Giordania in rimonta nonostante la guerra

12 Febbraio 11:29 2024 Stampa questo articolo

In Bit 2024 lo stand della Giordania emergeva su tutti gli altri, per la sua grandezza e per i suoi colori forti che ricordavano i toni caldi del deserto.

Un segnale sicuramente voluto per rimarcare la presenza nella fiera dedicata al turismo del Paese che in questi mesi sta subendo i danni turistico-economici della guerra in Israele.

Come un mantra nei tre giorni di fiera, la rappresentanza del Jordan Tourism Board – il direttore generale Abed al Razzaq Al Arabiyat (in foto), il direttore marketing Ahmad Hmoud, la regional manager Italia Hala al Khashman e Marco Biazzetti, country manager – ha ripetuto che la Giordania è un Paese sicuro, lontano dai luoghi del conflitto centinaia di chilometri, che la situazione interna è stabile, che il settore turistico non si è mai fermato e tutto è come sempre pronto ad accogliere i turisti, in particolare gli italiani che sono al primo posto in Europa per arrivi con 127.610 connazionali registrati nel 2023 (+42% sul 2019).

Questo prima del conflitto, oggi «abbiamo perso il 70% dei passeggeri rispetto a gennaio dello scorso anno, anche se l’Italia resta sempre al primo posto come arrivi, però stiamo registrando una ripresa per marzo/aprile e per l’estate, ma soprattutto prevediamo cha a ottobre prossimo si possa arrivare a livelli pre guerra di Gaza, almeno se la situazione non degenera», sottolinea Biazzetti, country manager per Jordan Tourism Board.

L’obiettivo di questi mesi difficili del Jordan Tourism Board è, oltre a rassicurare i viaggiatori, anche rafforzare e supportare il trade e gli operatori che programmano viaggi in Giordania, con incentivi, attività promozionali e di cobranding, anche diversificando l’offerta e arricchendola di nuovi temi e nuove destinazioni.

In questo senso, l’accordo di gennaio fra il ministro del Turismo e delle Antichità della Giordania Makram Qaisi e il segretario di Stato Vaticano cardinale Pietro Parolin per promuovere il turismo religioso e il pellegrinaggio cristiano nella Giordania, antica Terra Santa, in vista anche del 2030, anno dedicato alla celebrazione di San Giovanni Battista.

«L’accordo è un impegno reciproco a sviluppare pellegrinaggi in tutte e due i Paesi, con interscambi e collaborazione da parte entrambi e prevede un rappresentante diplomatico del Vaticano in Giordania che aiuti a promuovere il pellegrinaggio nei 5 luoghi santi riconosciuti da Giovanni Paolo II. Noi abbiamo già creato un sito apposito, holy land Jordan, dove anche il pellegrino che viaggia solo può trovare informazioni utili sul suo viaggio, per esempio come organizzare messe nelle chiese che troverà lungo il suo percorso», sottolinea Biazzetti, che continua: «A proposito di nuove proposte di viaggio, una potrebbe essere, per esempio, quella che combina la visita dei luoghi santi con la visita di Petra, o dei siti archeologici ancora poco conosciuti di Madaba, la città dei mosaici, o di Sela, premiata nel 2023 come Best Tourism Village Unwto».

Nonostante il forte rallentamento degli ultimi mesi a causa del conflitto israelo-palestinese, la percezione durante la fiera, confermata da tutti i rappresentanti del Jordan Tourism Board, è stata comunque di un forte interesse per la destinazione.

«Il turista che sceglie la Giordania come meta di un viaggio è un turista informato, che ama la storia e la cultura e si rende perfettamente conto della reale situazione politica e di pericolo; gli italiani, in particolare, sono viaggiatori preparati che, nonostante il periodo, continuano a essere il primo mercato per noi, per questo – conclude – siamo fiduciosi che nei prossimi mesi si tornerà ai numeri del 2023».

L'Autore

Carla Villani
Carla Villani

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