Sostenibilità e big data: la combo di Atm 2023

04 Maggio 09:59 2023 Stampa questo articolo

Emergenza climatica e big data sono stati due tra i temi dei forum più seguiti all’Arabian Travel Market 2023 di Dubai.

Nella giornata di apertura, sul palco del Global Stage, la conduttrice della Cnn Eleni Giokos ha moderato il dibattito sui cambiamenti climatici e l’impatto del turismo sull’ambiente con  prestigiosi relatori, tra cui Sujit Mohanty della divisione Stati arabi dell’Ufficio Onu per la riduzione del rischio di catastrofi (Undrr).

Nel corso del forum è stato rivelato che, secondo il Sustainable Travel International, il turismo è responsabile di circa l’8% delle emissioni globali di carbonio, derivanti in particolare da trasporti, cibo e bevande, alloggi e beni e servizi correlati. Da qui il ruolo cruciale dell’industria turistica nel cambiamento climatico e l’impegno dell’Undrr che sta lavorando con i governi e gli operatori del settore di 22 Paesi arabi per ridurre i rischi di un”autentica “catastrofe ambientale” legata al fenomeno dell’overtourism in talune aree del mondo.

A tal proposito Mohanty ha spiegato: «A livello globale, negli ultimi 20 anni, sono stati persi 2,97 trilioni di dollari a causa di disastri. Il cambiamento climatico sta portando a pericoli climatici sempre più frequenti e gravi come inondazioni, ondate di caldo anomalo, cicloni e uragani. E anche l’industria del turismo perde enormi somme di denaro proprio a causa di questi fattori. Pertanto, occorre investire  ora per proteggere il futuro».

Tra gli Stati arabi più virtuosi in tal senso figura la Giordania, uno dei Paesi con il punteggio più alto nell’indice di sostenibilità ambientale di Euromonitor. Il turismo responsabile è ora un obiettivo chiave per la nazione, come ha confermato Abed Al Razzaq Arabiyat, amministratore delegato dell’Ente del Turismo Giordano: «Educare, sia le aziende che i viaggiatori, su come ridurre le emissioni di carbonio è una delle nostre priorità. Parallelamente, stiamo offrendo incentivi a hotel, aziende e altre parti coinvolte per incoraggiare pratiche sostenibili».

Un altro Stato della regione araba impegnato a coniugare travel e ambiente è il Libano, Nonostante le sfide politiche ed economiche che ha dovuto affrontare, il Paese ha accolto lo scorso anno 2 milioni di turisti, di cui un quarto internazionali. Un vero exploit a cui si è risposto sviluppando il turismo rurale, in ottica di decongestionamento dei flussi. Su questo tema è intervenuto il ministro libanese del Turismo Walid Nassar, puntualizzando: «Abbiamo addirittura creato un sindacato di oltre 150 piccole strutture ricettive, incoraggiando il turismo nelle aree più remote, che sta funzionando».

In chiusura di sessione, ha preso la parola Danielle Curtis, exhibition director Middle East dell’Atm: «La questione del cambiamento climatico non è mai stata così attuale o urgente. Le strategie discusse oggi sono in linea con la volontà di questa edizione della fiera: esplorare il futuro dei viaggi sostenibili».

Altro grande capitolo è quello dei big data che stanno rivoluzionando ogni ambito della filiera, in particolare l’hospitality, fermo restando il ruolo chiave del fattore umano. Di questo si è discusso in un’altra sessione di dell’Atm.

Moderato da Paul Clifford di Itp Media Group, il convegno ha fatto emergere che, sia i proprietari d’alberghi che i grandi manager dei Gruppi alberghieri, desiderano ricavare il massimo beneficio dalle informazioni raccolte attraverso l’uso dei big data, pur senza tralasciare le relazioni umane.

Commentando i progressi nelle capacità di dati del settore dell’ospitalità negli ultimi dieci anni, Tommy Lai amministratore delegato di General Hotel Management Pte Ltd ha dichiarato: «In passato avevi bisogno di molte persone per l’analisi, ma ora puoi raccogliere dati e l’intelligenza artificiale li decifrerà per te. I big data e l’intelligenza artificiale stanno creando il campo di gioco tra piccoli gruppi e marchi più grandi dell’hotellerie».

Parlando poi dell’importanza della qualità rispetto alla quantità dei dati, Paul Hartley ceo di Global Hotel Alliance ha precisato: «Acquisire dati è una cosa, saperli elaborare è un’altra. È quello che fai con i dati che è fondamentale. Sappiamo da anni, ad esempio, che le società di carte di credito dispongono di un’enorme quantità di dati sulla spesa, ben oltre e ben più definiti di quelli a disposizione nell’hôtellerie. I loro dati dicono molto di più sul cliente, sui suoi comportamenti di spesa, rispetto a un soggiorno consumato in albergo una tantum».

Infine Nicolas Huss, ceo di Hotelbeds, pur concordando con queste riflessioni, ha avvertito che occorre adottare un approccio etico per realizzare il pieno potenziale di queste informazioni: «Penso che ci siano diverse regole. La prima è che tutto deve essere e rimanere anonimo. Il secondo è che dobbiamo garantire che i dati in nostro possesso aggiungano valore all’esperienza degli ospiti. Infine, dobbiamo riconoscere che il modo in cui ci comportiamo quando soggiorniamo in un hotel non sempre riflette ciò che facciamo».

L'Autore

Andrea Lovelock
Andrea Lovelock

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