La doppia sfida del turismo montano tra sostenibilità e inclusione

La doppia sfida del turismo montano tra sostenibilità e inclusione
09 Maggio 07:00 2023 Stampa questo articolo

Sono anni ormai che il turismo montano nel mondo non gioca più solo un ruolo di comprimario. Anche se mancano dati circostanziati, l’Unwto ha stimato che il peso specifico di questo segmento di turismo incide tra il 12 e il 16% sugli arrivi turistici mondiali e si traduce in un movimento annuale stimato tra 195 e 375 milioni di visitatori. Ed è proprio questo consistente valore che impone attenzione perché il turismo di montagna è forse il settore dove ci si dovrà maggiormente impegnare in termini di sostenibilità e inclusione.

Una doppia sfida che deriva dalle peculiarità delle comunità montane nel mondo abitate – secondo l’Unwto – da oltre 1,1 miliardi di persone che attirano un crescente numero di visitatori, determinando un impatto ambientale da non sottovalutare.

E se le vacanze-natura, le attività outdoor, le vacanze sulla neve e in generale i soggiorni ad alta quota sono le nuove emergenti declinazioni del turismo, per i vertici dell’Unwto occorre impegnarsi per far sì che venga tutelata la ricca bio- diversità e le vivaci culture locali di questi luoghi, ma al tempo stesso incentivare lo sviluppo turistico delle aree montane che presentano enormi potenzialità.

Basti pensare, infatti, che i dieci Paesi più montuosi (in termini di altezza media sul livello del mare) – tra i quali figurano Italia, Austria, Svizzera, Francia e Spagna – accolgono, oggi, solo l’8% degli arrivi di turisti internazionali nel mondo sul totale. Gestirlo in “modo sostenibile” significa far sì che il turismo della montagna aumenti il reddito delle comunità locali e quindi il loro benessere sociale.

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Andrea Lovelock
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