Anche per l’estate 2025 il mare, in Italia, sarà il protagonista delle vacanze per il 70% degli italiani che si concederanno un periodo di riposo. In generale il prodotto mare genererà circa 407 milioni di presenze con un fatturato di 33,7 miliardi di euro. È quanto emerso dalla ricerca Jfc Tourism & Management pubblicata in questi giorni, dove però allo stesso tempo, per il Mare Italia, emergono numeri in calo con le vendite del turismo organizzato al -6,4%.
L’andamento dell’estate italiana 2025 viene sintetizzato dalla ricerca Jfc in cinque punti chiave: riduzione dei turisti italiani e incremento, invece, dei turisti provenienti dall’estero; aumento dei daily user italiani, che si recano in giornata nelle località balneari della penisola, senza quindi alloggiare fuori casa; incremento sostanziale dei costi per consumare la vacanza, con parallela riduzione di alcune spese (ristorazione in primis); andamento assai difforme non solo da destinazione a destinazione, ma anche da operatore a operatore presente nella stessa località; grande difficoltà per le situazioni mediane, quindi per destinazioni, operatori, servizi che si collocano “nel mezzo” (della qualità, del prezzo, dell’offerta, del posizionamento).
IL MARE ESTERO RESTA STABILE
Snocciolando i numeri, se la vacanza balneare continua a rappresentare la vacanza primaria nel corso dell’anno per il 51,2% dei nostri connazionali che fanno almeno un periodo di vacanza di una settimana durante l’anno e per il 32,7% degli europei, i turisti italiani che soggiorneranno lungo le nostre coste almeno una notte durante l’estate caleranno di un significativo -4,1%.
Situazione, questa, che trova conferma anche nelle indicazioni fornite dal sistema intermediato nazionale: i referenti dei tour operator e le agenzie di viaggi indicano – per questa estate – una riduzione delle vendite relative al prodotto Mare Italia sul mercato interno del -6,4%, mentre rimangono stabili gli indicatori di vendita relativamente al prodotto Mare Estero.
A completare il macroscenario i prezzi dell’intera filiera balneare italiana crescono in maniere più moderata rispetto all’ultimo biennio, portando la vacanza balneare a costare il 5,5% in più rispetto allo scorso anno; e il fatturato cresce anch’esso del +2,3%, e questo lo si deve in particolar modo all’incremento di clientela internazionale (che spende di più rispetto ai nostri connazionali) e all’aumento dei prezzi.
In particolare gli alberghi delle località balneari nel centro-nord Italia hanno apportato un aumento di prezzo del loro listino pari al +3,5% e quelli di sud Italia e isole del +5,2%, le strutture en plein air (villaggi turistici, campeggi ed aree di sosta) del +4,3% mentre le altre strutture ricettive extralberghiere (residenze turistico-alberghiere, b&b, agriturismi, case e appartamenti per vacanze, ostelli per la gioventù) del +2,7%. L’aumento medio per il settore dell’hospitality nella sua totalità che registra un incremento del +3,9%.
AUMENTANO I PREZZI DEI SERVIZI
I servizi di spiaggia hanno subito un aumento complessivo che si attesta al +4,2% rispetto ai prezzi della scorsa estate. La ristorazione, sia essa tradizionale o veloce, al ristorante, al bar, in spiaggia, aumenta in maniera maggiore, vale a dire del +6,6%. La crescita dei costi del viaggio, con incidenza maggiore per quanto riguarda i costi per raggiungere la località (+9,1%) e inferiore con riferimento ai trasporti pubblici (+4,4%), è quantificata in un complessivo +7,3%.
Per le attività di “svago” si spenderà qualcosa in più rispetto allo scorso anno: si tratta del +4,3%.
L’Osservatorio Jfc ha poi indagato anche in merito alla durata media della vacanza principale balneare dei nostri connazionali. Nel 2025 la durata media di tale vacanza è pari a 10,7 giorni, mentre la scorsa estate la durata media si era assestata a 10,1 giorni.
E circa la spesa il 23,4% dichiara di voler spendere di più rispetto alla scorsa estate, mentre il 20,9% dei nostri connazionali intende, quest’estate, spendere di meno. In media, a livello nazionale, la disponibilità di spesa complessiva degli italiani – per quanto riguarda la vacanza balneare – subisce una riduzione del -6,1%.



