Fontana di Trevi a pagamento? Il Campidoglio: «Solo un’ipotesi»
Per la Fontana di Trevi Totò chiedeva 10 milioni di lire, per poi incassare 500.000 lire di caparra. Il Comune di Roma, secondo alcune stime, potrebbe ricavare 20 milioni di euro dall’introduzione di un contributo di accesso di 2 euro per i turisti, a partire dal 7 gennaio. Ingresso libero invece per i romani residenti.
La notizia non è stata però confermata in toto e fonti del Campidoglio si sono limitate a parlare di “un’ipotesi di lavoro su cui l’Amministrazione capitolina, come è noto, sta ragionando da tempo. Tuttavia, a oggi, non sono state decise date, né sono state prese decisioni in merito”.
Resta il fatto che la Fontana di Trevi – capolavoro tardo-barocco ideato da Nicola Salvi e alimentato dall’Acquedotto Vergine – è il monumento più visto di Roma dopo il Colosseo: oltre 5 milioni e 300mila visitatori nei primi sei mesi del 2025, più di quanti ne ha totalizzati il Pantheon – che nel luglio 2023 ha introdotto l’ingresso a 5 euro – in tutto il 2024, poco più di 4 milioni.
Già dal 22 dicembre 2024 il deflusso dei visitatori è limitato a un massimo di 400 persone che possono sostare nell’area. Dal prossimo mese saranno allestite due corsie, una per i romani e l’altra per i turisti.
Ora vedremo se l’ipotesi ticket diventerà realtà. In quel caso si potrà pagare anche con carta di credito. Le risorse derivanti dal costo del biglietto dovrebbero essere destinate al miglioramento dell’offerta e dei servizi turistici.
A pagamento o no, la Fontana di Trevi resta legata indissolubilmente a uno dei riti più noti al mondo, il lancio delle monete: una assicura il ritorno a Roma, due l’amore, tre il matrimonio. Ogni anno vengono raccolti circa 1,5 milioni di euro, poi donati alla Caritas di Roma.
