Boeing e il nodo dei 737 Max

03 Luglio 11:45 2019 Stampa questo articolo

Non è bastato, per ora, l’attestato di fiducia di Iag – che ha ordinato 200 aeromobili B737 Max – per riportare ottimismo dentro la casa costruttrice Usa. Tra nuove indagini e stop imposti dalla Faa (Federal Aviation Administration) e compagnie aeree che devono riprogrammare le operazioni, si allungano i tempi per rivedere in volo gli aerei “incriminati” in seguito al doppio disastro Lion Air e Ethiopian Airlines.

American Airlines, per esempio, ha appena annunciato la sospensione dei voli tra Oakland e Dallas proprio a causa della messa a terra dei 737 Max. Il vettore Usa è uno dei più colpiti dallo stop imposto dalla Faa, visto che in flotta conta circa 24 aeromobili pienamente operativi fino alo scorso marzo. Negli ultimi mesi, infatti, American Airlines ha dovuto cancellare circa 115 voli riprogrammando alcune rotte con aeromobili sostitutivi e rivedendo le rotazioni di alcuni voli domestici. Questa è la prima volta, però, che il vettore si vede costretto a cancellare in toto una rotta che prevede quattro collegamenti al giorno tra Dallas e Oakland.

Le previsioni di American, infine, parlando di un ritorno al volo dei 737 Max entro il prossimo autunno, ma la stessa Faa ha affermato che la prima data utile potrebbe slittare fino a dicembre 2019.

Anche United Airlines, negli scorsi giorni, ha annunciato di avere esteso fino al 3 settembre lo stop all’utilizzo del 737 Max, stessa scelta aveva fatto in precedenza Southwest Airlines. Nel complesso, quindi, solo  nel territorio statunitense ammontano a circa 1900 i voli cancellati dall’inizio del “grounding”.

Nel frattempo, però, si è aggiunta un’altra grana per Boeing. Secondo la Cnn, infatti, la Faa avrebbe rilevato un ulteriore problema legato al microprocessore e il suo software. Questa problematica tecnologica si sommerebbe al sistema di stabilizzazione Mcas – messo sotto accusa per il suo cattivo funzionamento e che avrebbe giocato un ruolo cruciale nei due disastri aerei in Indonesia ed Etiopia – e aprirebbe un ulteriore fronte di indagini e conseguenti grattacapi per Boeing. Il microprocessore, inoltre,  è correlato anche al funzionamento del Mcas: “servirebbe ai piloti nell’ambito di procedure di emergenza volte a sopperire a eventuali errori del meccanismo automatico di stabilizzazione”, riporta l’agenzia di stampa Agi.

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