Tutti contro l’Olanda per il taglio dei voli a Schiphol

Tutti contro l’Olanda per il taglio dei voli a Schiphol
06 Marzo 07:00 2023 Stampa questo articolo

Non sarà solo Iata a portare in tribunale il governo dei Paesi Bassi per l’imposizione del taglio ai voli sull’aeroporto di Amsterdam Schiphol. Le compagnie aeree Klm, Delta Air Lines, Corendon, easyJet e il Gruppo turistico Tui fanno fronte comune e contestano di fronte a un giudice la “decisione unilaterale e improvvisa” del governo olandese di ridurre la capacità di Schiphol da 500mila a 460mila movimenti di volo annui (con l’obiettivo finale di ridurli a 440.000 entro il 2024).

Una norma nazionale in preparazione da mesi e che si somma, inoltre, alla scelta autonoma di Schiphol di tagliare altri voli durante la primavera 2023 per la carenza di personale. Secondo il comunicato stampa comune delle cinque imprese “oltre ad avere un impatto negativo sull’economia olandese, la riduzione della capacità diminuirebbe significativamente le scelte di viaggio e la connettività per i consumatori”.

SARÀ BATTAGLIA IN TRIBUNALE

“Oltre a violare la legislazione nazionale, europea e internazionale, la decisione non è necessaria, è dannosa e priva di un’adeguata motivazione, dato che l’industria aerea sta già ottenendo risultati significativi in materia di riduzione delle emissioni di CO2 e di abbassamento dei livelli di rumore”, prosegue la nota.

Il fronte comune, quindi, intende chiedere ai tribunali di salvaguardare la futura capacità dell’aeroporto di Schiphol, visto che l’aeroporto contribuisce in modo significativo all’economia olandese, offrendo più di centomila posti di lavoro, sia diretti che indiretti.

“Milioni di persone nei Paesi Bassi utilizzano l’aeroporto ogni anno per viaggi d’affari, vacanze, visite di famiglia o studi, mentre il network internazionale dell’aeroporto lo rende appetibile per le aziende straniere che intendono stabilirsi nei Paesi Bassi”, prosegue lo statement comune.

LA RABBIA DI KLM & CO.

Marjan Rintel, presidente e amministratore delegato di Klm, ha dichiarato: «Stiamo rispettando gli obiettivi di riduzione dei livelli di rumore e delle emissioni di CO2, investendo miliardi nel rinnovo della flotta e nell’acquisto di Saf, tanto ché alla fine questi stessi obiettivi saranno superati, mantenendo il nostro network che serve 170 destinazioni in tutto il mondo. Poiché il governo sembra non ascoltare il nostro appello, purtroppo ci troviamo costretti a intraprendere un’azione legale».

«Ci opponiamo fermamente alle riduzioni di capacità all’aeroporto di Schiphol e rimaniamo attivamente concentrati sugli
investimenti nel programma di rinnovamento e modernizzazione della nostra flotta come il modo più efficace per mitigare le preoccupazioni relative al rumore e all’ambiente», ribadisce Peter Carter, executive vice president external affairs di Delta Air Lines.

Per Arjan Kers, general manager di Tui Paesi Bassi, «le misure proposte limiteranno negativamente le opportunità dei viaggiatori olandesi. Per questo motivo Tui sostiene con convinzione questa azione. Le misure sono contrarie alle normative (europee) e alle politiche governative in vigore da anni».

Per William Vet, country manager Olanda di easyJet, «scegliendo di perseguire un tetto massimo di voli arbitrario, il governo ignora totalmente sia gli sforzi compiuti dal settore per la decarbonizzazione sia i benefici socio-economici dell’aviazione, riducendo in modo significativo la connettività».

Il Gruppo Klm – che include Klm Cityhopper, Martinair, Transavia e  rappresenta quasi il 60% del traffico a Schiphol – ha avviato l’azione legale insieme a Corendon, easyJet, Tui e Delta e  in accordo con la posizione della capogruppo Air France-Klm. L’operazione conta anche con l’appoggio dell’associazione industriale Barin, Airlines for Europe (A4E) e European Regions Airline Association (Era).

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L'Autore

Gabriele Simmini
Gabriele Simmini

Giornalista. Specializzato in trasporto aereo e ferroviario, economia, agenzie di viaggi, tecnologia ed estero. Segue convention e fiere internazionali.

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