Alpitour del futuro, Burgio:
«Pronti all’incoming»

Alpitour del futuro, Burgio: <br>«Pronti all’incoming»
06 Febbraio 17:49 2024 Stampa questo articolo

Questione di giorni e si conoscerà il nome di chi potrebbe acquistare dalla Tip di Giovanni Tamburi il 59% (o solo una parte) delle quote di Alpitour per un valore compreso tra 1,3 e 1,5 miliardi di euro, secondo quanto riportato da Il Corriere della Sera. Tra i candidati più accreditati, si confermano i nomi di due colossi esteri dell’universo turistico-alberghiero, Tui e Hyatt, oltre ai fondi Kkr e Certares con i suoi tentacoli nel travel — da Liberty Tripadvisor ad American Express business travel fino a Hertz — ex candidato per Ita, Apollo e Platinum.

Alla luce di queste indiscrezioni sarebbe legittimo mettere in relazione anche le ultime dichiarazioni del presidente ceo di Alpitour World, Gabriele Burgio, fatte in Bit alla convention del network di casa Welcome Travel Group, relative a un possibile forte impegno operativo del polo turistico sull’incoming, grazie anche alla sua catena alberghiera Voihotels e al vettore Neos.

«Nell’incoming italiano – ha dichiarato Burgio – non c’è mai stato un vero big player e ora che in taluni grandi mercati esteri, vedi l’India, il Nord America con Usa e Canada, si sta muovendo una crescente massa di viaggiatori di classe media, ben più consistente del recente passato, anche noi possiamo fare qualcosa di interessante sull’Italia. Magari puntando a risolvere, insieme al partner pubblico, quel fenomeno dell’overtourism che penalizza tutti, attraverso il lancio di nuove destinazioni italiane, per decongestionare le nostre top destination e che possano catturare l’attenzione dei repeater che rappresentano una fascia molto consistente di clientela. D’altra parte Alpitour ha stretto di un’alleanza proprio di recente con l’Organizzazione Mondiale del Turismo, unica realtà privata a compiere questo passo. Una partnership, questa, che sarà capace di far moltiplicare le nostre offerte».

Fino ad oggi l’Alpitour ha lavorato sull’incoming attraverso il brand basato in Spagna Jumbo Tours, presidiando prevalentemente  i mercati esteri più interessanti, ma si è sempre trattato di un impegno operativo dimensionato rispetto al suo core business outgoing.

E per sottolineare il concetto di un crescente interesse per le potenzialità del mercato ricettivo, Burgio ha ribadito: «Il nostro Paese non è ancora ben strutturato con grandi aziende o brand dell’incoming, il che significa che c’è spazio per sviluppare prodotti inediti ed è proprio questa la sfida: delocalizzare con le giuste destinazioni i flussi per destagionalizzare».

Nel frattempo, sempre nel perimetro della fiera e della convention Welcome, il Gruppo ha celebrato un’importante ricorrenza: i cento anni di Turisanda1924. Lo ha fatto con grandioso evento glam dinanzi a una platea di oltre 1.500 agenzie di viaggi, vera potenza di fuoco della distribuzione. Partner d’eccezione l’Arabia Saudita, destinazione che segnerà (o meglio, sta già segnando) il futuro del turismo globale, con cui la stessa Alpi ha stretto un importante patto operativo.

Ricapitolando i risultati del Gruppo, il cda Alpitour ha chiuso a ottobre scorso i conti con 2 miliardi di fatturato, un margine operativo lordo raddoppiato a 141 milioni dal 2019 e un utile netto di 53 milioni. Burgio ha parlato di un primo trimestre 2023-24 sopra il budget, con ipotesi di chiusura dello scorso esercizio a 2,3 miliardi. Nei suoi otto anni di permanenza nel capitale Alpi, Tamburi ha investito nel Gruppo 250 milioni di euro.

L'Autore

Andrea Lovelock
Andrea Lovelock

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