Disastro Air India: motori spenti da chi era in cabina

Disastro Air India: motori spenti da chi era in cabina
11 Luglio 18:30 2025

La scatole nere del volo Air India hanno cominciato a parlare. “Non è chiaro se sia stato un gesto intenzionale o accidentale, ma i motori sono stati spenti da chi era in cabina subito dopo il decollo”. Una certezza – rivelata da “fonti informate” citate da Air Current e Wall Street Journal – che a questo punto fa il paio con l’altra: finora nessun problema con il Boeing 787 Dreamliner, come sarebbe confermato dalle prime valutazioni dei funzionari statunitensi.

Insomma, a un mese dalla sciagura, i dati emersi farebbero pensare che l’azione dei piloti potrebbe aver influito sull’interruzione dell’alimentazione ai motori, così l’aereo ha perso potenza ed è precipitato al suolo.

D’altronde basta sfogliare il rapporto preliminare d’indagine dell’Air accident investigation bureau indiano, e fermarsi a pagina 14 per leggere una delle registrazioni all’interno della cabina di pilotaggio: «Why did you cutoff?». «I didn’t». Tradotto: «Perché hai spento i motori?». «Non l’ho fatto».

La conversazione risale a pochi istanti prima dell’incidente, in cui un pilota chiede all’altro perché abbia spento i motori. Il report sottolinea che entrambi gli interruttori che portano il carburante al motore sono stati spostati su “cutoff“: «L’aereo ha raggiunto la velocità massima registrata di 180 nodi Ias alle 08:08:42 Utc circa e subito dopo gli interruttori di interruzione del carburante del motore 1 e del motore 2 sono passati dalla posizione “run” a “cutoffuno dopo l’altro, con un intervallo di tempo di 0,1 sec. I valori dei motori N1 e N2 hanno iniziato a diminuire rispetto al decollo quando è stata interrotta l’alimentazione di carburante ai motori».

I piloti che guidavano il Boeing, morti entrambi, erano Sumeet Sabharwal, comandante del volo che aveva accumulato oltre 10mila ore di volo, e il suo copilota Clive Kunder, che aveva oltre 3.400 ore di esperienza, come ha dichiarato Air India.

A questo punto – scrive il Corriere della Sera – “l’ipotesi principale al vaglio degli investigatori è che possa essersi trattato di un gesto compiuto da uno dei piloti o di una terza persona autorizzata a stare nel cosiddetto strapuntino.

E infatti non è ancora chiaro “perché” l’aereo abbia perso quota cadendo sugli edifici vicini alla pista di decollo: per gli investigatori non ci sarebbe stata nessuna anomalia nel mezzo e nessun danno ai propulsori tale da costringere comandante e primo ufficiale a intervenire.

Aspetti che potrebbero essere chiariti dal rapporto definitivo, per il quale però potrebbero volerci mesi. E il condizionale è d’obbligo, considerato che le autorità occidentali hanno più di un dubbio che questo possa accadere. E per questo hanno chiesto di poter partecipare alle indagini, che hanno già creato frizioni.

Ricordiamo che il National transportation safety board (Nts) degli Stati Uniti partecipa all’indagine, mentre l’Autorità federale per l’aviazione civile degli Usa (Fca), Boeing e Ge Aerospace stanno fornendo assistenza tecnica alle autorità indiane.

L'Autore

Fabrizio Condò
Fabrizio Condò

Giornalista professionista, innamorato del suo lavoro, appassionato di Storia, Lettura, Cinema, Sport, Turismo e Viaggi. Inviato ai Giochi di Atene 2004

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