La creatività italiana è ammirata in tutto il mondo. Lo è meno, quando si tratta di conti pubblici e spese per la difesa. Quindi, no: la spesa per la costruzione del ponte sullo Stretto non può essere conteggiata come spesa militare. Sono stati chiari, in questo senso, gli Stati Uniti, sempre più esigenti, con gli alleati, in fatto di spese militari: non approveranno contabilità creative per il raggiungimento dell’obiettivo di spesa Nato. A dirlo, in un’intervista a Bloomberg, è stato l’ambasciatore statunitense alla Nato, Matthew Whitaker.
Insieme agli altri membri della Nato, l’Italia si è impegnata – durante un vertice che si è tenuto all’Aia, a giugno – ad aumentare la spesa per la difesa al 5% del Pil, per soddisfare la richiesta del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. L’impegno non è dei più semplici: per questo, è stata sollevata l’ipotesi che il progetto da 13,5 miliardi di euro per collegare la Sicilia alla penisola possa essere classificato come spesa per la difesa.
SPESA MILITARE?
«Ho avuto conversazioni con alcuni Paesi che stanno adottando una visione molto ampia della spesa per la difesa», ha dichiarato Matthew Whitaker, in un’intervista al Forum Strategico di Bled, in Slovenia. E «molto importante» che l’obiettivo del 5% si riferisca specificamente alla difesa e alle spese correlate, «non a ponti privi di valore strategico-militare», ha affermato. «Ho seguito la situazione con molta attenzione», ha affermato. “L’aspetto positivo di questa volta, alla Nato, rispetto al vertice del Galles del 2014, è che disponiamo di meccanismi di monitoraggio».
Diversi funzionari e politici italiani hanno valutato la possibilità di classificare il ponte come risorsa militare, che potrebbe quindi essere conteggiata nella spesa Nato. Una delle argomentazioni avanzate è stata che la Sicilia ospita diverse basi militari chiave, comprese quelle utilizzate dalle forze dell’Alleanza atlantica. Un documento governativo di aprile ha descritto il ponte come di «importanza strategica» per la «sicurezza nazionale e internazionale» e ha affermato che «svolgerà un ruolo chiave in un contesto di difesa e sicurezza, facilitando il movimento delle forze armate italiane e alleate».
COSA DICE IL MIT
Il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha risposto che “il Ponte sullo Stretto è già interamente finanziato con risorse statali e non sono previsti fondi destinati alla Difesa. Al momento, l’eventuale utilizzo di risorse Nato non è all’ordine del giorno e, soprattutto, non è una necessità irrinunciabile. L’opera non è in discussione”.
A giugno, il ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, aveva dichiarato: «Le infrastrutture come il Ponte sullo Stretto sono strategiche anche per la sicurezza, da tanti punti di vista. Se investiamo di più in sicurezza, anche alcune infrastrutture strategiche fanno parte di questo piano per la sicurezza».



