Sos voli in Africa: interviene Iata con il Focus 2023-24

Sos voli in Africa: interviene Iata con il Focus 2023-24
07 Aprile 07:00 2023 Stampa questo articolo

Un piano d’azione condiviso per sostenere lo sviluppo del trasporto aereo in Africa è il punto cruciale di un focus lanciato da Iata, al fine di fornire un concreto contributo allo sviluppo economico-sociale del continente, migliorandone la connettività aerea, sempre assicurando sicurezza e affidabilità ai passeggeri e agli spedizionieri coinvolti nel traffico cargo.

«L’Africa – evidenzia Willie Walsh, direttore generale Iata – rappresenta il 18% della popolazione mondiale, ma solo il 2,1% delle attività di trasporto aereo. Colmare quel divario, in modo che l’Africa possa beneficiare della connettività, dei posti di lavoro e della crescita che l’aviazione consente è l’obiettivo di Focus Africa».

I vincoli infrastrutturali, i costi elevati, la mancanza di connettività, gli impedimenti normativi, la lenta adozione di standard globali e la carenza di competenze incidono sull’esperienza del cliente e se a questo si aggiungono le ingenti perdite accumulate dai vettori africani nel periodo della pandemia e stimate intorno ai 3,5 miliardi di dollari, si comprende come sia necessario sostenere quanto possibile il rilancio delle compagnie aeree africane. Tanto più che Iata stima ulteriori perdite anche nell’anno in corso, per 213 milioni di dollari.

A partire dalla reale connettività interna al continente e a livello internazionale: è indispensabile, sempre l’associazione, collegare in modo sostenibile il continente africano al suo interno e ai mercati globali con il trasporto aereo, passaggio fondamentale per riunire le persone e creare opportunità di sviluppo economico e sociale, e far uscire dalla povertà qualcosa come 50 milioni di persone entro il 2030. In particolare puntando sul commercio e il turismo, che  dipendono indissolubilmente dall’aviazione commerciale e hanno un immenso potenziale non realizzato per creare posti di lavoro, alleviare la povertà, e generare prosperità in tutto il continente.

L’Africa, secondo quanto analizzato da Iata, ha una solida base per sostenere la causa e migliorare il contributo dell’aviazione al suo sviluppo. L’aviazione pre-Covid, infatti, aveva assicurato 7,7 milioni di posti di lavoro e generato 63 miliardi di dollari di attività economica in Africa. Le proiezioni prevedono che la domanda aerea triplicherà nei prossimi due decenni.

«L’Africa si distingue come la regione con il maggior potenziale e opportunità per l’aviazione – ha evidenziato Yvonne Makolo, ceo di RwandAir e primo presidente donna del consiglio di amministrazione di Iata Focus Africa 2023-24 – In tale contesto si rinnova l’impegno di Iata a sostegno dell’aviazione e non vedo l’ora di garantire che questa iniziativa inizi alla grande e offra vantaggi misurabili».

Nello specifico le sei aree critiche individuate da Iata vanno dalla Sicurezza, dove occorre migliorare la sicurezza operativa attraverso un programma collaborativo basato sui dati per ridurre gli incidenti e gli incidenti di sicurezza, in volo e a terra, alle Infrastrutture per le quali bisogna facilitare  la crescita di infrastrutture aeronautiche efficienti, sicure ed economiche per migliorare l’esperienza del cliente e l’efficienza operativa. E ancora, dalla Connettività, per la quale occorre promuovere la liberalizzazione dell’accesso al mercato intra-africano attraverso il mercato unico africano del trasporto aereo (Saatm), alla Finanza e distribuzione, accelerando l’implementazione di servizi finanziari sicuri, efficaci ed economici e l’adozione di moderni standard di vendita al dettaglio. A completare le criticità da risolvere, figurano le Competenze future per le quali è bene promuovere percorsi di carriera legati all’aviazione e garantire una fornitura costante di talenti diversificati e adeguatamente qualificati per soddisfare le esigenze future del settore e, certo non per ultima, la Sostenibilità per cui occorre sostenere l’industria del trasporto aereo africano a raggiungere gli obiettivi di emissioni “Net Zero entro il 2050” concordati dall’industria e dagli Stati membri dell’Organizzazione per l’aviazione civile internazionale (Icao) delle Nazioni Unite.

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