Affitti brevi, proposta di legge del Mitur. Sarà la volta buona?

Affitti brevi, proposta di legge del Mitur. Sarà la volta buona?
07 Settembre 12:07 2023 Stampa questo articolo

Sembra sia arrivata finalmente a una svolta anche in Italia l’annosa querelle sugli affitti brevi. Dopo mesi di tira e molla, mercoledì sera è stata consegnata “ai soggetti interessati” la proposta normativa elaborata dal ministero del Turismo per porre un freno al far west delle locazioni di abitazioni a uso turistico per brevi periodi. L’eco del forte dibattito che si è aperto a New York sul giro di vite nei confronti di Airbnb e degli imprenditori di home sharing si è fatto sentire anche nel nostro Paese, rappresentando forse il boost necessario per sbloccare l’impasse degli ultimi mesi.

La nuova bozza del disegno di legge, di 8 articoli, accoglie in parte anche le osservazioni presentate in queste settimane dalle categorie. Dall’obbligo del Codice identificativo nazionale, alla permanenza minima imposta di due notti fino all’aumento delle sanzioni e multe, ecco in sintesi i punti principali del nuovo provvedimento.

Obbligo Codice identificativo nazionale. Anche per alberghi – A tutte le case che si vogliono affittare a uso turistico, e anche alle strutture alberghiere ed extra alberghiere, sarà assegnato dal MiTur un Codice identificativo nazionale-Cin.  I Cin dovranno contenere l’indicazione del numero di posti letto disponibili secondo quanto dichiarato nella relativa istanza, e sostituiranno, ad ogni effetto, i codici identificativi regionali (Cir). Tutte le strutture identificate con il Cin verranno inserite nella banca dati nazionale, che sarà pubblica e liberamente consultabile sul sito istituzionale del ministero. Previsto poi l’obbligo in capo a chi concede in locazione un immobile ad uso abitativo per finalità turistiche, anche in qualità di intermediario, e ai soggetti che gestiscono portali telematici di esporre il Cin all’ingresso dell’unità immobiliare e ad indicarlo in ogni annuncio ovunque pubblicato.

Minimo 2 notti in zone di pregio in Comuni capoluoghi – A pena di nullità, il contratto di locazione per finalità turistiche avente ad oggetto uno o più immobili ad uso abitativo situati nelle zone territoriali omogenee A (che rivestono carattere storico, artistico e di particolare pregio ambientale o da porzioni di essi, comprese le aree circostanti, che possono considerarsi parte integrante, per tali caratteristiche, degli agglomerati stessi) dei comuni capoluoghi delle città metropolitane, non può avere una durata inferiore a due notti consecutive. In particolare, saltano tutte le precedenti deroghe al limite minimo di affitto turistico di due notti.

Locazione turistica solo in luogo diverso da residenza – Per “locazione per finalità turistiche” si intende il contratto di locazione con scopo turistico avente ad oggetto il godimento di un’unità immobiliare ad uso abitativo ubicata in un luogo diverso da quello di residenza della parte conduttrice, stipulato direttamente da colui che la detiene legittimamente (host) o tramite soggetti che esercitano attività di intermediazione immobiliare (property manager), ovvero soggetti che gestiscono portali telematici (Ota), mettendo in contatto persone in cerca di una struttura con persone che dispongono di unità immobiliari da locare.

Multe: fino a 5mila euro per affitti di un giorno. Fino a 8mila se non c’è il Cin. Chi affitta un immobile a uso turistico nel centro storico o in altri luoghi di interesse (zone territoriali omogenee A) di un capoluogo di città metropolitana per meno di 2 giorni rischia una multa da mille a 5mila euro. Per le case vacanze e gli alberghi che non espongano, negli annunci e sulla porta/stabile, il codice Cin assegnato dal MiTur scatterà la multa da 500 a 5mila euro e la sanzione accessoria dell’immediata rimozione dell’annuncio irregolare, che dovrà essere applicata anche da parte dei gestori dei portali telematici eventualmente utilizzati. Aumentano le multe sia per chi non espone il Cin (che nella bozza di maggio erano stabilite in un minimo di 300 euro e un massimo di 3mila) sia per chi affitta senza il Cin (stabilite a maggio tra 500 e 5mila euro e aumentate nell’ultima bozza da un minimo di 800 euro e un massimo di 8mila).

Cedolare secca applicata al massimo  a 2 appartamenti – Scende da 4 a 2 il limite di appartamenti, dello stesso proprietario, in locazione breve (da 1 a 30 notti) che sul territorio nazionale possono essere tassati con cedolare secca.

Incasso tassa di soggiorno anche a gestori e piattaforme – La responsabilità del pagamento dell’imposta di soggiorno è estesa anche ai soggetti esercenti attività di intermediazione immobiliare e di gestione di portali telematici qualora abbiano incassato il canone o il corrispettivo, ovvero siano intervenuti nel pagamento dei predetti canoni o corrispettivi, in relazione ai contratti di locazione per finalità turistiche nonché ai contratti di albergo, alloggio, o comunque diversamente denominati, conclusi con le strutture ricettive alberghiere ed extra alberghiere.

Mano tesa da parte della ministra del Turismo, Daniela Santanché, che, su Facebook, nell’annunciare la nuova bozza del provvedimento ha spiegato come l’obiettivo sia quello «di formulare soluzioni efficaci ed efficienti che possano essere altamente condivise” con le associazioni di categoria, i sindaci, ricordando di aver “affrontato la situazione degli affitti brevi in tempi non sospetti avviando, già mesi fa, tavoli di confronto con associazioni di categoria e degli inquilini, con le Regioni e i Sindaci delle città metropolitane, per arrivare a una proposta il più possibile condivisa»,

D’accordo con il giro di vite avviato a New York il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca: «La via è quella, quella norma è perfetta: Se tu compri un appartamento e lo utilizzi solo per gli affitti, è un’attività imprenditoriale. Se tu nell’immobile dove risiedi affitti delle stanze, è un’integrazione del reddito e lo puoi fare».

Intanto, a Roma, è stato nuovamente denunciato il far west degli affitti brevi con circa 12mila abusivi che operano indisturbati nel tessuto ricettivo della Capitale.

L'Autore

Giuseppe Rinaldi
Giuseppe Rinaldi

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