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Voli green, perchè il Saf è una rivoluzione possibile (e immediata)

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Saf, acronimo di Sustainable Aviation Fuel, ovvero il carburante alternativo prodotto da rifiuti industriali, vegetali e domestici. È la via più rapida per ridurre le emissioni nette di Co2 nel trasporto aereo, ma non vuol dire che sia la via più comoda.

PERCHÉ IL SAF

Nonostante ciò, l’industria dei voli ha già scelto: il tema della sostenibilità non è più rimandabile ed entro il 2050 le compagnie aeree hanno l’obiettivo di essere carbon neutral, ovvero abbattere le emissioni di anidride carbonica.

Per raggiungere questo obiettivo in tempo, anche se il 2050 è dietro l’angolo, l’unica svolta possibile, la rivoluzione immediata, è quella di utilizzare il Saf, in attesa dell’arrivo degli aerei elettrici e a idrogeno.

Il Saf contribuisce a ridurre fino all’80% delle emissioni e può essere utilizzato sui motori degli aereomobili già esistenti. Ci sono due problemi però: il Saf costa molto di più rispetto al jet fuel e la sua produzione è ancora limitata.

LA SPESA PER NUOVI AEREI E IL COSTO DEL CARBURANTE

Secondo uno studio del Parlamento europeo, infatti, l’acquisto di aeromobili con nuove tecnologie dovrebbe portare a costi aggiuntivi (rispetto agli attuali velivoli) di 378 miliardi di euro tra il 2020 e il 2050.

Il report, dal titolo “Scenari di investimento e roadmap per il raggiungimento degli obiettivi Green Deal dell’aviazione entro il 2050” elaborato dalla commissione Trasporti e Turismo del Parlamento Ue, sottolinea che  dei 378 miliardi, cinquanta sarebbero destinati a ricerca e sviluppo, ma “l’aumento dell’efficienza dei nuovi aerei consentirà un risparmio di carburante di 395 miliardi”, sottolinea lo studio.

Così le compagnie aeree hanno dovuto sperimentare varie soluzioni e partnership per finanziare la “svolta green”.

LE MOSSE DEI VETTORI

United ha prima lanciato un fondo d’investimento da 100 milioni di dollari per lo sviluppo di Saf insieme a imprese e consumatori; e ha poi annunciato che sarà in grado di alimentare 50mila voli a partire dal 2028 con il Saf.

Il Gruppo Lufthansa ha introdotto, invece, le Green Fares, tariffe che includono già la compensazione delle emissioni di Co2 legate al volo, utilizzando il 20% di Saf e contribuendo per l’80% a progetti per la protezione dell’ambiente.

AIR FRANCE-KLM E IL PATTO CON IL TRADE

Air France-Klm, tra i Gruppi più attivi sul tema della sostenibilità, ha lanciato il programma Saf Corporate. Le aziende partner del progetto, dopo aver stimato le emissioni di CO₂ associate ai loro viaggi, possono determinare il contributo annuale che desiderano apportare.

La grande svolta di Air France-Klm è che ha aperto il programma anche ad agenzie di viaggi e t.o. In Italia, per esempio, Gattinoni Travel, è stato il primo netowrk distributivo ad aderire al progetto.

Ryanair, invece, ha stretto una partnership con Neste per alimentare un terzo dei voli in partenza dall’aeroporto di Amsterdam con una miscela Saf del 40%.

Perché l’altra grande sfida del Saf è lo stoccaggio e rifornimento. Su questo terreno, però, tocca ad aeroporti e governi impegnarsi per avvicinare il carburante alle infrastrutture e ai vettori.

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