Nuove restrizioni di viaggio negli Stati Uniti. Il presidente Donald Trump ha preso di mira altri 20 Paesi, poche settimane dopo aver promesso una nuova stretta in seguito all’arresto di un cittadino afgano, che ha sparato a due soldati della Guardia nazionale a Washington, vicino alla Casa Bianca.
LA PROCLAMATION
La nuova normativa, che entrerà in vigore il primo gennaio, blocca completamente l’ingresso alle persone provenienti da cinque Paesi – Siria, Sud Sudan, Niger, Mali e Burkina Faso – e anche per le persone in possesso di documenti rilasciati dall’Autorità nazionale palestinese (Anp). Inoltre, imposta una restrizione totale ai cittadini di due Paesi precedentemente sottoposti a restrizioni parziali, ovvero Laos e Sierra Leone. L’amministrazione Trump ha inoltre introdotto restrizioni di viaggio parziali per le persone provenienti da altri 15 Stati, prevalentemente africani. Con questi, sono ora 39 i Paesi colpiti dalle restrizioni di viaggio imposte dall’amministrazione Trump.
A giugno, Trump ha istituito un divieto di viaggio per 12 Paesi, tra cui l’Afghanistan, riprendendo l’impegno del suo primo mandato; dopo la sparatoria del mese scorso, ha promesso di «sospendere definitivamente l’immigrazione da tutti i Paesi del terzo mondo». Kristi Noem, segretaria alla sicurezza nazionale, ha dichiarato di aver raccomandato a Trump «un divieto di viaggio totale per ogni dannato Paese che ha inondato la nostra nazione di assassini e sanguisughe».
Le restrizioni di viaggio parziali si applicano ora anche ai cittadini provenienti da Angola, Antigua e Barbuda, Benin, Costa d’Avorio, Dominica, Gabon, Gambia, Malawi, Mauritania, Nigeria, Senegal, Tanzania, Tonga, Zambia e Zimbabwe.
A leggere l’elenco dei Paesi, vecchi e nuovi, colpiti dal travel ban, saltano subito all’occhio Senegal e Costa d’Avorio, così come Haiti e Iran: le loro nazionali parteciperanno ai Mondiali di calcio in programma negli Stati Uniti, in Messico e Canada tra giugno e luglio. A questo punto, senza (gran parte) dei loro tifosi.
La nuova politica si applica anche a coniugi, figli e genitori di cittadini statunitensi, nonché ai visti speciali per immigrati afgani, istituiti per coloro che avevano aiutato l’esercito e il governo statunitense durante la guerra in Afghanistan. Le nuove regole vietano anche l’ingresso a fratelli e figli adulti di cittadini statunitensi, nonché agli studenti internazionali.
Nel complesso, la nuova politica di Trump amplia notevolmente la repressione delle forme legali di immigrazione, con l’amministrazione che limita in tutto o in parte i viaggi da circa il 20% dei Paesi del mondo. La politica rivista amplia notevolmente anche le restrizioni per le persone provenienti da Paesi con divieti parziali, scrive il New York Times.
Recentemente, Trump ha inoltre aumentato i controlli e le restrizioni anche per l’ingresso nel Paese di cittadini dei Paesi occidentali o di altri Stati alleati: è di pochi giorni fa la proposta di controllare le attività sui social negli ultimi cinque anni di tutti i turisti provenienti dai 42 Paesi esentati dal visto, tra cui l’Italia.
La stretta arriva mentre l’amministrazione Trump ha già rafforzato i controlli sulla presenza online per diverse categorie di visti, dagli H-1B agli ingressi per studio e scambi culturali, a pochi mesi dai Mondiali di calcio maschile che si terranno negli Stati Uniti, in Messico e in Canada a giugno e luglio. Senza contare la visa integrity fee, ovvero una tassa di 250 dollari che presto dovrà essere pagata da molti visitatori internazionali, che non riguarderà, tuttavia, i viaggiatori in entrata con l’Esta.
LE CRITICHE
I critici della politica sull’immigrazione di Trump hanno affermato che queste misure sono l’ultima manifestazione del disprezzo del presidente per gli immigrati, in particolare per quelli provenienti da nazioni africane e mediorientali.
«Non dovremmo sorprenderci che il presidente Trump stia continuando a spingere il nostro sistema di immigrazione di nuovo all’epoca in cui gli Stati Uniti applicavano quote razziali», ha affermato Andrea R. Flores, ex funzionaria dell’immigrazione della Casa Bianca durante le amministrazioni Obama e Biden. «Ha costantemente individuato alcune nazionalità come capri espiatori, e la legge sull’immigrazione gli concede troppa discrezionalità per discriminare in base alle sue preferenze».
LE RIPERCUSSIONI
Oltre alle restrizioni di viaggio, il divieto potrebbe avere importanti ripercussioni su persone che si trovano già negli Stati Uniti. Nei giorni successivi alla sparatoria, l’amministrazione Trump ha sospeso tutte le decisioni in materia di asilo per i migranti attualmente presenti negli Stati Uniti; ha bloccato le richieste di green card – il documento per vivere e lavorare a tempo indeterminato negli Stati Uniti – delle persone provenienti da 19 Paesi, per lo più in Medio Oriente o Africa; ha rivalutato le approvazioni di asilo rilasciate durante l’amministrazione Biden; ha bloccato a tempo indeterminato le domande di immigrazione presentate da cittadini afgani e ha impedito agli afgani di entrare nel Paese.



