E così, mentre un alone di mistero incombe sui due piloti, scendono in campo Faa e Boeing. La Federal Aviation Administration e il colosso americano irrompono nell’inchiesta Air India e confermano che i blocchi degli interruttori del carburante sono sicuri, come dimostra un documento visionato da Reuters e da quattro fonti a conoscenza della questione.
La notifica di aeronavigabilità continua della Faa risale all’11 luglio, in risposta al rapporto preliminare dell’Aircraft accident investigation Bureau (Aaib) indiano sulla sciagura del Boeing 787-8 Dreamliner, che ha sollevato dubbi sugli interruttori di controllo del carburante dei motori.
“Sebbene il design dell’interruttore di controllo del carburante, inclusa la funzione di blocco, sia simile su vari modelli di aerei Boeing – si legge nella notifica indirizzata alle autorità per l’aviazione civile – la Faa non ritiene che questo problema costituisca una condizione di rischio tale da giustificare una direttiva di aeronavigabilità su alcun modello di aereo Boeing, incluso il modello 787″.
Anche Boeing ha fatto riferimento alla notifica della Faa in un messaggio multi-operatore inviato alle compagnie aeree nei giorni scorsi, senza aggiungere ulteriori commenti.
L’indagine preliminare dell’Aaib faceva riferimento a un avviso della Faa del 2018, che raccomandava, ma non imponeva, agli operatori di diversi modelli Boeing, incluso il 787, di ispezionare il dispositivo di blocco degli interruttori di interruzione del carburante per assicurarsi che non potesse essere spostato accidentalmente.
Il report sottolineava che Air India aveva dichiarato di non aver effettuato le ispezioni suggerite dalla Faa, poiché l’avviso del 2018 non era obbligatorio. Tuttavia, affermava anche che i registri di manutenzione mostravano che il modulo di controllo della manetta, che include gli interruttori del carburante, era stato sostituito nel 2019 e nel 2023 sul 787 precipitato lo scorso 12 giugno.
Il rapporto, inoltre, ha rilevato che “tutte le direttive di aeronavigabilità e i bollettini di allerta applicabili sono stati rispettati sia sull’aereo che sui motori”. Alpa India, che rappresenta i piloti indiani presso la Federazione internazionale delle associazioni dei piloti di linea con sede a Montreal, ha quindi respinto la presunzione di errore del pilota e ha chiesto un’indagine “equa e basata sui fatti“.
IL GIALLO DELLE SCATOLE NERE E I PILOTI
Già, perché nel frattempo i riflettori del team investigativo — guidato dalle autorità locali — si sono spostati dall’aereo e i motori sulla cabina di pilotaggio poco prima del disastro. E al centro dell’attenzione mediatica sono finiti anche il comandante Sumeet Sabharwal, che aveva accumulato oltre 10mila ore di volo, e il primo ufficiale Clive Kunder, che aveva oltre 3.400 ore di esperienza, come ha dichiarato Air India.
Sabharwal – scrive il Corriere della Sera – possedeva una licenza di pilota di trasporto di linea valida fino al 14 maggio 2026 e aveva ottenuto le abilitazioni per volare come comandante su diversi aeromobili, tra cui il Boeing 787.
Ma torniamo a bordo del volo Air India e ai primi responsi delle scatole nere. Cosa sappiamo: in base al rapporto preliminare i motori sono stati spenti da chi era i cabina nel momento in cui avrebbero dovuto funzionare al massimo per far salire in quota l’aereo. Inoltre, entrambi gli interruttori di controllo del carburante, normalmente utilizzati per accendere o spegnere i motori a terra, sono stati spostati dalla posizione run a quella cut-off poco dopo il decollo.
E siamo giunti a pagina 14 del report dell’Air accident investigation bureau indiano, precisamente a una delle registrazioni all’interno della cabina di pilotaggio, per “ascoltare” le voci: «Why did you cutoff?». «I didn’t». Tradotto: «Perché hai spento i motori?». «Non l’ho fatto».
E quici fermiamo: come già sottolineava il Corsera sabato scorso “l’ipotesi principale al vaglio degli investigatori è che possa essersi trattato di un gesto compiuto da uno dei piloti o di una terza persona autorizzata a stare nel cosiddetto strapuntino”. Questa non è una spystory, ma una tragedia, però già una settimana fa il ministro per l’aviazione civile indiano, Murlidhar Mohol, non aveva escluso un sabotaggio.
Non solo. Anche due manager di Boeing e Ge Aerospace (costruttore dei propulsori) – in un incontro riservato del 16 giugno di cui riferisce Reuters – avrebbero spiegato che dai dati in loro possesso emergerebbe una “criticità avvenuta nella cabina di pilotaggio”.
Escluso anche un impatto dei motori con stormi di uccelli mentre il Boeing era in fase di decollo. Decollo avvenuto con modalità e parametri nella norma.
Giornalista professionista, innamorato del suo lavoro, appassionato di Storia, Lettura, Cinema, Sport, Turismo e Viaggi. Inviato ai Giochi di Atene 2004
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