Europamania tra i viaggiatori Usa: fotografia di un fenomeno

Europamania tra i viaggiatori Usa: fotografia di un fenomeno
14 Luglio 12:13 2023 Stampa questo articolo

Tutti pazzi per l’Europa, o almeno per alcune destinazioni, con gli americani a guidare il trend. L’Associated Press (Ap), agenzia di stampa statunitense, fotografa un’estate di forti flussi turistici verso il Vecchio Continente.

Infatti, dopo i tre anni di limitazioni dovute alla pandemia, le previsioni per la stagione estiva sono di un superamento dei record del 2019 in alcune delle destinazioni più popolari d’Europa, da Barcellona e Roma, da Atene e Venezia alle isole di Santorini in Grecia, Capri in Italia e Maiorca in Spagna. I corrispondenti dell’Ap raccontano, per esempio, delle attese di oltre due ore per visitare l’Acropoli di Atene o del caos dei taxi a Roma per muoversi dalla stazione.

Se sono stati i viaggiatori europei a favorire la ripartenza del settore lo scorso anno, i grandi protagonisti del 2023 sono gli americani, incoraggiati dal dollaro forte, in alcuni casi da risparmi dovuti allo stop della pandemia, e spinti anche dal “revenge tourism”, che fa passare in secondo piano l’aumento delle tariffe aeree o dei costi di soggiorno. Scarsa preoccupazione registrata anche per le recenti rivolte a Parigi e in altre città francesi, infatti il calo minimo di prenotazioni sembra riguardare soprattutto i viaggi domestici.

Anche il tema “overtourism” è passato in secondo piano, con gli impegni a ripensare il turismo per renderlo più sostenibile rimasti per ora in stand by. «La pandemia avrebbe dovuto insegnarci una lezione – ha affermato Alessandra Priante, direttore Europa dell’Unwto – Invece, la mentalità riguarda il recupero del denaro. Tutto riguarda le entrate, il qui e ora. Dobbiamo vedere cosa accadrà tra due o tre anni perché i prezzi al momento sono insostenibili».

Nonostante prevedibili sacche di overtourism, è presto per i consuntivi e al momento i viaggi verso e all’interno dell’Europa subiscono ancora un calo generale del 10% rispetto al 2019, secondo l’Unwto. Ma questo si deve in gran pare al minor numero di persone che visitano Paesi vicini all’Ucraina – a causa della guerra in corso – come Lituania, Finlandia, Moldavia e Polonia.

Inoltre, non c’è ancora stato il boom dei cinesi. I viaggiatori asiatici stanno tornando, ma secondo ForwardKeys sono in calo del 45% rispetto al 2019.

La Grecia, che ha un’economia legata a doppio filo al turismo, ha previsto quest’anno 30 milioni di visitatori, mentre ne ha accolti 34 nel 2019. Tuttavia, il numero di voli per il Paese ellenico è aumentato e i flussi stanno appesantendo la gestione degli hotspot turistici.

Per quanto riguarda la Spagna, il ministro del turismo Héctor Gómez, l’ha ha parlato di «un’estate storica per il turismo», con 8,2 milioni di turisti arrivati ​​solo a maggio, battendo il record per il secondo mese consecutivo. Però, stando a quanto affermano alcune catene alberghiere, c’è stato un rallentamento delle prenotazioni nelle prime settimane estive, causato dal forte aumento dei prezzi di voli e camere.

Nelle preferenze dei viaggiatori spiccano, di fatto, le mete italiane. Gli americani guidano gli arrivi in ​​destinazioni come Roma, Firenze, Venezia e Capri, già al di sopra dei livelli pre pandemici, secondo Federalberghi. Però «poi c’è il resto dell’Italia che vive di turismo italiano ed europeo, e al momento è ancora sotto i livelli del 2019 – ha detto il presidente degli albergatori Bernabò Bocca – Si prevede che ci vorrà un altro anno per una ripresa a tutto campo. Il rallentamento economico ha scoraggiato gli arrivi tedeschi, mentre gli italiani sono meno inclini a spendere quest’anno».

Inoltre, stando ai rilievi del Codacons, il costo degli alloggi a Firenze è aumentato del 53% rispetto allo scorso anno, Venezia ha visto un aumento del 25%, Roma del 21%.

E qui si apre l’annosa questione degli affitti brevi, con il sindaco di Firenze che prova a impedirne la proliferazione nel centro storico patrimonio Unesco – mettendo il limite a 8.000 – e i sindaci di altre città d’arte italiane che chiedono una legge nazionale per gestire il settore. A Venezia, intanto, non è stata intrapresa alcuna azione anche se la città oggi conta 49.432 residenti nel centro storico e 49.272 posti letto turistici, di cui quasi la metà sono appartamenti disponibili per affitti brevi.

«A Roma e Firenze, camminando per strada, fuori da ogni porta di palazzo, sbuca un turista con una valigia», ha sottolineato Bocca. Disagi quotidiani anche a Venezia, dove è difficile camminare per strade intasate di visitatori o prendere i vaporetti pubblici, saturi di turisti con le valigie. La città, infatti, ha posticipato il piano del ticket d’ingresso, che puntava ad arginare il turismo “mordi e fuggi”.

L'Autore

Claudia Ceci
Claudia Ceci

Giornalista professionista, redattore. Specialista nel settore viaggi ed economia del turismo e delle crociere dopo varie esperienze in redazioni nazionali tv, della carta stampata, del web e nelle relazioni istituzionali

Guarda altri articoli