Seatrade, rapporto Clia: «36 milioni di crocieristi nel mondo»

Seatrade, rapporto Clia: «36 milioni di crocieristi nel mondo»
11 Aprile 11:57 2024 Stampa questo articolo

Nel 2023, 31,7 milioni di persone sono salite a bordo di una nave da crociera. Un aumento del 7% rispetto al 2019; e, per il 2024, la previsione è arrivare a 35,7 milioni.

Arriva durante il Seatrade di Miami il rapporto annuale di Clia sullo stato del settore, lo State of the Cruise Industry.

Se già nel 2022 (nonostante la coda della pandemia) il comparto ha generato un contributo economico globale di 138 miliardi di dollari e 1,2 milioni di posti di lavoro, per il 2023 si parla di un impatto ancora maggiore considerato che il numero dei passeggeri è aumentato del 50% rispetto al 2022.

Il futuro si esprime poi nei termini del varo di 56 nuove navi nei prossimi 5 anni (e 8 solo nel 2024), con un aumento del 10% della capacità di ospitare persone a bordo: dai 677mila posti letto attuali ai 745mila del 2028.

Il processo di rinnovamento continuo della flotta è, tra l’altro, ogni anno più verde ed efficiente, anche perché le compagnie investono in tecnologie di propulsione che in futuro utilizzeranno carburanti alternativi e puliti.

Lo studio Clia nette in evidenza la crescita della “domanda di crociera” – +6% rispetto al 2019 –  con un picco rilevante tra i millennial. E ancora, l’82% dei crocieristi ha intenzione di tornare a bordo entro un anno e il 72% dei viaggiatori internazionali prende in considerazione una vacanza in crociera. In rapido sviluppo le crociere dedicate all’esplorazione e a itinerari legati all’avventura, con un +72% registrato tra 2019 e 2023.

Inoltre, sale la quota dei “novizi della crociera” che nel 2023 sono stati il 27% del totale (+12% rispetto al 2022). Infine, il 63% dei crocieristi dichiara che è ritornato autonomamente nelle destinazioni visitate durante la crociera.

«Le crociere continuano a essere uno dei settori a più alto ritmo di sviluppo e con una capacità di ripresa molto più veloce di tutto il comparto turistico, tra l’altro generando impatti positivi per le economie locali e nazionali – ha dichiarato Kelly Craighead, presidente e ceo di Clia – Nel 2022 il nostro settore ha generato un impatto economico pari al 90% rispetto al 2019, nonostante il volume dei passeggeri si sia fermato al 70%. Da decenni il comparto ha dimostrato di avere la leadership sia per quanto riguardo il turismo organizzato, sia per ciò che concerne le possibilità di crescita, tanto più che rappresenta meno del 2% del turismo globale».

LA GIORNATA DEL MARE

In Italia, intanto, si celebra la Giornata nazionale del mare. Il ministro del Turismo Daniela Santanchè, intervenendo al 3° summit nazionale sull’economia del mare Blue Forum di Gaeta, ricorda: «Noi abbiamo 1.161 Comuni cosiddetti costieri e che rappresentano per l’economia del mare il 34,2% della popolazione italiana e sono il 31,2% del nostro Pil. Il valore aggiunto del comparto del mare va le circa 50 miliardi, ma è un moltiplicatore dell’1,7, quindi il valore aggiunto è di 136 miliardi. Il mare rappresenta il 9% del Pil”.

E aggiunge: «Il mare per il turismo è fondamentale, è difficile disgiungere il turismo dal mare. Se guardiamo indietro nel tempo è tutto nato dal mare, è dal mare che è nato il concetto dell’Occidente. Il mare è vita e ripartenza. Troppo spesso i precedenti governi hanno dimenticato di mettere in risalto che l’Italia è circondata dal mare e non abbiamo mai saputo sfruttare tutte le sue potenzialità. Il governo invece oggi crede all’economia blu e allo sviluppo dell’economia del mare. È molto importante la cabina di regia tra i ministeri. Non dobbiamo vedere più i vari compartimenti disgiunti e distanti: il concetto vincente dello sviluppo dell’economia del mare, come negli altri settori, è sapere lavorare in squadra. La squadra del governo però non è sufficiente: servono i lavoratori, le associazioni di categoria, una squadra che può e deve determinarsi se prima di tutto ci riappropriamo del nostro orgoglio di essere italiani».

Infine, sul mondo della cantieristica, «dobbiamo essere orgogliosi. Le navi, le imbarcazioni più belle del mondo le costruiamo in Italia e questo ci deve riempire di orgoglio», conclude.

L'Autore