Aeroitalia, è ancora bufera: voli cancellati su Ancona

Aeroitalia, è ancora bufera: voli cancellati su Ancona
30 Ottobre 10:41 2023 Stampa questo articolo

Rischia di gettare nel caos l’operatività dell’aeroporto di Ancona la decisione di Aeroitalia di sospendere i voli internazionali dallo scalo marchigiano per Bucarest, Vienna e Barcellona. Con una nota prima postata sulla propria pagina Facebook, poi diffusa tramite uno stringato comunicato,  Aeroitalia ha infatti annunciato che «a causa del mancato adempimento degli impegni da parte di Atim (società della Regione Marche per la promozione turistica, ndr) si vede costretta a interrompere i voli da Ancona verso Bucarest, Vienna e Barcellona a partire dal 13 novembre 2023. Aeroitalia provvederà a rimborsare immediatamente i passeggeri per le suddette rotte.

Rimangono al momento garantiti i voli in continuità territoriale da Ancona verso Roma, Napoli e Milano Linate, cui Aeroitalia rinuncerà, a far data dal 1 ottobre 2024, nei tempi e nei modi previsti dal contratto relativo al bando di continuità territoriale».

Ai primi di ottobre, inoltre, Aeroitalia aveva sospeso il collegamento da Comiso per Bucarest fino al 18 dicembre e aveva annunciato l’aumento a sei delle frequenze settimanali del volo Comiso-Roma, che veniva operato quattro volte a settimana. Proprio riguardo alla velata minaccia di Aeroitalia di sfilarsi anche dall’impegno operativo dei voli nazionali in continuità territoriale da Ancona per Roma, Napoli e Milano, è giunta la notizia, diffusa dal quotidiano Corriere dell’Adriatico, che Enac starebbe preparando una diffida nei confronti di Aeroitalia, su sollecitazione di alcuni parlamentari marchigiani, subito intervenuti nella delicata vicenda.

Per fronteggiare questo grave ridimensionamento dell’operatività dell’aeroporto di Ancona, la stessa Atim ha subito diramato una nota, nella quale  si cerca di tranquillizzare l’utenza aerea marchigiana annunciando «trattative con primarie compagnie aeree internazionali per garantire collegamenti da/per importanti mercati europei tra cui Spagna e Grecia (e forse anche la Scandinavia, ndr)», nonché la firma di un protocollo tra Atim e Ryanair per la promozione del territorio marchigiano e una lettera di intenti del Raffaello Sanzio con il vettore irlandese per implementare rotte internazionali «nei prossimi 5 anni a partire dall’aprile 2024».

Ma cosa c’è dietro questo clamoroso stop di Aeroitalia, che penalizza i consumatori finali e la rete agenziale con numerose prenotazioni in pending e l’inevitabile avvìo di procedure di rimborso e contestuale “riprotezione” operativa legata a pacchetti turistici già venduti? Sui retroscena di questo passo compiuto da Aeroitalia ci sarebbe una questione di soldi. In un comunicato diramato dalla società Atim si legge che «le negoziazioni tra Atim e Aeroitalia non sono giunte a una conclusione positiva pur avendo Atim presentato delle proposte in linea con la normativa vigente in termini di promozione e di comunicazione del territorio». Frasi sibilline per spiegare sostanzialmente che Atim non può erogare “direttamente” denaro alla compagnia aerea in quanto provocherebbe l’immediato intervento della Corte dei Conti, mentre la Regione Marche si è sempre limitata a garantire un investimento in azioni di marketing e di promozione a supporto della nuova connettività aerea internazionale avviata su Ancona.

Sempre secondo quanto riportato dal Corriere dell’Adriatico, il citato «mancato adempimento degli impegni assunti da Atim» che viene richiamato nella nota Aeroitalia, sarebbe una bozza di accordo di promozione da 750mila euro, che non è stato mai perfezionato con un versamento dalle casse regionali a quelle di Aeroitalia. Inoltre – sempre secondo la ricostruzione del quotidiano locale – il richiamo alla possibilità di rinunciare, entro il prossimo anno, anche all’operatività dei voli in continuità territoriale, sarebbe una mossa studiata in una sorta di “gioco al rialzo” di Aeroitalia perché attualmente, con cinque voli al giorno verso le tre città italiane, starebbe operando con un deludente load factor (indice di riempimento posti) ad appena il 25% e quindi in piena perdita.

Di conseguenza la compagnia avrebbe voluto fare affidamento su rotte internazionali più remunerative, a patto che fossero entrati soldi promessi dal pre-accordo per operazioni promozionali. La vicenda è ingarbugliata perché si intrecciano patti fra privati – come quello tra Aeroitalia e Atim – e patti con lo Stato per i voli in continuità territoriale e sullo sfondo il futuro dello scalo marchigiano, che dal giugno del 2021 è gestito dalla Ancona International Airport Spa. Subentrata alla Aerdorica con il contestuale cambio di nome dello scalo, ora denominato Aeroporto internazionale di Ancona Raffaello Sanzio.

Nello scorso giugno, intanto, si era consumato il divorzio di Aeroitalia dall’aeroporto di Forlì.  Pochi giorni dopo Andrea Gilardi, business aviation e direttore marketing dello scalo romagnolo, aveva fornito la sua versione della vicenda, rassicurando i passeggeri. Proprio da Forlì era partita l’avventura del vettore.

E sempre a proposito di Aeroitalia rimane ancora aperta l’altra spinosa vicenda – riportata da L’Agenzia di Viaggi Magazine del 23 ottobre scorso –  e relativa alla denuncia di “plagio” lanciata dai legali di Ita Airways, titolare del pacchetto-marchi Alitalia, che rilevano inaccettabili analogie tra la A stilizzata sui timoni di coda degli aerei AZ con il tricolore e la A in coda di Aeroitalia, peraltro regolarmente registrati presso l’Ufficio dell’Unione europea per la proprietà intellettuale, e nel settembre 2022 pubblicata nel Bollettino dei marchi.

Nei giorni scorsi la Società italiana brevetti, che tutela la proprietà intellettuale di Ita Airways, è entrata in azione e ha redatto una “contestazione” ad Aeroitalia sul suo brand in contrasto con i diritti anteriori di Ita con la richiesta di un’immediata cessazione di utilizzo del marchio. La replica dell’ad di Aeroitalia, Gaetano Intrieri, è stata altrettanto perentoria, evidenziando l’anomalìa di una contestazione che viene sollevata a due anni di distanza dalla registrazione dei marchi Aeroitalia, che peraltro appaiono completamente differenti da quelli di Alitalia, e preannunciando un’azione legale nei confronti di Ita Airways, se non verrà ritirata questa pretestuosa richiesta.

L'Autore

Andrea Lovelock
Andrea Lovelock

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