Un sussulto di normalità in tempi bui. La Gran Bretagna ha deciso di rimuovere lo sconsiglio per il turismo verso Israele, anche se le armi continuano a parlare in Medio Oriente. Sullo sfondo di una crisi senza fine l’attesa sfibrante per l’esito dei colloqui indiretti di cessate il fuoco tra Hamas e Israele in Qatar e del faccia a faccia tra Netanyahu e Trump alla Casa Bianca.
Prendiamolo come un segnale di buon auspicio, ma questa volta più dell’ennesimo ponte gettato dal mondo del travel serve una diga che arresti il fiume di sangue versato nella Striscia di Gaza.
Di certo è un segnale di fiducia quello del governo britannico, che ha tolto il divieto di viaggio non essenziale verso lo Stato ebraico. Sconsiglio revocato dopo una rivalutazione della situazione della sicurezza, anche se il Foreign Office ha precisato che la situazione rimane “fluida“, esortando i viaggiatori a restare aggiornati sugli sviluppi.
Aspettando buone notizie da Washington, si sono mossi anche gli Stati Uniti, che hanno fatto scendere il livello di allerta dei viaggi verso Israele dal 4 al 3. In decisa ripresa anche la situazione del trasporto aereo, con il ritorno nei cieli di Israele delle più importanti compagnie, comprese alcune low cost.



