La Cina riapre le porte a Boeing: sì alle consegne
La marcia su Pechino riprende. Nonostante il caos dazi, dal mese prossimo la Cina tornerà ad accettare le consegne di Boeing, che potrebbe valutare di aumentare la produzione dei suoi jet Max più venduti a 47 al mese entro la fine dell’anno. La notizia è stata riferita dalla Cnbc.
Inoltre, l’amministratore delegato di Boeing, Robert “Kelly” Ortberg, ha minimizzato l’impatto dei dazi, “tit-for-tat” applicati quest’anno ad alcuni dei principali partner commerciali degli Stati Uniti. Lo stesso Ortberg, un mese fa, aveva annunciato che la Cina aveva sospeso le consegne.
Boeing ha pagato dazi sui componenti importati da Italia e Giappone per i suoi Dreamliner a fusoliera larga, prodotti nella Carolina del Sud, ha ricordato Ortberg, aggiungendo che gran parte potrà essere recuperata quando gli aerei saranno nuovamente esportati.
Riguardo alle politiche commerciali in rapida evoluzione, che hanno comportato diverse pause, Ortberg ha sottolineato: «Personalmente non credo che saranno permanenti».
Quanto all’intenzione di aumentare la produzione nel 2025 del suo jet più venduto, il 737 Max, serve l’approvazione della Federal Aviation Administration. Era stata la Faa, infatti, a limitarne la produzione a 38 al mese lo scorso anno dopo il caso Alaska. «L’obiettivo – ha spiegato Ortberg – è produrre 42 jet Max al mese entro la metà dell’anno e valutare poi di passare a 47 al mese circa sei mesi dopo».
La gestione di Ortberg sta suscitando reazioni favorevoli, dopo un anno da dimenticare e la crisi legata alla reputazione e alla sicurezza. Inoltre, Boeing sembra aver trovato una via d’uscita anche nell’inchiesta sui due incidenti mortali del 2018 e 2019.
Le compagnie si lamentano ancora dei ritardi nelle consegne da parte dell’azienda, che li hanno lasciati a corto di aerei durante il boom dei viaggi post-pandemico, ma il ceo di United Airlines, Scott Kirby, ha ammesso alla Cnbc: «Penso che Boeing abbia davvero cambiato rotta».
