Tip e i nove mesi che hanno visto risorgere Alpitour

Tip e i nove mesi che hanno visto risorgere Alpitour
15 Novembre 12:28 2023 Stampa questo articolo

Utile consolidato pro forma di 73,6 milioni di euro e patrimonio netto a quota 1,29 miliardi, dopo una distribuzioni di dividendi per 21,7 milioni e ulteriori acquisti di azioni proprie per 15,6 milioni. Sono i numeri diffusi da Tip – Tamburi Investment Partners Spa, dopo l’approvazione da parte del suo consiglio di amministrazione del resoconto intermedio di gestione consolidato al 30 settembre 2023. Risultati considerevoli a cui si aggiunge un ulteriore dato: la quota delle società collegate nei primi nove mesi del 2023, di quasi 53 milioni, di gran lunga superiore ai 43,6 milioni dello stesso periodo dello scorso anni, grazie ai risultati positivi di quasi tutte le partecipate. Un traguardo raggiunto anche per l’effetto economico dovuto all’ingresso nel portfolio di Investindesign/Italian Design Brands a maggio e l’investimento finalizzato a luglio in Apoteca Natura.

“Un notevole contributo – non esita a sottolineare Tip – viene poi da Alpitour, Gruppo in forte crescita, che nel periodo ha consuntivato, per la prima volta nella sua storia, un primo semestre positivo a livello di Ebitda e ha proseguito nel terzo trimestre (chiusosi a luglio) con ottime performance”.

“I risultati economici raggiunti sino a luglio da Alpitour e gli ottimi dati preconsuntivi, inclusivi del periodo estivo, del quarto trimestre (chiuso al 30 ottobre e quindi non incluso nei risultati al 30 settembre di Tip) – prosegue la merchant bank – sono tali da consentire sia la previsione (come previsto anche qui) di un risultato estremamente positivo per l’esercizio in corso, sia una conferma della modifica strutturale, in positivo, grazie anche agli ingenti investimenti effettuati nel triennio precedente, oltre che al trend mondiale del turismo, sui suoi conti economici”.

Nel capitolo “eventi successivi al 30 settembre 2023”, Tip ripercorre anche le tappe che hanno visto gli azionisti di maggioranza di Alpitour, tra i quali il club deal Asset Italia 1, di cui la società di Giovanni Tamburi è il maggior investitore e che detiene il 59% circa di Alpi, dare “incarico a Goldman Sachs Bank Europe SE di avviare un processo esplorativo per la valorizzazione delle proprie quote. Il processo si articolerà in successive fasi, una volta valutato il livello di interesse che sarà riscontrato”. Operazione che lo stesso Tamburi ha ben spiegato qui e che non esclude un reinvestimento successivo nella società.

In generale, Tip sottolinea come “la grande crisi prevista da oltre un anno non è arrivata, la forte recessione di cui si parla da tempo continua ad allontanarsi, l’inflazione sta scendendo. I tassi di interesse – prosegue – restano alti e le banche centrali sono più preoccupate di far capire che forse un giorno li potranno far scendere, intenzionate a dare la sensazione di voler spingere l’economia con qualche manovra di easing”.

Guardando all’estero, restano alcune ombre sulla Cina, nonostante si preveda un Pil superiore di circa il 5% rispetto all’anno scorso. L’India, invece, sta fortemente accelerando e con lei altri Paesi asiatici. “Adesso, però, abbiamo la guerra tra Israele e Palestina, oltre al protrarsi dei combattimenti in Ucraina. Il quadro generale è pertanto particolarmente complesso”, si legge ancora.

E se “le nostre aziende stanno andando globalmente molto bene anche nel 2023”, scrive Tip, “in generale gran parte delle aziende a livello internazionale sta avendo buone performance, malgrado le previsioni pessimistiche di economisti, analisti, banche e autorità varie per l’esercizio in corso e la persistenza di tassi di interesse a livelli molto più elevati di quelli riscontrati negli ultimi dieci anni”.

Relativamente alla Cina, Tamburi Investment Partners si affida poi a quella che non esita a definire  “sensazione”. Ovvero: “Che non ci sia interesse a un rallentamento marcato dello sviluppo e che i segnali che già si percepiscono indichino una volontà di riprendere quel cammino che ha consentito al Paese di essere il traino dell’economia mondiale per circa vent’anni”.

“In generale”, scrive ancora, “gli ordini alle aziende stanno però rallentando. Per cui si è alla vigilia di un periodo a dir poco di consolidamento. Noi – a meno di un allargamento dei conflitti bellici in essere o di altri eventi catastrofici – continuiamo a non vedere una forte recessione, neanche nella prima metà del 2024. Vediamo piuttosto un effetto rilevante del livello dei tassi di interesse, con banche centrali intenzionate a mantenerli elevati, con Paesi costretti a emettere titoli in teoria a qualsiasi costo visto l’indebitamento accumulato e le difficoltà di rifinanziarlo e, non ultimo, con molte aziende nelle condizioni di non poter effettuare rimborsi a causa dell’espansione del circolante, dell’effetto economico dei tassi stessi e di una domanda meno dinamica”.

Cosa potrà pertanto succedere e quali potranno essere le conseguenze su Tip e sulle sue partecipate? “In realtà con i tassi di interesse che permarranno più o meno ai livelli attuali per un po’ di tempo è difficile che i mercati finanziari crescano molto. Ci sarà però, assai probabilmente, una forte selezione perché chi potrà beneficiare della situazione lo farà. E pertanto le società poco indebitate riprenderanno ad accelerare la crescita, anche a livello di finanza straordinaria, sia per un più agevole accesso al credito, sia per una minore concorrenza da parte di chi faceva della leva finanziaria la principale chiave di sviluppo. Parte dei fondi di private equity soffrirà sia per il più difficile fund raising che per la minor volontà delle banche di agevolarne le operazioni. Semmai molte banche terranno da parte risorse per rifinanziare le partite a maggior rischio. Cash ed equity altrettanto probabilmente torneranno di gran moda”.

E le borse, “se c’è una logica – riflette Tamburi – premieranno chi dimostrerà solidità e capacità di mantenere promesse e prospettive. Per cui le conseguenze per Tip è ragionevole che siano positive sia in termini di apprezzamento del titolo, sia come opportunità che potranno presentarsi, sia come recepimento dei risultati delle partecipate che, essendo quasi tutte leader di mercato e poco indebitate, non potranno più di tanto soffrire, quali che siano le situazioni che potranno venirsi a creare”.

“Il sistema Paese”, conclude, “è oggi, malgrado gli aiuti del Pnrr, oggettivamente più debole di quanto non fosse nel già complicato passato, però a questo si è fatta l’abitudine e le imprese hanno imparato a conviverci, per cui non riteniamo che gli effetti negativi – specie per chi ha un orientamento verso l’estero, come quasi tutte le partecipate di Tip – possano essere molto rilevanti”.

L'Autore

Roberta Rianna
Roberta Rianna

Direttore responsabile

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