Effetto virus negli aeroporti, Vancouver taglia il 25% del personale

15 Maggio 09:32 2020 Stampa questo articolo

Dopo le recenti notizie sui tagli occupazionali delle compagnie aeree, arrivano i primi annunci di riduzione del personale anche negli aeroporti. Infatti, l’autorità aeroportuale di Vancouver ha annunciato che sarà costretta a licenziare il 25% della forza lavoro attualmente operante nello scalo, pari a circa 550 lavoratori.

Una drastica riduzione basata sulle previsioni di traffico dei prossimi anni: l’aeroporto canadese nel 2019 ha gestito oltre 26 milioni di passeggeri e per quest’anno, con i devastanti effetti del coronavirus, non raggiungerà gli 8 milioni di utenti, con previsioni di traffico molto ridimensionate anche nel 2021 e 2022 e una media annuale non superiore ai 15 milioni di passeggeri.

A fronte di questo dimezzamento del traffico passeggeri, l’autorità aeroportuale di Vancouver ha calcolato l’effettivo fabbisogno occupazionale che possa garantire il giusto equilibrio tra costi e ricavi.

Anche in Italia, solo nel sistema aeroportuale di Milano (Linate-Malpensa) è stata già decisa la cassa integrazione per oltre 4000 lavoratori e si attendono a giorni le decisioni di altre società aeroportuali italiane. Nei prossimi giorni Aci Europe fornirà i dati previsionali sulle possibili ricadute in termini occupazionali dello “tsunami covid” negli scali europei.

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