Sos personale in agenzia di viaggi: il “modello svedese” come soluzione

Sos personale in agenzia di viaggi: il “modello svedese” come soluzione
06 Maggio 14:13 2024 Stampa questo articolo

Tenere conto della peculiarità delle persone – nella maggior parte donne e mamme – andando incontro alle loro esigenze familiari e di orario. È il modello “svedese” proposto dal presidente Lab Travel, Ezio Barroero, per superare la crisi del recruiting nelle agenzie di viaggi.

Nonostante l’ottimo andamento del comparto turistico, con indicatori in crescita su tutti i fronti, il settore soffre l’assenza di personale qualificato. Una denuncia che arriva dalle stesse agenzie di viaggi, segmento che più di altri ha sofferto la crisi pandemica, con la conseguente perdita di figure professionali a vantaggio di altri settori.

Nei giorni scorsi, in un’analisi pubblicata su alcuni giornali di settore, il fenomeno è stato attribuito a a due fattori chiave: l’esiguità delle retribuzioni e i tempi di lavoro spesso dilatati oltre misura. Tesi condivisa solo in parte da Barroero, che con la rete di consulenti di viaggio (Personal Voyager) Euphemia, fondata insieme a Michele Zucchi, è stato tra i primi a innovare profondamente il settore della distribuzione, proponendo appunto uno stile nuovo.

«I margini esigui del settore – spiega Barroero – spesso non permettono di garantire retribuzioni interessanti ai dipendenti e generano imprese sottodimensionate che comportano turni stressanti e orari dilatati. Una prospettiva del genere scoraggia i professionisti del settore, che vanno alla ricerca di altri lavori, depauperando il nostro, e allontana i giovani, la categoria in assoluto più sensibile al tema della qualità della vita lavorativa. Nelle agenzie esiste ancora un patrimonio di professionalità di valore inestimabile: non si tratta solo di conoscenza tecnica del prodotto, ma anche di talento nella capacità di gestire il cliente e fidelizzarlo».

«Se vogliamo tutelare questa professione – sottolinea Barroero – occorre impostare il lavoro secondo nuovi criteri, che possano offrire prospettive di crescita concrete e possibilità di realizzazione professionale e personale. Bisogna premiare chi si impegna a coltivare negli anni la passione per il turismo, facendola diventare il lavoro della vita. Inutile invocare leggi: sono le imprese che devono cambiare paradigma ed esistono già esempi positivi. Penso al modello svedese, nel quale la qualità della vita professionale diventa il cardine intorno a cui ruota l’organizzazione aziendale».

Questo, prosegue Barroero, «significa, da un lato una remunerazione più allineata alla difficoltà e alle responsabilità del lavoro, dall’altro un migliore equilibrio tra attività lavorativa e vita privata. Negli ultimi anni abbiamo accolto in Euphemia diversi professionisti e professioniste con una lunga storia alle spalle che, dopo anni in agenzia, hanno trovato un modello consono alle loro aspettative e al passo con i tempi. Grazie a loro siamo cresciuti in questi anni ed è per questo che continuiamo ad investire molte risorse per permettere ai nostri Personal Voyager di potersi dedicare esclusivamente alla cura dei loro clienti».

La foto pubblicata è stata inviata dall’ufficio stampa di Lab Travel.
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