Ita dovrà assumere 174 dipendenti ex Alitalia, ma senza obbligo immediato

Ita dovrà assumere 174 dipendenti ex Alitalia, ma senza obbligo immediato
18 Settembre 09:00 2023 Stampa questo articolo

«Ita Airways dovrà assumere 174 ex dipendenti Alitalia, 35 dei quali con il grado di piloti o comandanti, ma senza obbligo immediato». Lo ha stabilito il giudice del lavoro di Roma, motivando la sentenza col fatto che la nuova compagnia lavora grazie a una parte di quella vecchia. Ita, come spiega Repubblica.it, non è però obbligata a retrodatare le assunzioni al 14 ottobre 2021, giorno d’esordio della nuova compagnia, ma avverranno ex novo, quando si apriranno le posizioni.

È la terza causa di lavoro che Ita perde e, come già avvenuto a giugno a Roma e a settembre a Milano, viene accertata la continuità aziendale tra vecchia compagnia di bandiera e la newco controllata dal ministero dell’Economia.

Entro sessanta giorni si capiranno meglio le ragioni dell’ultima sentenza, ma secondo corriere.it la decisione potrebbe rendere necessario un intervento del governo per dirimere definitivamente la questione Alitalia-Ita.  Nell’estate 2021 l’Antitrust Ue ha dato il via libera al progetto della nuova compagnia, precisando che è una società diversa dall’ex vettore e dando la possibilità a Ita di rilevare alcuni asset, a partire dal ramo Aviation –  aerei, licenze, slot – poi acquistato per la cifra simbolica di un euro.

Riepilogando, la prima sentenza di giugno obbliga Ita al reintegro immediato di 77 dipendenti — sei hanno conciliato e non saranno assunti — con contratti alle condizioni del nuovo vettore e con il pagamento degli arretrati dal giorno del decollo, 15 ottobre 2021. Un secondo pronunciamento — che riguarda una dipendente — impone l’assunzione riconoscendo anche un arretrato di circa 3.000 euro mensili.

Restano ancora 38 cause pendenti, per un totale di 630 ex dipendenti di Alitalia. Situazioni da non perdere di vista in previsione del parere dell’Antitrust Ue sul via libera all’ingresso di Lufthansa in Ita con una quota del 41% per 325 milioni di euro, che poi salirà al 100% negli anni successivi. Il governo ha più volte sollecitato una decisione in tempi rapidi.

Il timore di Ita è che le cause di lavoro rischiano di rimettere in discussione la partnership e la compagnia tedesca possa esercitare il diritto di recesso. Lufthansa resta però fiduciosa su un parere favorevole dell’Ue, atteso entro fine anno.

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