Galeotta fu un’esperienza con l’allora Club Vacanze, che nel 1989 ha indotto Luca Corsini a mettere in piedi il gigante dell’intrattenimento turistico Art Group, che al suo interno contempla ArtSwiss e a sua volta Prime, società con cui opera nel mercato italiano. Il Gruppo di Corsini – executive chairman e founder – vanta qualcosa come 2mila animatori in estate, per sette divisioni che servono big dell’ospitalità e della villagistica da Veratour a Futura Vacanze, passando per Voihotels del Gruppo Alpitour.
Qual è stata la svolta?
«Reduce nel 1986 da un’esperienza con Club Vacanze, tre anni dopo ho aperto una società di servizi di intrattenimento, spettacolo e miniclub. Inizialmente avevamo pochi dipendenti e lavoravamo un numero limitato di strutture. La svolta è arrivata nel 1992 proprio con Club Vacanze, che abbiamo iniziato a servire come Art Group. Poi nel 2008 è entrata l’esclusiva Veratour che ci ha permesso di accelerare, fino a raggiungere clienti storici come Futura Vacanze, Th Group, Voihotels, Bluserena. Nell’ultimo anno abbiamo inserito anche I Grandi Viaggi».
Come si conquistano certi clienti?
«La nostra forza, a livello commerciale, sta sicuramente nel fatto che non utilizziamo mai il nostro marchio: ciò che appare è sempre il brand del cliente. Abbiamo creato una corposa rete di dipendenti, che nel picco estivo raggiunge le 2mila unità distribuite su circa 150 strutture in tutto il mondo. Oltre all’Italia, siamo in mete come Egitto, Santo Domingo, Messico, Cuba, Madagascar. E in tantissime località di montagna».
E quanti animatori avete in forza in inverno?
«Circa 500. Avere la montagna in offerta, oltre al lungo raggio, ci permette di dare continuità all’animatore turistico garantendo lavoro tutto l’anno, questo consente anche di acquisire i migliori sul mercato. Lavoriamo molto anche lato eventi in sinergia con Fandango Club, infatti siamo reduci dall’Apreski di Milano».

Com’è cambiata l’animazione dagli anni Novanta?
«C’è stata un’importante evoluzione nell’animazione. Prima era più goliardica, magari meno professionale. Coinvolgeva qualsiasi fascia di età. Con gli anni si è modificata, anche grazie a delle nostre idee, cercando di renderla più “seria” sia nella parte sportiva, quindi con istruttori certificati, sia sul fonte degli eventi serali con artisti itineranti, musicisti, cabarettisti e cast artistici che fanno una tournée vera e propria. Si è modificato molto anche il cliente; oggi ci sono più famiglie e questo ha portato allo sviluppo della parte bambini, con veri e propri club all’interno dello stesso club: si parte dalla nursery fino ai 18 anni con lo Young Club. Il segmento bimbi è al centro. A discapito della fascia tra i 20 e i 35 anni».
La tua clientela è variegata, come si garantisce il massimo per ognuno?
«Abbiamo creato all’interno dell’azienda sette divisioni separate, per sette brand: ognuna – Art for Bluserena, for Th Group, for Veratour, for I Grandi Viaggi, for Futura Vacanze, for Voihotels e quella dove gestiamo i privati – lavora per il cliente in modo esclusivo. Abbiamo messo in piedi sette team ad hoc per non creare concorrenza o diversità. Pensiamo a tutto noi, dall’audio ai costumi, ai materiali e alle scenografie, con le aziende però condividiamo le scelte più strategiche e questo è cruciale».
La fase di recruiting sarà complicata…
«Difficilissima, anche se il nostro 40% di repeater ci agevola. Investiamo soprattutto su Google, cercando di attrarre sempre di più i giovani. Tanti anni fa fare l’animatore era in voga, il mio obiettivo è restituire appeal a questa figura. Ci arrivano circa 30-40mila cv l’anno e c’è un ufficio che li vaglia. Poi li destina ai vari brand per passare all’Art Day, in varie città dove presentiamo l’azienda e facciamo singoli colloqui, o all’Art Selection, due notti sempre in giro per l’Italia con una selezione più lunga. Chi passa va in Academy: una settimana di formazione del personale».
Ci sono i super fedelissimi?
«C’è gente che lavora con me dall’89. E certamente questa grande macchina deve molto alle 60 persone in sede».
Lavorate a nuovi format?
«Sì, ad esempio l’Art Padel Tour. Abbiamo già fatto dieci tappe di tornei tra Marbella, Forte dei Marmi, Sharm. È molto interessante».



