«No ai ricatti, Ryanair via dall’Italia»: la furia di governo e consumatori

12 Settembre 13:28 2023 Stampa questo articolo

«L’Italia è un Paese sovrano, non si fa ricattare da alcuno». Con queste parole il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha risposto agli attacchi sferrati al governo italiano dal ceo di Ryanair, Michael O’Leary, nel giorno della sua doppia conferenza stampa a Milano e Roma.

Oggetto del contendere: l’indigesta (per le compagnie aeree) norma anti caro voli contenuta nel dl Asset, che ha portato la low cost irlandese a ridurre le rotte su Sardegna e Sicilia e, giovedì prossimo, vedrà lo stesso Urso impegnato in un tavolo con le principali controparti.

In campo contro Ryan – e dunque a favore dell’azione dell’esecutivo – l’ente “volante” italiano, ovvero l’Enac, responsabile dell’aviazione civile. Ferme le parole del suo presidente Pierluigi Di Palma, che non ha esitato a definire «surreali» certe dichiarazioni di O’Leary, sottolineando che «per i cittadini delle Isole e delle zone periferiche» e «nei momenti emergenziali è evidente che c’è necessità di un intervento normativo».

Sempre Di Palma, in audizione in Senato sul decreto Asset – ha sottolineato che nel mercato aereo «assistiamo a un fenomeno in cui si creano oligopoli, in particolare nel caso di Ryanair che ha comprato altre compagnie come Air Malta, ma anche di altri, e quindi è evidente che non è più un libero mercato, ma c’è imposizione del prezzo e poca tutela del consumatore».

«Siamo tornati ai tempi di Meridiana e Alitalia in Sardegna, quindi un intervento normativo è assolutamente necessario – ha poi aggiunto – È evidente che il Parlamento dovrà introdurre interventi migliorativi per evitare la “censura comunitaria”, imponendo la possibilità del consumatore di conoscere i prezzi». in anticipo.

CONSUMATORI VICINI AL GOVERNO

Vicina a Urso anche l’Unione Nazionale Consumatori. «Il governo non deve farsi ricattare», ha ribadito in un comunicato il presidente Massimiliano Dona, facendo notare come l’ad Ryanair continui «a non rispondere alla semplice domanda che gli abbiamo fatto fin dall’inizio: ma se non usa gli algoritmi perché si preoccupa tanto di un decreto che si limita esclusivamente a vietarne l’uso, peraltro una tantum, quando conduce a un prezzo di vendita del 200% superiore alla tariffa media del volo?».

«Ora – ha aggiunto – il governo deve fare un passo ulteriore. Deve considerare pratica commerciale scorretta l’uso di tutti gli algoritmi che modificano il prezzo di vendita a seconda della profilazione web dell’utente. Un intervento, quindi, a 360 gradi. Come spiega oggi l’Antitrust, infatti, il divieto del loro uso non comprime la libertà di fissazione delle tariffe o dei prezzi, ma ne impedisce lo sfruttamento abusivo. Insomma, non deve essere possibile che uno stesso bene cambi di prezzo a seconda di chi vuole acquistarlo grazie alla possibilità tecnica di spiare e controllare sul web chi è l’acquirente e alle tracce che ha lasciando navigano su internet».

Presa di posizione anche da parte del Codacons, che ha definito “vergognose” le dichiarazioni di O’ Leary. “Quella di Ryanair – afferma l’associazione dei consumatori – è una vera e propria ribellione alle leggi italiane, e una dichiarazione di guerra al nostro Paese con l’aggravante di ricorrere a minacce e ritorsioni, come il taglio dei voli per Sicilia e Sardegna, che finiranno per danneggiare unicamente gli utenti italiani del trasporto aereo. Per tale motivo riteniamo che il ministero del Trasporti e l’Enac, ognuno per gli ambiti di propria competenza, debbano avviare approfondimenti urgenti circa le decisioni assunte da Ryanair contro il decreto sulle tariffe, arrivando a valutare, qualora ne sussistano i presupposti, la sospensione di tutte le autorizzazioni a operare presso gli scali italiani concesse a Ryanair”.

Anche per Federconsumatori (Nazionale e Sicilia) le parole pronunciate da O’Leary “sono gravissime”. “È facile fare i liberisti, quando hai tutto il mercato: in alcune zone d’Italia quello di Ryanair è un vero e proprio monopolio”, si legge in una nota della federazione che ribadisce come ci sia “qualcosa che non va nell’algoritmo di prenotazione delle compagnie aeree”.

Quello che i consumatori chiedono al governo va anche oltre il dl Asset: “Si faccia una programmazione ad alto livello che risolva il problema alla radice, aumentando l’offerta di voli mesi prima dei picchi di domanda, e non quando gli aerei sono già saturi per la gioia degli algoritmi di Ryanair e delle altre compagnie aeree”.

INTANTO ITA: «AUMENTEREMO I VOLI PER LA SICILIA»

Lato compagnie aeree, da Ita Airways arriva invece una rassicurazione operativa: «Noi manterremo o addirittura aumenteremo il numero dei voli per la Sicilia, in particolare per Catania e Palermo, da Fiumicino e da Linate, e per la Sardegna», dichiara in audizione in Senato Andrea Benassi, il direttore generale della compagnia italiana di bandiera.

«Noi abbiamo garantito la massima disponibilità a capire quali sono le metodologie migliori per garantire l’applicazione puntuale del decreto Asset sul caro voli – conclude – Non ci tiriamo indietro nel minacciare la riduzione di operativo o di voli come qualcun altro ha minacciato o implementato. Garantiremo tutto l’operativo necessario». In attesa, però, del prezioso via libera Ue all’ingresso di Lufthansa in Ita, discusso proprio in queste ore.

 

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