Passaporti lumaca, la denuncia:
mezza Italia ancora in apnea

Passaporti lumaca, la denuncia: <br>mezza Italia ancora in apnea
16 Giugno 07:00 2023 Stampa questo articolo

La maglia nera a Bolzano, sette mesi. Firenze, Napoli e Roma sprintano in testa, con un’attesa massima che oscilla tra le 24 e le 48 ore. Bentornati nel magico mondo del rilascio passaporti, dove si va da un estremo all’altro, è proprio il caso di dirlo, anche dal punto di vista geografico.

Con le vacanze estive ai nastri di partenza, restano le difficoltà per ottenere in tempo il documento o il rinnovo, in base all’inchiesta di Altroconsumo, aggiornata al 6 giugno rispetto a novembre 2022. In sostanza, provando a prenotare in 12 città un appuntamento sulla piattaforma ministeriale, che fornisce le disponibilità presso i commissariati di zona, la situazione non appare migliorata nel complesso. Anzi. La battaglia, combattuta su più fronti – Parlamento, operatori turistici, cittadini – è ancora lunga.

Nelle “trincee” di Bari, Bologna, Genova, Padova, Torino e Milano siamo al classico “ritenta sarai più fortunato”, quindi non si riesce neppure ad avere lo straccio di una data. Ma non è a che ad Ancona e Bolzano sorridano. Nel capoluogo delle Marche tocchiamo i 5 mesi di attesa – due in più rispetto a novembre – e in quello altoatesino addirittura 7 – tre in più –  pari a 230 giorni. Andiamo a vedere nei dettagli.

A Bari, Genova e Padova non è cambiato nulla rispetto a novembre: la disponibilità era una chimera allora e tale è rimasta. Passo indietro, invece, a Bologna, dove sette mesi fa il posto c’era e oggi no. Saliamo di qualche chilometro, a Milano. In città, ovviamente, non si trova un appuntamento nemmeno a pagarlo oro, però c’è la ciambella di salvataggio fuori porta: a Cinisello Balsamo, infatti, c’è posto dopo un mese e mezzo. In ogni caso quadro nettamente peggiorato. Perché a novembre si poteva fissare un appuntamento in questura dopo un mese.

Situazione in alto mare anche a Palermo, dove la prima disponibilità è fra due mesi – a novembre servivano due settimane – e allora meglio guardarsi intorno. Il disperato cacciatore di passaporti esulta quando vede che c’è una possibilità il giorno dopo, ma a Termini Imerese, vale a dire 80 km tra andata e ritorno.

Tutti, insomma, vanno alla ricerca della ricetta magica in uso a Firenze e Napoli, dove si può ottenere il primo appuntamento addirittura il giorno dopo. Roba da record e da far morire d’invidia mezza Italia. Ad un’incollatura segue Roma: l’attesa si allunga di appena 24 ore.

E fin qui l’odissea della prenotazione. Perché poi comincia il secondo atto: il rilascio. In alcuni casi servono anche tre mesi. Tempi lunghissimi che finiscono, ad esempio, per danneggiare il turismo, perché considerando i tempi diventa difficile programmare un viaggio fuori dall’Unione europea. Il Viminale – sollecitato anche dal ministro del Turismo, Daniela Santanchè – ha tentato di tamponare l’emorragia istituendo gli open day, cioè le giornate in cui chiunque può presentarsi in questura senza appuntamento per chiedere il passaporto: il risultato, ovviamente, sono file chilometriche.

Messi spalle al muro da interrogazioni parlamentari e le proteste dei cittadini, ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, e funzionari si difendono strenuamente. Primo motivo dei tempi biblici? La fine della pandemia ha coinciso con il ritorno ai viaggi e, nel contempo, si sono accumulate le richieste di passaporti che erano scaduti. Poi gli effetti della Brexit: se prima per recarsi nel Regno Unito bastava la carta d’identità, ora serve il passaporto.

Sia come sia, pare evidente che il sistema digitale per la prenotazione online non si è rivelato efficace. Inoltre, c’è la cronica denuncia della mancanza di personale, nonché le lamentele per l’esaurimento della carta filigrana per i passaporti. Idee per uscire dall’impasse? I questori propongono di estendere i giorni della settimana in cui gli uffici passaporto sono aperti al pubblico. In Trentino Questura e Comuni si sono accordati per far prenotare gli appuntamenti nei municipi di riferimento ai residenti delle valli. Piantedosi, infine, guarda al progetto Polis di Poste Italiane, che istituirà uno sportello unico di prossimità, per consentire di richiedere i passaporti negli uffici postali dei centri più piccoli.

Resta, comunque, il problema delle richieste improcrastinabili per motivi di salute, lavoro, familiari, di studio o vacanza. In questo caso si può chiedere il documento andando direttamente in questura o in commissariato con una procedura d’urgenza, che va dimostrata esibendo la documentazione specifica.

Al di là di un’accelerazione auspicabile nell’immediato, la situazione resta particolarmente spinosa e allora Altroconsumo sollecita un intervento strutturale sull’intero sistema, per semplificare le procedure di ottenimento e rilascio del passaporto.

L'Autore

Fabrizio Condò
Fabrizio Condò

Giornalista professionista, innamorato del suo lavoro, appassionato di Storia, Lettura, Cinema, Sport, Turismo e Viaggi. Inviato ai Giochi di Atene 2004

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