Ghezzi, pressing Anef: «Cambio di passo con il ddl Montagna»

Ghezzi, pressing Anef: «Cambio di passo con il ddl Montagna»
02 Ottobre 10:37 2023 Stampa questo articolo

Gli impiantisti chiedono alla politica un cambio di passo per riportare la montagna al centro. Valeria Ghezzi, presidente Anef, si fa portavoce delle istanze uscite dall’assemblea annuale degli esercenti funiviari, che si è chiusa venerdì scorso a Bibione. C’è dunque attesa per il ddl Montagna, che sarà discusso nelle prossime settimane, per segnare una svolta nella considerazione che le “Terre alte” avranno in seno alle istituzioni.

A due mesi dall’inizio della stagione sciistica, nell’assemblea si è parlato dei temi fondamentali per lo sviluppo del settore: sostenibilità ambientale, economica e sociale, adattamento ai cambiamenti climatici e supporto agli investimenti. Reduci da una stagione positiva e superate le sfide legate alla pandemia e all’esplosione del costo dell’energia e delle materie prime, gli impiantisti sollecitano interventi rapidi delle istituzioni e trasversalità per affrontare insieme gli snodi del futuro.

«La montagna è un valore trasversale, non è né di destra né di sinistra ma è una comunità che dobbiamo tutelare e difendere e a cui dobbiamo dare l’opportunità di lavorare», spiega la Ghezzi. Gli attori della filiera, dunque, lanciano un messaggio preciso per discutere delle sfide che si trovano ad affrontare nel percorso verso una concreta sostenibilità delle imprese funiviarie. Un settore che ha il suo core business nello sci, ma che guarda sempre più alla destagionalizzazione dell’offerta turistica. In tutto sono 400 le aziende della filiera, con 1,5 mld di fatturato, 2,2 mld gli immobilizzi, 15.000 le persone impiegate, di cui un terzo a tempo indeterminato, numeri che, considerando l’intero indotto, vanno moltiplicati fino a sette volte per i fatturati e per cinque quando si parla dei lavoratori.

Tra le priorità del settore, la capacità di essere sostenibili e adattarsi ai cambiamenti climatici. «È sempre più importante che le aziende siano in grado di misurare il proprio impatto e avviare così le azioni necessarie per essere sostenibili – osserva Ada Rosa Balzan, responsabile sostenibilità di Federturismo Confindustria e presidente di Arb Spba – La sostenibilità non è solo ambientale, ma anche sociale e di governance».

La sfida dell’”adattamento” è ben conosciuta dagli impiantisti, sia a un territorio difficile e faticoso come quello montano, sia al clima. Una sfida raccolta già a partire dagli anni ’80, basti pensare allo sviluppo dei sistemi di innevamento programmato per ovviare agli inverni senza neve.

Solo in vista dell’inverno 2023/2024 le imprese funiviarie hanno investito oltre 250 milioni di euro per migliorare la fruibilità della montagna e reggere la competizione con le altre aree alpine. In quest’ottica è essenziale il supporto delle istituzioni, a partire da “Industria 4.0” fino ad arrivare al supporto per gli investimenti di ammodernamento sugli impianti di risalita e di innevamento e alle misure per calmierare il prezzo dell’energia e delle materie prime. Aiuti concreti che andrebbero accompagnati da una semplificazione burocratica. Lo merita la centralità del settore impianti, ribadisce Marina Lalli, presidente di Federturismo Confindustria: «Questo è un settore fondamentale del turismo italiano, che merita tutta l’attenzione da parte delle istituzioni. La domanda che dobbiamo porci è: senza gli impianti di risalita quante persone sarebbero in grado di godere della montagna?».

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