Tre cose sono sicure di questi tempi: il caldo torrido, i dazi di Trump e l’intervento dell’Antitrust sul caro voli, con l’invito a una maggior trasparenza.
E infatti, per l’ennesima volta, l’Authority ha avviato un’indagine conoscitiva sugli algoritmi di prezzo nel trasporto aereo da e per Sicilia e Sardegna e intrapreso un confronto con la Commissione europea sulle iniziative necessarie per agevolare la comparabilità delle tariffe e migliorare la concorrenza sui mercati.
Un film già visto, insomma, ma vediamo se il remake offre nuovi sussulti.
In merito all’indagine conoscitiva, l’Autorità ha pubblicato il Rapporto preliminare, contenente i principali esiti delle analisi svolte, e ha rilevato possibili criticità in merito a trasparenza e comparabilità dei prezzi dei servizi di trasporto aereo. Dalle osservazioni al report da parte delle compagnie e dai successivi approfondimenti continua ad emergere una scarsa comparabilità delle tariffe e dei servizi accessori esposti agli utenti.
Da qui derivano significativi costi di ricerca che rendono il consumatore meno consapevole delle variabili del prezzo nelle proprie decisioni d’acquisto, in quanto risulta difficile calcolare e confrontare il reale prezzo dei biglietti aerei.
In particolare, il tema della comparabilità delle offerte si pone in un contesto in cui l’acquisto di servizi accessori al volo – scelta del posto, bagaglio in cabina, bagaglio da stiva – rappresenta un’opzione esercitata da quasi la metà dei viaggiatori.
Il valore di questi servizi, peraltro, rappresenta una quota non trascurabile dei ricavi dei vettori. Per questo l’Authority ritiene che “l’utilizzo di strumenti che agevolino una piena ed efficace comparabilità delle offerte, anche con riferimento alle componenti di prezzo per i servizi opzionali, è molto rilevante per stimolare la mobilità della domanda e, quindi, per incentivare le imprese a competere sul prezzo“.



