Ddl Montagna, ok del Cdm: stanziato oltre un miliardo fino al 2033

Ddl Montagna, ok del Cdm: stanziato oltre un miliardo fino al 2033
16 Febbraio 14:45 2024 Stampa questo articolo

Oltre un miliardo di euro fino al 2033, circa 100 milioni all’anno. Sono le cifre stanziate nel ddl Montagna, che giovedì 15 ha ricevuto il via libera definitivo del governo in Consiglio dei ministri e ora è pronto per l’iter parlamentare. Firmato anche il decreto per trasferire i 202,5 milioni destinati nel 2023.

Il provvedimento, «per il riconoscimento e la promozione delle zone montane», comprende anche agevolazioni per docenti, medici e imprese. È composto da 23 articoli che, a 30 anni dalla legge 97/1994, ridefiniscono le politiche pubbliche in materia: più di un miliardo di fondi, a partire da 100 milioni nel 2024, 118,5 nel 2025 e 114,6 nel 2026. Il testo, ricorda il Sole24Ore, prosegue nel solco del lavoro avviato dal governo Draghi ed era stato approvato in via preliminare lo scorso ottobre.

Nel dettaglio, il ddl chiarisce le norme per la classificazione e la formazione di un elenco dei Comuni montani, che saranno individuati sulla base di criteri da definire con Dpcm entro 90 giorni dalla data di entrata in vigore della legge.

La «strategia per la montagna italiana» prevista dal disegno di legge avrà un orizzonte triennale, ma ogni anno una relazione del ministro alle Camere evidenzierà lo stato di attuazione: tra le linee strategiche da seguire per la crescita delle aree montane, attenzione prioritaria ai servizi essenziali e al sostegno alla residenzialità contro lo spopolamento.

«In questo modo valorizziamo e diamo nuova linfa al sistema montagna Italia e rafforziamo ulteriormente il comparto», sottolinea il ministro del Turismo, Daniela Santanchè.

«Con questo ddl maggiori garanzie di sicurezza e monitoraggio dei ghiacciai – osserva il ministro degli Esteri, Antonio Tajani –  la valorizzazione del sistema montagna sia di importanza strategica per la crescita e lo sviluppo dell’intero Paese».

Tra le novità, infatti, l’inserimento di un articolo che disciplina la formazione superiore nelle zone montane, nell’ambito degli interventi per la prevenzione e la mitigazione degli effetti dei cambiamenti climatici. Inoltre, vengono riconosciute le professioni di guida alpina, aspirante guida alpina, accompagnatore di media montagna, guida vulcanologica, maestro di sci e gestore di rifugio.

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