Se l’hotel “fa il salto” con Scalapay: la ricetta Ciccalè

Se l’hotel “fa il salto” con Scalapay: la ricetta Ciccalè
06 Novembre 12:33 2023 Stampa questo articolo

Non si arresta la penetrazione del mercato di Scalapay (che offre un sistema di pagamento dinamico di tre o quattro rate massimo coprendo fino a 8mila euro), che prosegue il suo sviluppo turistico e apre un focus sul comparto dell’ospitalità, dove l’adozione di modelli di pagamento innovativi e a rate emerge come possibile e necessaria strategia.

Scalapay fa sapere che l’analisi dei dati del segmento alberghiero, indica che la percentuale media di conversione attraverso la fintech è del 20%, rispetto al 10% ottenuto con altri metodi di pagamento. Inoltre, il costo medio per contatto in campagne realizzate da Scalapay è di circa 3 euro (pari al 25% in meno rispetto ai canali digitali classici), con oneri di acquisizione di nuovi clienti pressoché dimezzati rispetto ai tradizionali sistemi di advertising.

Matteo Ciccalé, Scalapay

Matteo Ciccalè durante una delle video-interviste realizzate per il format #1minutoinfiera

«Il settore del turismo è quello che cresce di più nel nostro circuito – spiega Matteo Ciccalè, travel partnership director di Scalapay, a L’Agenzia di Viaggi Magazine –. Se guardiamo al segmento ospitalità leisure, questo cresce ancora più velocemente, al +380%. Tale risultato non è dovuto solo alle new entry in portafoglio, ma anche alle strutture già parte del network. Questo ci restituisce un feedback importante: ovvero il peso della fidelizzazione».

L’ATTIVITÀ DI MARKETING

Infatti, per Scalapay uno dei cavalli di battaglia è proprio la fedeltà, che si “coccola” con il lavoro di marketing. «Per i brand essere inseriti nella rete di Scalapay rappresenta una nuova opportunità di business oltre al vantaggio di offrire la possibilità del pagamento rateizzato – aggiunge Ciccalè –. Grazie agli atout della nostra strategia di marketing spingiamo la visibilità delle offerte e supportiamo il brand engagement. Non a caso, da un anno a questa parte, la piattaforma, dove convivono oltre 2,5 milioni di utenti, viene utilizzata anche come vero e proprio contenitore di offerte dedicate, attività di co-marketing, affiliazioni e scontistica incrociata. Inoltre, oggi Scalapay è integrato in quasi tutti i più noti booking engine e accetta qualsiasi tipologia di carta di credito, debito e prepagate».

FINO AL REVENUE MANAGEMENT

Un altro dato evidenziato da Scalapay, nel suo spaccato sul mondo dell’ospitalità, è quello dello scontrino medio, nel 2023 aumentato del 19%. «Nel complicato scenario degli aumenti dei prezzi (che la nostra redazione ha definito “caro tutto”, ndr ) noi riusciamo ad aumentare il potere d’acquisto dei consumatori, che oggigiorno riescono a risparmiare solo il 4% al mese in media – racconta il manager –. Operiamo dunque nell’ambito del revenue management, e consentiamo ad esempio agli albergatori di investire in advertising la stessa cifra ma con la possibilità di avere un maggiore tasso di conversione».

Tra i case study che Scalapay ha realizzato c’è quello relativo all’Arbatax Park in Sardegna. «Abbiamo visto un balzo del 9,8% nel tasso di conversione dalle campagne con Scalapay. E non è tutto: nelle campagne di remarketing, l’aumento è stato del 6,7%. Questi numeri non mentono e ci dicono una cosa molto semplice: il cliente vuole flessibilità», fa sapere l’ecommerce manager Marco Pruneddu.

IL “VANTAGGIO” SULLA CONCORRENZA

Quanto scritto fino ad ora, quindi, rende l’idea della posizione presa sulla concorrenza: «Noi abbiamo trasformato il pagamento in un’esperienza amata dai consumatori, circa 5 milioni. Pagare non deve essere solo un costo, ma un’opportunità – afferma Ciccalè – Abbiamo implementato un’app che a tutti gli effetti si pone come punto di partenza per l’acquisto. Trovo tutto, e rimandiamo poi sui vari siti dei partner. Le rate, che tra l’altro non abbiamo inventato noi, le possono fare in tanti. Fidelizzare e fare marketing ad hoc è diverso».

LA STRANA PERCEZIONE DELLE RATE

Un’altra “battaglia” che combatte Scalapay riguarda la percezione del metodo del pagamento a rate. «Si è di fronte a un aspetto culturale da esaminare con attenzione, sia dal lato degli operatori che da quello dei clienti – conclude Ciccalè – Viene visto come uno strumento offensivo e con un’accezione negativa: stiamo infatti lavorando sull’educazione finanziaria per scalare questa cultura. Acconti e saldi sono sempre esistiti, li abbiamo semplicemente evoluti e automatizzati».

L'Autore

Giulia Di Camillo
Giulia Di Camillo

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