Aeroitalia vira sul trade (e non risparmia frecciatine)

Aeroitalia vira sul trade (e non risparmia frecciatine)
17 Aprile 16:00 2024 Stampa questo articolo

Una card per il segmento corporate, una carta di credito per le agenzie di viaggi che verrà presentata probabilmente nel corso di una convention a maggio rivolta al trade e un magazine di  bordo dal nome “La Dolce Vita”: queste le novità di Aeroitalia annunciate con legittima soddisfazione dall’amministratore delegato Gaetano Intrieri (qui una sua intervista per L’Agenzia di Viaggi Magazine), nel corso di un incontro con la stampa che è stata l’occasione per fare il punto a poche settimane dall’inizio della stagione estiva.

Ad oggi la compagnia aerea ha registrato 131 milioni di euro di ricavi (+415% rispetto al 2022), circa 1,3 milioni di passeggeri, 23 rotte servite, 11 aeromobili in flotta (nove Boeing 737-800 a 189 posti e due Atr/72 a 68 posti) e 300 dipendenti, in gran parte provenienti dalle compagnie aeree dismesse nel recente passato, quali Alitalia, Air Italy e Blue Panorama.

ALLA CONQUISTA DELL’ITALIA E SPINTA TRADE

Il vettore che dal 2022 opera voli charter e di linea sul territorio europeo, con headquarte a Roma e diverse basi sul territorio italiano, ha ora una missione ben precisa: diventare compagnia di riferimento con un network attraente e uno staff motivato che vuole trasmettere a bordo l’italianità dei servizi erogati.

Aeroitalia non parte da zero, come ha ricordato il presidente Marc Bourgade, che ha aperto l’incontro: «Abbiamo raccolto la sfida e in pochi mesi abbiamo fatto decollare una compagnia che intende crescere con la giusta strategia, con un network di rotte che richiede il mercato, da nord a sud del Paese».

A condividere la sfida, Intrieri che ha illustrato i passaggi chiave della recente storia del vettore senza risparmiare frecciate al principale competitor low cost: «Il nostro primo vero anno operativo è stato il 2023, iniziando a operare anche in Sardegna, in continuità territoriale. Oggi siamo una società che sta crescendo in modo sostenibile, con un azionista di riferimento che ha deciso di reinvestire nel vettore senza prendere dividendi che pure avrebbe potuto raccogliere».

E nel 2024, prosegue l’ad, «prevediamo di superare i 2 milioni di passeggeri con almeno 200 milioni di euro di ricavi. E spero che entro fine anno si possa arrivare a contare su 400 dipendenti, dando sempre priorità a chi proviene dalla cassa integrazione, per cogliere le loro esperienze professionali».

Nel dettaglio, la strategia di Aeroitalia rivolta al trade prevede una card per le aziende, il Corporate Pass, che offre vantaggi come il web checkin, scelta gratuita del posto a bordo, cambi data, tariffe esclusive, priorità all’imbarco, check in gratuito in aeroporto. Mentre per il canale agenziale il vettore lancerà una credit card riservata che verrà presentata a maggio nel corso di una grande convention rivolta alle 3mila agenzie di viaggi che già operano col vettore.

L’ATTACCO A RYANAIR

Intrieri ha poi proseguito ricordando: «Abbiamo vinto i bandi sia a Olbia che ad Alghero, e dopo una fase di assestamento, abbiamo fatto fino ad oggi, oltre 12mila voli in Sardegna senza cancellarne uno e segnato un +20% nel volume di passeggeri trasportati. Questo vuol dire che anche una compagnia italiana se gestita bene può competere con colossi come il vettore irlandese che fino ad ora ha goduto di condizioni fin troppo favorevoli. Questo perché quello che si è sviluppato in Italia è, purtroppo, un mercato dove regna l’oligopolio. Solo dalle nostre parti un vettore straniero detiene il 50% del mercato nazionale e sappiamo tutti come sia stato possibile. Basta guardare alla politica dei sussidi. Ma è inconcepibile che in un Paese industrializzato come l’Italia ci sia un vettore straniero che spadroneggia e ricatta, fa dumping tariffario portando i suoi ricavi in un altro Paese. Mi piacerebbe sapere qual è il reale ricavo degli aeroporti italiani dove opera questo vettore. Ebbene, detto tutto ciò, noi abbiamo puntato su un mercato diverso».

Gaetano Intrieri, infine, ha poi insistito sul fatto che istituzioni e sindacati devono cominciare a fare gli interessi del Paese e intervenire per contrastare una tendenza di posizioni dominanti che fanno male alla concorrenza: «Sono convint che se Ryanair andasse via, come minaccia in ogni occasione, si aprirebbero innumerevoli opportunità per tanti altri vettori, a beneficio della concorrenza. In una parola, dobbiamo riscrivere le regole del trasporto aereo».

A fargli eco, il presidente dell’Enac Pierluigi Di Palma, presente all’incontro romano, che ha evidenziato come l’attività di Aeroitalia garantisce una serie di servizi essenziali per l’utenza aerea e che l’Italia dovrà comunque allinearsi alle regolamentazioni europee che sono piuttosto chiare su come operare nei cieli.

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Andrea Lovelock
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