, la stessa deve essere scritta entro quindici giorni dall’utilizzo del prodotto o del servizio, da chi ha realmente vissuto l’esperienza, e deve offrire una descrizione pertinente, coerente e aderente ai fatti. Inoltre, per evitare che opinioni ormai datate continuino a influenzare i consumatori, la recensione perde validità dopo due anni dalla pubblicazione, quando non risulta più attuale. La norma stabilisce anche i casi in cui una recensione può essere considerata illecita. Ciò avviene, ad esempio, quando il giudizio è influenzato da incentivi, omaggi o compensi offerti dal fornitore o da terzi, poiché tali pratiche compromettono la trasparenza e l’autenticità del contenuto. Al contrario, per valorizzare le recensioni autentiche, si presume la loro veridicità quando l’autore allega la documentazione fiscale relativa all’acquisto o alla fruizione del servizio».
Non solo. «Sempre al fine di tutelare la concorrenza e gli operatori, il provvedimento vieta espressamente la compravendita di recensioni, apprezzamenti o altre forme di interazione online, anche qualora questi scambi avvengano tra imprenditori e intermediari. Inoltre, viene riconosciuta ai gestori delle strutture recensite la possibilità di segnalare i contenuti ritenuti illeciti attraverso le procedure previste dal Dsa. In questo modo i loro legali rappresentanti possono richiedere alle piattaforme di intervenire su recensioni che non rispettano le regole. Con questo intervento vogliamo favorire un ecosistema digitale più sano, trasparente e competitivo. Le nostre imprese — soprattutto quelle del turismo e della ristorazione — vivono della loro reputazione: proteggerla significa tutelare un patrimonio economico e culturale che appartiene all’intera Nazione. Allo stesso tempo vogliamo offrire ai consumatori e ai visitatori informazioni affidabili, perché solo decisioni consapevoli generano fiducia e promuovono una crescita sostenibile».
Tiriamo le somme su questo aspetto specifico: «Questa riforma va nella direzione di un mercato più equo, moderno e rispettoso delle regole, dove a emergere sono l’onestà e la qualità del servizio. Un mercato in cui chi lavora bene viene riconosciuto e premiato».
I VIAGGI D’ISTRUZIONE E IL GIUBILEO
Altro punto delicato: i viaggi d’istruzione. «A riprova di un approccio trasversale che facilita il settore, abbiamo emesso, congiuntamente ad altri ministeri, la circolare per chiarire l’uso delle unità da diporto e dei servizi di charter turistico, semplificando le procedure operative per un comparto cruciale. Parallelamente, abbiamo agito con il ministero dell’Istruzione per snellire la gestione dei viaggi di istruzione, riconoscendone il valore didattico ed economico per le destinazioni. E, ancora, abbiamo avviato un tavolo interministeriale con il Viminale per la gestione e la sicurezza dei flussi turistici e partecipiamo al fondo da 50 milioni di euro del ministro per le Disabilità per il turismo accessibile».
Capitolo Anno Santo: «In ambito Giubileo ricordo che, grazie al grande lavoro di squadra del governo con il Commissario Straordinario al Giubileo, abbiamo raggiunto nei tempi previsti il primo target Caput Mundi e per il prossimo obiettivo di giugno siamo in linea con la tabella di marcia».
TRA MONTAGNA E ISOLE MINORI
Sotto la lente del ministro anche destinazioni sulle quali è stato compiuto un lavoro particolare: «La valorizzazione della montagna ha rappresentato una svolta: nell’ambito della nostra strategia di destagionalizzazione, l’abbiamo trasformata in una destinazione fruibile e attrattiva tutto l’anno. Queste misure hanno incluso l’investimento per la riqualificazione degli impianti, dismettendo quelli in disuso e implementando software all’avanguardia per la neve artificiale, garantendo una stagione bianca più lunga e, di conseguenza, maggiore ricchezza per i territori».
«La nostra attenzione – nota Santanchè – si è estesa in modo capillare anche alle aree interne e alle isole minori, con fondi specifici e mirate campagne di comunicazione e promozione, per far emergere tutto il potenziale inespresso di questi settori finora meno valorizzati. Penso anche alla creazione di nuove piazzole di sosta e alla riqualificazione di quelle esistenti, snodi strategici e cruciali per il turismo all’aperto, in una dimensione focalizzata sulla sostenibilità nelle sue tre sfaccettature: ambientale, economica e sociale. O penso ancora agli interventi sui cammini e per il turismo sostenibile».
CONSIDERAZIONI FINALI
Last, but not least: «La stabilità del governo Meloni ha restituito all’Italia un ruolo di primo piano nel panorama internazionale, come dimostrano i grandi eventi ospitati, quali i primi due Forum Internazionali, la prima ministeriale G7 interamente dedicata all’industria turistica e che ha evidenziato il ruolo di protagonista dell’Italia sui temi dell’intelligenza artificiale e il Wttc Global Summit, la prima nella storia a svolgersi in Italia, e che si è conclusa attraendo 8 miliardi di euro di investimenti per il settore».
«Il turismo – conclude Santanchè – non è più un settore ancillare, ma la punta di diamante di una Nazione che ha ritrovato la sua ambizione. Abbiamo dato all’industria la visione, la strategia e gli strumenti normativi che attendeva da decenni, abbiamo dato alle piccole e medie imprese la voglia di rialzare la testa. Il “Sistema Italia” sta funzionando in modo coeso, dal Nord al Sud, dalle grandi città ai piccoli Comuni, e i risultati economici e occupazionali lo confermano. Continueremo su questa strada di stabilità, innovazione e armonizzazione, perché crediamo che la crescita dell’Italia passi in modo decisivo dalla valorizzazione del suo patrimonio unico e dalla dignità del lavoro di chi lo anima».
Appuntamento al 2026: to be continued?

