Hilton, Trump pesa sui conti. Ma l’outlook è in rialzo

Hilton, Trump pesa sui conti. Ma l’outlook è in rialzo
24 Luglio 07:14 2025

L’effetto Trump ha pesato sui conti di Hilton Worldwide, ma la ripresa sembra all’orizzonte. La catena alberghiera ha registrato, nel secondo trimestre, un calo dell’1% del tasso di occupazione e dell’1,5% dei ricavi per camera disponibile nel mercato statunitense (RevPar), a fronte di una crescita significativa a livello internazionale. Il rallentamento dell’attività nazionale di Hilton rispecchia quello della domanda in tutto il settore dei viaggi negli Stati Uniti. Hilton, però, ha alzato l’outlook per l’intero 2025.

TRA DIFFICOLTÀ E RIPRESA

L’amministratore delegato, Chris Nassetta, ha dichiarato che la domanda statunitense dovrebbe riprendersi presto, grazie a maggiori certezze e alla crescita dell’economia. I tagli alla regolamentazione, la riforma fiscale, l’assestamento della politica commerciale e gli investimenti significativi in tutti i settori «dovrebbero sbloccare un aumento significativo della domanda di viaggi». Ad aprile, Hilton aveva tagliato l’outlook, ma Nassetta aveva già espresso fiducia sui futuri risultati dell’amministrazione statunitense. D’altra parte, a febbraio, era arrivato l’endorsement: ci saranno, aveva detto, «opportunità di crescita» e politiche «più favorevoli alle imprese» grazie al presidente Donald Trump.

Hilton Worldwide ha rivisto al rialzo le sue previsioni sugli utili del 2025 sulla base delle aspettative di una completa ripresa della domanda di viaggi nazionali negli Stati Uniti, dopo un brusco calo nella prima parte dell’anno. Tuttavia, le previsioni dell’azienda per gli utili del terzo trimestre sono state inferiori alle aspettative degli analisti, facendo scendere le azioni della catena alberghiera del 2,5% a Wall Street.

IL PEGGIO È PASSATO?

Alcune società dell’industria del turismo, tra cui Delta Airlines e United Airlines, hanno recentemente affermato che la domanda di viaggi negli Stati Uniti si è stabilizzata, dopo la battuta d’arresto di marzo causata dalla guerra commerciale scatenata da Trump. «Stiamo iniziando a vedere i primi segnali di una ripresa della domanda», ha dichiarato Nassetta, in una conference call post-consuntivo, aggiungendo che prevede che le condizioni inizieranno a normalizzarsi entro il quarto trimestre.

La società madre del Waldorf Astoria, che ha riaperto il suo hotel di punta a New York dopo otto anni di restauro, ha registrato un utile rettificato di 2,20 dollari per azione nel secondo trimestre, superando le stime di Wall Street di 2,04 dollari. Il fatturato totale per il trimestre conclusosi il 30 giugno è stato di 3,14 miliardi di dollari, in aumento del 6,3% rispetto all’anno precedente.

Tuttavia, il fatturato comparabile per camera disponibile, un importante indicatore di performance nel settore alberghiero, è diminuito dello 0,5% a causa di un modesto calo dell’occupazione.

L’OUTLOOK

Con il mercato statunitense ancora in fase di ripresa, Hilton prevede un utile rettificato per il terzo trimestre compreso tra 1,98 e 2,04 dollari per azione, al di sotto delle stime degli analisti di 2,13 dollari. Per l’intero anno, la previsione è di un utile rettificato tra i  7,83 e gli 8 dollari per azione, rispetto alle precedenti previsioni di 7,76-7,94 dollari. Confermate le previsioni sul RevPar, per una crescita piatta o in aumento fino al 2% rispetto al 2024.

LE NUOVE APERTURE

Nassetta ha affermato che Hilton prevede, entro la fine dell’anno, di aggiungere almeno due nuovi marchi attraverso accordi che prevedono il rebranding degli hotel esistenti. Nel secondo trimestre, Hilton ha aperto 221 hotel, per un totale di 26.100 camere, con un incremento netto di 22.600 camere. L’azienda ha continuato a espandere i suoi marchi di lusso e lifestyle, portando il portfolio a oltre 1.000 hotel in tutto il mondo.

Hilton ha aggiunto 36.200 camere alla pipeline di sviluppo nel secondo trimestre e, al 30 giugno, la pipeline di sviluppo contava 3.636 hotel, per un totale di 510.600 camere in 128 Paesi e territori, inclusi 29 Paesi e territori in cui non avevano hotel esistenti. Inoltre, quasi la metà delle camere nella pipeline di sviluppo è in costruzione e più della metà si trova al di fuori degli Stati Uniti.

«Per quanto riguarda lo sviluppo, abbiamo realizzato la pipeline più grande della nostra storia e siamo fiduciosi nella nostra capacità di generare una crescita netta delle unità tra il 6% e il 7% nei prossimi anni», ha detto Nassetta.

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Patrizio Cairoli
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