Italia, hotel inarrestabili: il 79% farà nuovi investimenti

25 Ottobre 09:38 2023 Stampa questo articolo

Oltre ogni aspettativa: così si possono riassumere i risultati del Barometro delle strutture ricettive pubblicato da Booking e Statista. Per tre albergatori su quattro gli sviluppi in termini di tassi di occupazione delle camere sono stati “buoni” o “molto buoni”; la voglia di continuare a svilupparsi e a investire non si placa per il 79% degli intervistati.

Anche le aspettative sul futuro sembrano in continuo miglioramento: si è passati da appena il 36% che diceva di avere aspettative positive o molto positive nell’autunno 2022, al 49% dell’estate 2023, al 63% attuale. Da sottolineare come la percezione degli albergatori italiani rispetto all’andamento passato, presente e futuro della propria attività, nonché l’andamento dell’occupazione e delle tariffe delle camere, superino le medie Ue.

A questi numeri positivi si combina una certa stabilità in tema investimenti. Il 79% degli albergatori afferma di voler continuare a investire come fatto negli ultimi sei mesi, mentre il 15% ha in programma di aumentare gli investimenti e il 3% punta a ridurli.

Anche sul fronte della trasformazione digitale quattro albergatori su cinque dichiarano di voler continuare a investire come fatto nel primo semestre dell’anno, mentre la sostenibilità è l’unico ambito in cui persiste una certa volontà di effettuare maggiori investimenti (23%).

Positività anche per quanto riguarda le politiche pubbliche: il numero di intervistati che considera positivo l’impatto di queste ultime è raddoppiato, raggiungendo il 41%, mentre la percezione dello stesso come negativo è scesa drasticamente dal 49% di qualche mese fa ad appena il 13% attuale. Le politiche relative alla tassazione, quelle sul lavoro e le politiche economiche generali sono quelle che vengono percepite in maniera più negativa dagli albergatori italiani, che sembrano invece apprezzare in particolar modo gli investimenti nel marketing di destinazione, la digitalizzazione della Pubblica amministrazione e gli investimenti nelle infrastrutture.

A livello Ue, i tassi di occupazione delle camere e la tariffa media giornaliera sono aumentati in maniera più evidente per gli hotel rispetto agli affitti a breve termine. Ma anche all’interno del settore alberghiero la ripresa non è uniforme, con le strutture indipendenti che perdono terreno rispetto alle grandi catene: le seconde hanno ottenuto risultati migliori in riferimento a diversi parametri, anche se il divario è comunque in calo.

Europa e Italia sono concordi nel vedere la possibilità di offrire esperienze locali come la principale opportunità per il settore. L’importanza che viene data loro dagli albergatori italiani è aumentata notevolmente rispetto all’indagine della scorsa estate (dal 28% al 64%).

La preoccupazione per le spese di vario genere rimane alta. Crescono quelle per il costo del personale e i costi di produzione, mentre scende – pur rimanendo al primo posto – quella sui costi dell’energia.

Infine, l’intelligenza artificiale non conquista: solo l’8% degli albergatori usa applicazioni basate sull’Ai e scende l’interesse a farlo in futuro (18%). Ciononostante, gli albergatori italiani non sono contrari alla digitalizzazione: il 41% degli intervistati ritiene che la presenza delle loro strutture sulle piattaforme digitali sia uno dei modi migliori per massimizzare l’occupazione delle camere, seconda solo all’offerta di sconti mirati (50%).

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