Saudia, le ambizioni di Albrecht: «Siamo la quarta big del Golfo»

30 Aprile 11:40 2018 Stampa questo articolo

E se le tre regine dei cieli del Golfo diventassero quattro? «Stiamo crescendo, e siamo ormai pronti a fare il grande salto. Il nuovo terminal dell’aeroporto di Jeddah ci darà una grossa mano in questa mission». Jan Albrecht, ceo di Saudi Arabian Airlines e per undici anni ceo di Star Alliance prima di aver ricoperto altri ruolo direttivi in Austrian Airlines e SunExpress, non vede l’ora che l’apertura più volte annunciata dell’ampliamento del King Abdulaziz International Airport diventi finalmente realtà, visto che l’inaugurazione doveva già avvenire a inizio anno.Obiettivo? Diventare la quarta potenza dopo Etihad, Emirates e Qatar Airways.

Un investimento di 36 miliardi di Riyal sauditi (quasi 8 miliardi di euro), per uno scalo che dovrebbe veder transitare fino a 80milioni di passeggeri ogni anno.

«Il nostro modello però, non è quello di imitare i nostri concorrenti mediorientali, offrendo un’elevata connettività in tutto i mondo attraverso i loro hub», dice a L’Agenzia di Viaggi Magazine tra i corridoi dell’Arabian Travel Market. Eppure, con l’inaugurazione del nuovo terminal, Saudi Arabian Airlines sarà in grado di passare dagli attuali 8 a 35 voli all’ora, programmando così più collegamenti non solo verso i Paesi a maggioranza islamica, ma anche verso le nazioni europee dove la popolazione di fede musulmana è numerosa».

Ma ciò che distingue di più il vettore del Regno dai suoi vicini di casa è l’esistenza di un mercato domestico. «Non abbiamo bisogno di avere il 60-70% del nostro traffico in connessione, in Arabia Saudita ci sono 27 aeroporti, di cui la maggior parte sono internazionali. Oggi trasportiamo più di 32 milioni di passeggeri».

Ma quello che sta cambiando, e dove l’Arabia Saudita sta compiendo passi da gigante, è la costruzione di un intero ecosistema favorevole al turismo. «Il governo ci sta aiutando a rendere più facile il rilascio dei visti, così come nella costruzione di infrastrutture».

Nel frattempo, la compagnia è in piena fase di rinnovamento: a cominciare dalla flotta (adesso sono 147 gli aeromobili operativi, entro il 2020 diventeranno 200), per proseguire con il personale.

«Una nuova generazione di manager del futuro si sta formando in Arabia Saudita. Il mio lavoro è preparare la compagnia a fare il salto di qualità e farla diventare un gigante». Anche attraverso la digitalizzazione, anche perché proprio il il Paese arabo «è uno di quelli dove la penetrazione del mobile è più elevata a livello mondiale».

L'Autore

Giorgio Maggi
Giorgio Maggi

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