Incidente Alaska Airlines: al portellone Boeing mancavano 4 bulloni

Incidente Alaska Airlines: al portellone Boeing mancavano 4 bulloni
07 Febbraio 11:42 2024 Stampa questo articolo

Al portellone del Boeing 737 Max-9 di Alaska Airlines, esploso in volo lo scorso 5 gennaio, mancavano 4 bulloni che avrebbero dovuto fissarlo alla fusoliera. È quanto riferisce il National Transportation Safety Board degli Stati Uniti nelle 19 pagine del rapporto preliminare sull’incidente, che ha costretto il velivolo a un atterraggio d’emergenza e indotto la Faa a mettere a terra 171 dei 209 737 Max-9 in servizio nel mondo.

Secondo gli inquirenti, il portellone che copriva un’uscita di sicurezza inutilizzata si è spostato e si è staccato, creando un buco nella fusoliera e, di conseguenza, un’improvvisa depressurizzazione. Il pezzo era stato prodotto dall’azienda fornitrice della Boeing, Spirit AeroSystems, e originariamente installato nella fusoliera prima di essere consegnato al colosso Usa. Secondo il rapporto, però, il portellone era stato successivamente rimosso in fabbrica a causa di danni verificatisi durante il processo di produzione.

Alcune fotografie dimostrerebbero che, al momento della reinstallazione, i quattro bulloni di bloccaggio non sono stati rimessi a posto. Nel rapporto, infatti, si legge che «i danni su portellone e cardini, così come l’assenza di danni nelle aree in cui dovevano esserci i bulloni, suggeriscono che i bulloni stessi mancavano prima che la porta si spostasse dalla sua posizione normale».

Quindi – scrive il Corriere della Sera – non c’erano quando l’aereo, nuovo di zecca, è stato consegnato ad Alaska Airlines il 31 ottobre 2023. Primo volo di linea l’11 novembre e fino al 5 gennaio 2024 ha concluso, sempre con il pannello privo dei quattro bulloni, 154 viaggi e 510 ore in quota. «L’indagine – si legge ancora nel rapporto Ntsb –prosegue per determinare quali documenti di produzione siano stati utilizzati per autorizzare l’apertura e la chiusura durante gli interventi». Va ricordato che nei successivi controlli sugli altri 737 Max-9 sia Alaska che United Airlines hanno trovato altri bulloni «allentati».

«A prescindere dalle conclusioni finali, Boeing è responsabile per l’accaduto, ma è già al lavoro per risolvere i problemi – chiarisce in una nota l’ad di Boeing, Dave Calhoun – Un evento come questo non deve accadere su un aereo che lascia la nostra fabbrica. Dobbiamo fare meglio per i nostri clienti e i loro passeggeri. Stiamo implementando un piano globale per rafforzare la qualità».

Spirit AeroSystems ha garantito che resterà concentrata sulla collaborazione con Boeing e con le autorità di regolamentazione «sul miglioramento continuo dei nostri processi e sul rispetto dei più elevati standard di sicurezza, qualità e affidabilità».

Di appena due giorni fa la notizia che Boeing ha rimesso mano ad altri 50 737 Max non ancora consegnati, dopo che un dipendente di un fornitore ha trovato alcuni fori errati sulle fusoliere, anche queste targate Spirit AeroSystems. Un problema che potrebbe comportare ritardi in alcune consegne, anche se gli altri 737, precisa l’azienda, possono continuare a volare.

Intanto, gli azionisti hanno intentato una causa a Boeing «per aver anteposto i profitti alla sicurezza». La società ha riportato risultati del quarto trimestre 2023 migliori del previsto, ma Calhoun ha ammesso di non poter fornire obiettivi finanziari per il 2024.

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L'Autore

Fabrizio Condò
Fabrizio Condò

Giornalista professionista, innamorato del suo lavoro, appassionato di Storia, Lettura, Cinema, Sport, Turismo e Viaggi. Inviato ai Giochi di Atene 2004

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