El Prat va a dama (forse) dopo quattro anni di tira e molla. La Generalitat de Cataluña, il governo centrale e Aena – Aeropuertos Españoles y Navegación Aérea, la società proprietaria della maggior parte degli aeroporti spagnoli pubblici – hanno raggiunto un accordo per avviare un progetto sullo scalo di Barcellona, che prevede l’ampliamento di 500 metri della pista più vicina al mare, nonché la costruzione di un nuovo terminal e la ristrutturazione di quelli esistenti.
L’investimento ammonta a 3,2 miliardi di euro, ma la proposta non ha ancora convinto tutti, come riporta Hosteltur: in ogni caso, il piano dovrà essere approvato dall’Unione Europea. Secondo Aena, il progetto consentirà all’aeroporto di raggiungere la capacità necessaria per ospitare aeromobili che operano su rotte intercontinentali senza restrizioni, riducendo al minimo l’impatto acustico sulle città limitrofe.
In questo senso, ribadisce sempre Aena, il progetto finale “garantisce il minimo impatto ambientale”, con la salvaguardia della laguna di La Ricarda, il non impatto di El Remolar al di fuori del perimetro aeroportuale e la riduzione dell’impatto acustico sui centri abitati limitrofi. L’accordo prevede anche misure compensative volte a migliorare le aree naturali del Delta del Llobregat, guadagnando 270 ettari di spazi naturali o creando un fondo ambientale per rafforzare la protezione della zona.
Il presidente della Generalitat, Salvador Illa, ha sottolineato l’importanza «cruciale di queste strutture aeroportuali per la prosperità della Catalogna, ma anche per la Spagna e l’Europa». Illa ha anche osservato che «con il primo quarto del XXI secolo ormai alle spalle, è necessario intervenire».
Dopo l’incontro con il comitato tecnico Illa ha descritto la proposta come «solida, consensuale e definitiva», volta a rendere l’aeroporto di Barcellona un importante hub per i collegamenti intercontinentali. Secondo Illa, la proposta dimostra che «è possibile rispondere alla strategia di aumento della competitività e rispettare con il massimo rigore le misure e le compensazioni ambientali, nonché rafforzare gli aeroporti di Girona e Reus».
Sebbene Illa abbia definito la proposta «definitiva», si sono già alzate voci di dissenso. In sede di discussione, infatti, erano state prese in considerazione altre due opzioni: modificare la configurazione della pista per parte della giornata a luglio e agosto, i mesi più trafficati, senza un ampliamento fisico, e insonorizzare le 1.600 abitazioni che sarebbero più colpite dall’impatto acustico; non intervenire e deviare parte del traffico verso gli aeroporti di Reus e Girona, che però comporterebbe la perdita di collegamenti tra voli a lungo e a corto raggio.
Tra chi dice no all’ampliamento il sindaco di El Prat de Llobregat, Alba Bou, perché la proposta «non è positiva né per l’ecosistema del Delta del Llobregat né per i suoi cittadini». Diversi gruppi ambientalisti si stanno già mobilitando. All’attacco anche il partito Comuns: il piano avrà un impatto negativo sui residenti dell’area metropolitana di Barcellona.



