Friuli Venezia Giulia, oltre 1 milione di euro per il progetto Walk Art

05 Marzo 11:55 2019 Stampa questo articolo

Si scrive Walk Art e si traduce turismo lento. È la nuova declinazione di viaggio del Friuli Venezia Giulia che, grazie a una dotazione di 1 milione di euro di fondi Ue, ha sviluppato in sinergia con la Carinzia otto cammini, di cui quattro si snodano lungo il territorio italiano da Aquileia a Maria Saal, la Via del fiume Tagliamento da Coccau a Latisana, il Cammino delle Pievi in Carnia e la Via Flavia da Trieste ad Aquileia. Tre si trovano nella regione austriaca e uno coinvolge entrambi i territori, vale a dire la tratta frontaliera.

Un progetto questo che, pur terminando quest’anno, vuole essere «un punto di partenza per la commercializzazione di pacchetti turistici ispirati al turismo lento, coinvolgendo operatori italiani ricettivisti doc e stranieri in un percorso formativo che include anche addetti all’ospitalità e residenti», spiega Bruno Bertero, direttore marketing di PromoTurismoFvg.

«È prevista anche la partecipazione a fiere turistiche per promuovere al meglio questa offerta di nicchia ormai emergente, soprattutto tra gli stranieri. Un turismo esperenziale, consumato sul territorio e improntato sulla valorizzazione di sentieri con forti connotazioni culturali e paesaggistiche», conclude il manager.

Si tratta di quello che Don Gionatan De Marco, direttore nazionale per il turismo della Cei (Conferenza Episcopale Italiana), ha definitivo «un modello italiano dei cammini religiosi che, con Santiago de Compostela, sono diventati il fulcro di un turismo della fede sempre più popolare».

«Il progetto Walk Art – chiarisce Valentina Colleselli, responsabile degli enti locali del Friuli Venezia Giulia – è finalizzato alla diffusione di cammini e in tal senso si sta già realizzando un’app per scaricare info, mappe dei percorsi e luoghi di accoglienza, con vere e proprie schede tecniche utili al viaggiatore».

Un nuovo prodotto che, come ha ribadito il presidente dell’Unità Collinare del Friuli (consorzio che riunisce 15 enti locali), Marco Chiapolino, «sarebbe riduttivo definirlo di nicchia, perché da esso si intende sviluppare una rete di sentieri per il turismo lento che vanno dai cammini religiosi alle ippovie, dai percorsi per cicloturisti a tratte storiche della ferrovia».

«Siamo sempre più orientati – ha aggiunto Bertero – a consolidare un’offerta focalizzata sul tema dell’accoglienza diffusa e quindi attraverso la Strada dei Vini e dei Sapori abbiamo cominciato a riunire in un unico percorso le cinque strade del vino, uscendo anche dalla logica limitativa delle cantine per coinvolgere la piccola produzione e la micro ristorazione locale di qualità. Un tema volutamente trasversale che può interessare il cicloturista come il viaggiatore trekking».

«A tale scopo – prosegue il direttore – è stato creato un apposito sito di riferimento per portare i turisti a utilizzare anche questo tipo di strutture a fare questo tipo di esperienze. Per far questo abbiamo lavorato costantemente con tour operator e agenzie organizzando workshop ed educational sul territorio per implementare tutta l’offerta. Quindi per la stagione 2019 puntiamo molto sui temi della bike, del nordic walking, dell’enogastronomia e dei cammini. Tutti prodotti molto apprezzati dai nostri mercati esteri di riferimento che sono ovviamente l’Austria, seguita da Germania, Regno Unito e Germania».

Lo scorso anno il Friuli Venezia Giulia ha fatto segnare oltre 9 milioni di presenze turistiche e un picco di 1,5 milioni di arrivi nella sola stagione estiva.

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Andrea Lovelock
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