Donne e uomini, non semplicemente fatti. Più che sfogliare il calendario del 2025, è come passare in rassegna i ritratti esposti alla Grande Galerie del Louvre, girando la testa a destra e a manca.
Volti legati al mondo del travel, ovvio, ma anche volti del mondo che si riflette sul travel. Prendete Donald Trump, un nome a caso. In un pianeta che ruota troppo spesso in senso antiorario, l’inquilino della Casa Bianca calpesta come un bulldozer ogni sentiero che si trova davanti e sale in maniera fin troppo disincantata su quel “ponte di pace” chiamato turismo, concetto trasversale che nell’anno del Giubileo passa dai due Papi alla titolare del Mitur, Daniela Santanchè.
Donne e uomini, ma anche chi di carne e ossa non è fatto, ha già ha afferrato lo scettro globale e non lo mollerà mai più. Non ha un nome e un cognome, ma un grande appeal e sul suo sigillo compaiono appena due lettere: Ai, artificial intelligence. È l’acronimo che sta traghettando il mondo dal presente al futuro. Il travel lo impiega ogni giorno di più, ma senza perdere di vista emozioni e relazioni umane. Perché un turismo senza cuore non è turismo. Anche nel 2026.
DONALD TRUMP
Un uomo solo al comando. Dipende da quale punto di vista, ovviamente, ma non c’è dubbio che Donald J. Trump, 80 anni il prossimo 14 giugno, sia l’indiscusso padrone del crocevia mondiale. Guerre comprese. Arbitro della (fragilissima) tregua nella Striscia di Gaza (e, di riflesso, meneur de jeu in Medio Oriente, con il turismo prima in sofferenza in Egitto e Giordania e poi fortunatamente in ripresa), dove ha piantato il suo vessillo senza scrupoli in una terra intrisa di sangue: perché creare una Riviera di Gaza “senza palestinesi”, in stile Dubai, rimane eccome un obiettivo nella testa del tycoon.

Per ora resta una tigre di carta, ma anche i dazi sembravano una minaccia teorica e invece sono diventati realtà il 2 aprile 2025: «Il giorno della liberazione», lo ha ribattezzato Trump. Peccato che abbiano contribuito a far salire i prezzi e ad allontanare i turisti dagli States: ma America First è la linea del Piave marcata dal presidente, indietro non si torna.
Il calo, per la prima volta dal 2020, è un dato di fatto: in autunno prenotazioni aeree diminuite del 7,56% rispetto al 2024 e viaggiatori stranieri in arrivo negli aeroporti Usa giù del 3,8% nei primi sette mesi del 2025. Un rosso che, unito al blocco delle attività governative a causa dello shutdown più lungo nella storia americana è costato miliardi di dollari. Ma niente paura: la Coppa del Mondo del 2026, condivisa con Canada e Messico, metterà a posto i conti. D’altronde, come ha ricordato lo stesso Trump durante il sorteggio di Washington – diventato in fretta un “One man show”, con tanto di premio Fifa per la pace – «il mondo ora è un posto più sicuro».
Il primo capitolo del libro “Photoansa 2025”, un classico di fine anno, si intitola “Il ciclone Trump”. Ma forse non rende abbastanza l’idea.
DUE PAPI E UN GIUBILEO
Neanche a farlo apposta, Donald Trump il concorrente più inatteso sul proscenio mondiale se lo ritrova in casa. Il 2025 infatti partorisce il primo Papa americano della storia, Leone XIV. Succede in pieno Giubileo a Francesco, l’uomo “venuto dalla fine del mondo”, scomparso nel giorno di Pasquetta, che aveva invocato: «Il turismo è un ponte gettato fra i popoli e un messaggio di pace».

È stato il pontefice con lo zaino in spalla e dei 47 viaggi apostolici in 66 Paesi diversi, che ha volato 13 volte con Ita Airways, ribattezzata: «Le mie ali per portare il Vangelo ai confini della terra». Papa Prevost eredita un Anno Santo di luci e ombre: Roma ha messo in campo un piano da 4,8 miliardi di euro e in estate ha accolto 1,7 milioni di turisti, +8,8% rispetto al 2024.
Per i primi otto mesi Banca d’Italia quantifica 25 milioni di presenze, due terzi straniere, ma la spesa giornaliera è scesa del 10%. Le stime finali di The Data Appeal Company parlano di oltre 30 milioni di visitatori. Stabili i prezzi Ota (-3%): gli hotel flettono sulla tariffa massima (-7%), avanzano ostelli e campeggi (+27%). Tra i Paesi crescono Polonia (+7%), Argentina (+29,2%), Canada (+14,4%) e Messico (+11,6%). E l’atteso boom Usa? L’effetto Prevost sposterà gli equilibri, ma la vera invasione ci sarà dal 2026. Storicamente l’anno post Giubileo è superiore dal punto di vista turistico.
ROBERT KELLY ORTBERG
Il terzo uomo Usa arriva da Dubuque, nell’Iowa. Robert Kelly Ortberg, 65 anni, è il ceo di Boeing dall’8 agosto 2024: succede a David Calhoun, che si è dimesso a marzo, dopo un inizio anno burrascoso che ha aperto una crisi profonda. Ortberg annuncia una politica di “lacrime e sangue” e «l’inizio di una nuova era» per riportare fiducia e risultati. Il tunnel è lungo e passa attraverso uno sciopero record e tagli cospicui. Poi, nel 2025, si cambia marcia e, per la prima volta dopo due anni, Boeing supera Airbus nelle consegne mensili: 45 a 25.

A maggio Ortberg batte un colpo a Doha al cospetto di Trump e sigla il più grande accordo per 210 widebody con Qatar Airways. Ortberg gonfia il petto: «Se ci concentriamo su sicurezza, qualità e stabilità il 2025 segnerà la svolta». E non solo Boeing riduce le perdite trimestrali, grazie al forte aumento delle vendite, ma i ricavi salgono del 35%. I nuovi ordini sono 420, miglior risultato trimestrale dal 2023, 280 gli aerei consegnati, mai così bene dal 2018: il fatturato cresce del 30% a 23,27 miliardi.
Dulcis in fundo, la “pace” con Ryanair, dopo le stoccate di O’Leary per il ritardo nelle consegne: via libera ai nuovi arrivi prima del previsto. Domani è un altro giorno.
MICHAEL O’LEARY
Michael O’Leary, un uomo per tutte le polemiche. La ritrovata sinergia con Boeing permetterà alla low cost di superare il suo obiettivo di crescita passeggeri e spegne, almeno in parte, gli ardori del ceo che lancia strali contro mezzo mondo.
Per informazioni, citofonare a Ursula von der Leyen, Commissione Ue, Bruxelles. O’Leary l’ha accusata di non aver protetto i sorvoli durante gli scioperi dei controllori di volo in Francia e ha scritto a Palazzo Berlaymont: “Cara Ursula, se non sei disposta a difendere e proteggere il mercato unico per i viaggi aerei in Europa, dimettiti”.
Quindi è passato dalle parole ai fatti, tagliando centinaia di voli in Europa per la mancata abolizione delle addizionali comunali. Poi una puntata al tavolo dei dazi: «Non accetteremo le consegne di nuovi Boeing se dovessero diventare troppo costosi».

Di grande spessore, invece, l’intesa con Fiavet per la piattaforma Tad, dedicata alle agenzie di viaggi per l’emissione dei biglietti aerei (anche se ora Ryanair è accusata di aver violato l’accordo e rischia una multa di un miliardo dall’Antitrust). O lo storico accordo con Booking Holdings. Ma provocazioni e polemiche sono tornate in fretta, con l’aumento del “bonus” di 2,50 euro ai dipendenti che scovano i bagagli extralarge.
La vera rivoluzione a novembre: basta carte d’imbarco cartacee, vale solo la versione digitale. E mentre segna un punto a favore nella battaglia legale contro eDreams, O’Leary cancella Prime, il programma frequent flyer: troppo conveniente per i clienti. Meglio investire sul lungo raggio. «Mai dire mai», osserva. Neanche fosse 007.
JOERG EBERHART
Herr Ita. Da un anno Joerg Eberhart è il nuovo amministratore delegato e direttore generale della compagnia italiana, convolata a nozze con Lufthansa dopo la benedizione dell’Ue. Il gruppo tedesco versa 325 milioni di euro in cambio del 41% delle quote. Il 59% resta al ministero dell’Economia, ma entro il 2029 il gruppo tedesco potrà acquisire un ulteriore 49% pagando altri 325 milioni e nel 2030 l’ultimo 10% con 79 milioni.

Si parte, ma con un dubbio grande così: che con Lufthansa in plancia di comando Ita Airways perda la sua identità nazionale. «Non succederà», promette il presidente, Sandro Pappalardo. Eberhart ha le idee chiare: 2025 anno zero, primi utili rimandati al 2026, dal 30 marzo vendita dei voli in codeshare con gli altri vettori del Gruppo, uscita da SkyTeam e approdo in Sky Alliance, rilancio del brand Alitalia. E gli ex Alitalia in Cigs? «Potremmo prenderli in considerazione». Non andrà così. Eberhart invita Spöhr ad anticipare la salita di Lufthansa al 90% di Ita. «Entro giugno 2026», è la replica.
Il piano industriale arriva in anticipo rispetto al previsto, ma i sindacati lo bocciano. Prima del Panettone l’annuncio di un rimpasto dirigenziale. Eberhart parla di «nuovo modello operativo per diventare più forti». Le prossime tappe? Il Roma-Houston e il ritorno a Heathrow.
PIER EZHAYA
Pier Ezhaya cala il tris. A novembre il direttore generale tour operating di Alpitour World viene eletto alla guida di Astoi Confindustria Viaggi per il mandato 2025-2028, il terzo consecutivo. Gli obiettivi sono chiari: attivare verticali specializzate nei vari “turismi”, tra cui l’arrembante segmento education, adattando lo Statuto; e poi dotare l’associazione dei tour operator di un ramo distribuzione, con Aidit tra i partner papabili. Senza dimenticare la formazione e la capacità di difendere la visibilità sui media.

Ma la vera spina nel fianco per gli operatori è la famosa direttiva Ue sui pacchetti turistici, che regola viaggi, vacanze e servizi collegati. Ezhaya spedisce una dura lettera a Bruxelles: “Se si vuole danneggiare un settore al punto da farlo chiudere, la nuova direttiva europea sui pacchetti turistici è la strada più breve”. La posizione Ue si ammorbidisce e il 2 dicembre arriva il compromesso, che tiene conto delle preoccupazioni sollevate dall’industria europea dei viaggi e tutela i turisti. Ora la direttiva va approvata dall’Europarlamento, poi gli Stati membri avranno 28 mesi per recepirla nel diritto nazionale.
Nel frattempo Ezhaya continua a mietere successi in qualità di direttore generale tour operating di Alpitour World e quello che si chiude è un «anno straordinario» per la divisione, celebrato durante una convention a Salalah, in Oman, dal titolo, non a caso, evocativo: “The Masterpiece – L’opera più grande”. Un 2025 con numeri positivi su tutte le verticali del business: canali, destinazioni, brand, aree commerciali, individuali e gruppi. Per il terzo anno consecutivo, giro d’affari, volumi e redditività sono cresciuti e il fatturato ha superato la roboante cifra di 1,5 miliardi, con incrementi a doppia cifra di tutti i t.o. «Se abbiamo raggiunto questi risultati – sottolinea Ezhaya – è grazie al grande lavoro di squadra che il nostro Gruppo mette in campo. È proprio la squadra il nostro capolavoro».
SHAIKHA AL NOWAIS
La first lady. Shaikha Al Nowais è la prima donna eletta segretario generale nei 50 anni di storia di Un Tourism, l’Organizzazione Mondiale del Turismo dell’Onu, con inizio mandato nel 2026. Leader degli Emirati Arabi Uniti nel turismo, porta una vasta esperienza dal settore privato, in particolare come vicepresidente corporate di Rotana Hotels. Al Nowais, inoltre, è presidente del gruppo di lavoro sul turismo della Camera di Commercio di Abu Dhabi e membro del consiglio dell’Abu Dhabi Businesswomen Council.

Il suo programma si fonda su cinque priorità: turismo responsabile, sviluppo delle competenze, tecnologia al servizio del bene comune, finanza innovativa, governance intelligente. «Questa è una vittoria per tutti noi – ha sottolineato Al Nowais – Insieme portiamo avanti la convinzione che il turismo, nella sua forma migliore, possa elevare le nazioni e unire l’umanità».
Ma è un altro il punto che ci tiene a sottolineare: «Sono orgogliosa di rappresentare gli Emirati Arabi Uniti, una nazione la cui leadership ha costantemente sostenuto la parità di genere e l’emancipazione femminile».
Nella sua fitta agenda c’è grande spazio per il climate change, con grande attenzione al turismo sostenibile. Non a caso, tra i pochi, concreti, passi in avanti nelle strategie di contenimento scaturite dalla Cop 30 in Brasile primeggia proprio il Pas (Plan for Accelerate Solution) adottato da Un Tourism. Un programma di rafforzamento della governance attraverso il Gruppo di lavoro interistituzionale sul turismo e l’azione per il clima, affinché si acceleri nell’attuazione della Dichiarazione di Glasgow nell’ambito del programma One Planet Sustainable Tourism.
L’altro tema riguarda l’overtourism: «Servono una gestione intelligente dei flussi, la diversificazione delle destinazioni e una vera inclusione». Nonostante le tragedie di Gaza e della guerra russo-ucraina, Un Tourism segnala a novembre il nuovo record del turismo mondiale nei primi nove mesi dell’anno: superata la soglia di 1,1 miliardi di viaggiatori. A trainare la crescita Africa ed Europa.
DANIELA SANTANCHÈ
«La nomina di Al Nowais è un segnale molto importante anche per tutte le donne arabe». Un apprezzamento che va ben oltre le congratulazioni e la solidarietà femminile, quello espresso dal ministro del Turismo Daniela Santanchè. E tutto si potrà dire tranne che a Villa Ada manchino spirito d’iniziativa e “gioco di squadra”.

Il successo del Wttc Global Summit a Roma certifica le potenzialità del turismo di casa nostra, capace di attrarre tutti i big player del settore provenienti da 65 Paesi. La notizia più rilevante riguarda gli otto miliardi di investimenti in Italia in arrivo dai grandi gruppi del turismo internazionale nei prossimi anni, l’intervento più massiccio mai portato in un Paese dal Wttc. È in questa circostanza che Santanchè ricorda che «il turismo deve essere un ponte di pace, perché dove ci sono turisti non ci sono soldati, né eserciti».
Le stime incoming per Natale e Capodanno fanno ben sperare: 4 milioni di arrivi aeroportuali e una spesa pari a 3,5 miliardi di euro. Tra strappi e frenate prosegue la rivoluzione degli affitti brevi e la destagionalizzazione compie passi da gigante, grazie ai risultati significativi dei mesi spalla. L’overtourism resta un problema e Santanchè – insieme al ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi – istituisce un Tavolo di lavoro interministeriale insieme ai rappresentanti dei Comuni firmatari della Carta di Amalfi, in testa il sindaco dell’ex Repubblica Marinara, Daniele Milano. Ma ora è tempo di cogliere i frutti dei grandi eventi: le Olimpiadi di Milano Cortina nel 2026 – con la Tregua Olimpica firmata anche dalla Russia – e l’America’s Cup a Napoli nel luglio 2027.
E per il travel che verrà, arrivano i nostri. Il primo rinforzo è la Venere in carne e ossa presentata da Santanchè, con Open to Meraviglia che si evolve in Welcome to Meraviglia. «Venere – spiega Santanchè – girerà la Penisola, da Nord a Sud, per valorizzare il nostro meraviglioso patrimonio turistico. Interagirà con il territorio per cogliere gli aspetti più autentici dell’Italia». Prosit.
JANNIK SINNER
Nessun errore. Jannik Sinner è a tutti gli effetti un big player e incide eccome sul turismo (degli eventi): il sold out a Torino per le Atp Finals è un tesoro portato in dote dall’asso di Sesto, trionfatore a Wimbledon, prima volta in assoluto di un tennista italiano. Segni particolari: 24 anni, criniera fulva, numero 2 del Mondo, dopo un lungo testa a testa con il suo amico-rivale, lo spagnolo Carlos Alcaraz.

E Sinner non è l’unica icona sportiva a promuove le destinazioni, anzi. I casi più emblematici sono quelli di Lionel Messi e Cristiano Ronaldo, al servizio di Miami e Arabia Saudita. Messi, inoltre, è ambasciatore ufficiale del turismo saudita: da maggio 2022 è testimonial della campagna “Go Beyond What You Think”. La Giamaica sventola il vessillo di “Lightning” Usain Bolt. Roger Federer è ambasciatore ufficiale della Svizzera e il suo storico rivale, Rafa Nadal, promuove la sua isola natale, Maiorca.
I conti tornano, conferma Cédric Lopez, direttore vendite di Sojern: «Il turismo sportivo rappresenta il 10% della spesa turistica mondiale e raggiungerà 1,3 trilioni di dollari entro il 2032».
Anche Julio Velasco è un ambasciatore dello sport, ma nel vero senso del termine. Un vincente, un raro esempio di intelligenza e competenza. Un maestro del coaching, che prevede poche regole, ma precise, adatte anche al travel: favorire la leadership e l’identità del team, migliorare le performance e condividere un progetto a lungo termine. Sembra l’Ai applicata alla massima potenza. Invece è l’uomo.
AGENTE AI
L’ultimo è il volto simbolo della rivoluzione nel turismo: Vicky, l’assistente virtuale impiegata in convention da Alpitour. Affidiamoci alle parole di Mario Draghi, ex presidente del Consiglio e della Bce: «C’è un pericolo stagnazione per l’Italia se non colma il divario che la separa da altri Paesi nell’adozione delle tecnologie legate all’Ai».

Ecco allora la nuova sfida strategica delle imprese del travel: l’intelligenza artificiale agentica, che fissa obiettivi, pianifica ed esegue attività con un intervento umano minimo. È un nuovo braccio operativo per tour operator e agenzie di viaggi. I tempi? Secondo un report Gartner, entro il 2028 almeno il 15% delle decisioni quotidiane nelle aziende sarà preso da agenti intelligenti. Intanto, il 19% delle organizzazioni ha effettuato investimenti significativi nell’Ai agentica.
Per Mirko Lalli, ceo di The Data Appeal Company, un agente Ai può pianificare un viaggio intelligente e modificare gli itinerari. L’agente umano non sparisce, si evolve: «Le agenzie che sapranno integrare l’Ai agentica – nota – diventeranno curatori intelligenti di esperienze, in grado di combinare la velocità del digitale con la competenza e la fiducia umana». Chi si ferma è perduto. Ma l’uomo resta in corsa.
L’Agenzia di Viaggi Magazine vi augura buone feste. Torneremo il 7 gennaio 2026 con notizie e approfondimenti sulla travel industry.
Giornalista professionista, innamorato del suo lavoro, appassionato di Storia, Lettura, Cinema, Sport, Turismo e Viaggi. Inviato ai Giochi di Atene 2004
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