Se l’incoming si affida agli influencer: il caso My Tour in Italy

Se l’incoming si affida agli influencer: il caso My Tour in Italy
25 Ottobre 14:31 2022 Stampa questo articolo

Si potrebbe chiamare “incoming influencer marketing“, la nuova frontiera che il tour operator ricettivista di Siena, My Tour in Italy, ha tracciato avvalendosi di content creator e influencer dei principali social network per intercettare clientela di nuova generazione, attraverso storie, video e fotografie postate su Instagram, Facebook e TikTok.

Mirko Righi, ceo di My Tour in Italy, società con oltre 50 dipendenti, uffici a Siena, Svizzera e Albania e oltre 100mila clienti registrati nell’ultimo anno operativo, non ha dubbi: «In questi due anni di sosta forzata a causa del Covid ci siamo interrogati su come potevamo approntare la ripartenza, aprendo la nostra attività a nuove opportunità con un budget comunque limitato, e abbiamo individuato nei canali social la possibilità di ampliare la clientela, raggiungendo anche viaggiatori di nuova generazione con un investimento mirato».

«Ci siamo resi conto – prosegue – che oggi, tra i consumer turistici, dopo lo tsunami di recensioni online e di un enorme gamma di offerte veicolata su internet, è tornata prepotentemente la voglia di stabilire un contatto, una relazione. Ed è così che abbiamo lanciato la scommessa digital marketing a mezzo social: i travel influencer raccontano le loro sensazioni e vengono seguiti nelle loro esperienze turistiche. Così come i content creator possono ideare dei format di video e fotografie ad alto valore aggiunto per promuovere destinazioni e servizi turistici. Abbiamo quindi coinvolto circa 25 influencer, alcuni giovanissimi ma con una buona platea di follower, offrendo loro gratuitamente i nostri servizi sul territorio – dai tour in Vespa o a bordo delle mitiche 500, alle visite ale cantine del Chianti, per avere in cambio le loro testimonianze ed esperienze postate sui vari canali social. Sono diventati veri e propri collaboratori nella commercializzazione del nostro prodotto».

My Tour In Italy Angela Harzaj Mirko Righi

Mirko Righi e Angela Harizaj di My Tour in Italy

E Angela Harizaj, direttore commerciale e social manager di My Tour in Italy, spiega: «Abbiamo applicato questo modello di influencer marketing a My Tour in Italy per farci conoscere anche dal pubblico italiano nel minor tempo possibile e crearci una reputation nel mercato. Abbiamo selezionato i content creator, scelto insieme le loro storie, i loro contenuti, con un piano editoriale. E successivamente abbiamo utilizzato strumenti gratuiti come notjustanaytics.com per valutare l’account e il suo livello di interazione con i follower. Da parte nostra, abbiamo offerto gratuitamente ai social partner i prodotti e servizi My Tour in Italy, nonché la possibilità di organizzare eventi social per le loro community. Mentre ai content creator abbiamo chiesto reel, video, interviste, articoli sui blog e altri contenuti per presidiare in modo sistematico i vari canali. Queste affiliazioni e la scontistica riconosciuta ai content creator hanno già portato incrementi nelle vendite del t.o.».

Per pianificare al meglio questa strategia, My Tour in Italy si è avvalso di professionisti specializzati come Davide Valin di XeniaPro, agenzia di digital marketing. È stato lui, nel corso del workshop formativo del t.o. al Casale dello Sparviero a Castellina nel Chianti (Toscana), a raccontare l’importanza dei social e di come la scelta di un’agenzia all’altezza possa supportare al meglio la strategia di un operatore: «La nostra mission è attrarre traffico quotidiano, convertirlo in lead, chiudere la vendita e fidelizzare i clienti per farli diventare a loro volta promotori del brand. Per far questo occorre che l’operatore si organizzi al suo interno e condivida con noi un’analisi preliminare. Si passa poi allo studio del target e alla definizione degli obiettivi. Successivamente, si individuano e si creano i contenuti con revisione del sito web. Il passaggio finale riguarda, infine, la distribuzione dei contenuti tramite newsletter, social, Pr».

influencer my tour in italy

Gli influencer e content creator coinvolti nel workshop in Toscana

Sul tema è intervenuta anche la giovane Marinela Marku di Mms Agency, social media manager ed esperta di reel, che ha spiegato perché i social più adatti al turismo sono sicuramente Instagram, Facebook e TikTok: «Le visualizzazioni possono trasmettere emozioni e creare la giusta empatia intorno a un luogo, una meta. La considerevole crescita di TikTok ci ha insegnato, poi, che i video brevi possono avere una loro valenza anche nella promozione dei viaggi. Così come racconti di storie assurde possono generare tantissime visualizzazioni. Mentre in un ambiente social come Facebook, i post possono rappresentare dei contenuti performanti e, allo stesso modo, le dirette riescono a conquistare migliaia di follower. Riguardo a queste realtà social ci sono poi dei passaggi must da seguire, come ad esempio garantire la continuità del racconto e dei video; e al tempo stesso, ci sono degli errori da evitare, come i racconti troppo lunghi».

Per l’anno che verrà, My Tour in Italy ha già lanciato la sua doppia scommessa: «Da un lato – anticipa Righi – la gamma di servizi e prodotti incoming che contemplano Tour in 500 o in Vespa, passeggiate a cavallo e altre esperienze stimolanti, da veicolare sempre più sui social, per arrivare al 50% di vendite tramite Ota e adv fisiche e l’altra metà attraverso i social network, intercettando così anche le nuove generazioni di viaggiatori; dall’altra – prosegue – una linea di prodotti e servizi upscale, come degustazioni di vini in cantine esclusive o itinerari inediti ispirati a degustazioni di rum, cioccolato e sigari, veicolati con il brand My Luxury Experience, per una fascia di clientela altospendente. Una linea, quest’ultima, con un sito esclusivo che non è aperto a tutti: un vero e proprio club a cui ci si iscrive per ricevere proposte molto particolari».

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Andrea Lovelock
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