Le tensioni sociali imperversano in Nepal. Tre giorni dopo l’inizio delle proteste della Generazione Z contro la corruzione e il blocco dei social network, duramente represse – 19 morti e centinaia di feriti – e due giorni dopo le dimissioni del primo ministro Khadga Prasad Sharma Oli, la calma non è tornata nel Paese. A fare un punto della situazione è L’Echo touristique, il più importante e antico media francese sull’industria del turismo.
CAOS NEL PAESE
I manifestanti hanno attaccato le istituzioni pubbliche nella capitale Kathmandu, compresi alcuni edifici del parlamento, e incendiato diverse strutture, tra cui un hotel Hilton a 5 stelle, completamente distrutto. Dati alle fiamme le case del ministro degli interni, la residenza dell’ex premier – la moglie era in casa ed è morta per le ustioni riportate – e l’abitazione del presidente Ram Chandra Poudel, dimessosi e successivamente fuggito dal Paese in elicottero. Il ministro delle finanze, Bishnu Prasad Paudel, è stato picchiato e gettato in un fiume durante le proteste. Coprifuoco a tempo indeterminato sono stati imposti in città, nella valle di Kathmandu e a Pokhara. L’esercito, nel frattempo, ha ripreso il controllo della capitale.
AEROPORTO RIAPERTO
L’aeroporto internazionale di Tribhuvan, l’unico del Paese, è stato temporaneamente chiuso, martedì. Ieri, ha riaperto, ma sono previsti ritardi, cancellazioni e rinvii dei voli. Sul sito Indian Express, si legge che, con la riapertura alle operazioni commerciali dell’aeroporto internazionale, Air India e IndiGo stanno operando voli aggiuntivi per riportare in patria decine di passeggeri bloccati.
VIAGGI SCONSIGLIATI
Intanto, «si consiglia di rinviare qualsiasi programma di viaggio in Nepal fino a quando la situazione non migliorerà», ha comunicato il ministero degli esteri francese. Anche il ministero degli esteri italiano «raccomanda di posticipare i viaggi non ritenuti essenziali nel Paese». Ai connazionali presenti in Nepal, la Farnesina «raccomanda di non uscire dalle proprie strutture di alloggio, rispettando il coprifuoco ancora vigente e le istruzioni fornite dalle autorità locali, nonché di mantenersi aggiornati attraverso i mezzi di informazione in lingua inglese», si legge sul sito Viaggiare Sicuri.
La Farnesina avverte poi che «le frontiere terrestri potrebbero risultare chiuse, anche senza preavviso». «Le comunicazioni tramite social media (WhatsApp, Messenger e Instagram) risultano in ripresa, con qualche interruzione, mentre sembra funzionare la piattaforma Viber», ha concluso la Farnesina.
«I cittadini francesi residenti e in visita in queste zone sono pertanto invitati a evitare assembramenti, a evitare qualsiasi viaggio, a rimanere a casa o nei loro hotel e a rispettare il coprifuoco imposto dal governo», ha insistito il Quai d’Orsay. Al di fuori di Kathmandu, della sua valle e di Pokhara, si raccomanda anche la «massima cautela».
LE PROTESTE E LE DIMISSIONI
La sospensione di 26 piattaforme di social media, nel frattempo ripristinate, è la causa di queste manifestazioni su larga scala, a cui hanno partecipato soprattutto i giovani. Secondo diverse fonti, la polizia ha sparato proiettili veri contro i manifestanti. Amnesty International chiede una «indagine completa, indipendente e imparziale» per chiarire le circostanze dell’intervento delle autorità nepalesi.
Oli, 73 anni, in carica dal luglio 2024, si è dimesso affermando di voler contribuire a «una soluzione politica». Leader del partito comunista nepalese e quattro volte primo ministro, Oli è considerato uno dei principali esponenti di quell’élite politica contestata dai giovani, stanchi della corruzione e di un tasso di disoccupazione elevato.
Mentre la situazione politica rimane molto incerta, le Nazioni Unite e l’India – Paese confinante – hanno lanciato appelli alla calma. «La stabilità, la pace e la prosperità del Nepal sono molto importanti per noi», ha sottolineato il primo ministro indiano, Narendra Modi.



