Boeing riduce le perdite.
Il ceo: «2025 anno di svolta»

Boeing riduce le perdite.<br> Il ceo: «2025 anno di svolta»
29 Luglio 14:26 2025

Il 2025 sarà un anno bellissimo. La citazione è spontanea, leggendo le parole dell’amministratore delegato di Boeing, Kelly Ortberg, in occasione della pubblicazione della trimestrale. Problemi alla produzione, incidenti aerei, tagli all’occupazione, cambi ai vertici dirigenziali, perdite finanziarie: eppure, dopo un 2024 horribilis, Boeing ha motivo di essere ottimista.

Il colosso aerospaziale ha infatti ridotto le perdite trimestrali grazie al forte aumento delle vendite: i nuovi ordini sono stati 420, il miglior risultato trimestrale dalla fine del 2023; inoltre, ha consegnato 280 aerei, il miglior risultato dal 2018. Segnali chiari di un miglioramento tangibile per il produttore, che per anni ha oscillato tra una crisi e l’altra.

LA TRIMESTRALE

Nel secondo trimestre, Boeing ha registrato una perdita adjusted per azione di 1,24 dollari su ricavi di 22,75 miliardi, contro attese per una perdita di 1,48 dollari su 21,84 miliardi di ricavi. Il gigante aerospaziale ha perso 176 milioni di dollari nei tre mesi conclusi il 30 giugno, in calo rispetto al miliardo e 90 milioni dell’anno precedente.

I ricavi sono aumentati del 35% dai 16,87 miliardi di dollari dell’anno precedente. Al netto delle voci straordinarie, Boeing ha registrato una perdita di 433 milioni di dollari.

Boeing ha consumato solo 200 milioni di dollari di flusso di cassa libero nei tre mesi, una cifra ben inferiore agli 1,8 miliardi di dollari previsti dagli analisti. Nel corso dell’anno scorso, l’azienda ha bruciato oltre 14 miliardi di dollari di liquidità.

Da allora, gli ordini di aeromobili sono diventati un importante strumento di negoziazione nei negoziati sui dazi statunitensi, con il presidente Donald Trump che ha vincolato molti accordi commerciali agli ordini di aerei Boeing. Il recente accordo con l’Unione europea ha stabilito poi che non verranno applicati dazi su aerei e componenti di aeromobili. Altri accordi, tra cui quelli con il Regno Unito e l’Indonesia, sono stati siglati contestualmente all’annuncio di importanti ordini di jet Boeing da parte di queste nazioni.

Boeing è tornata a produrre 38 dei suoi jet più venduti, i 737 Max, al mese (il numero massimo consentito dalle autorità di regolamentazione statunitensi), un ritmo da mantenere, secondo i dirigenti, per mettersi alle spalle anni di perdite di liquidità.

ANNO DI SVOLTA

«Il cambiamento richiede tempo, ma stiamo iniziando a vedere una differenza nelle nostre performance in tutti i settori», ha affermato Ortberg in una nota al personale, che delinea i miglioramenti in tutte le attività di Boeing.

«Se continuiamo ad affrontare l’importante lavoro che ci attende e ci concentriamo su sicurezza, qualità e stabilità, possiamo affrontare il dinamico contesto globale e fare del 2025 il nostro anno di svolta», ha affermato.

LA MANO DI ORTBERG

Boeing è migliorata sotto molti aspetti sotto la guida di Ortberg, ex dirigente del settore aerospaziale e ingegnere che ha assunto l’incarico di vertice lo scorso agosto. Le consegne di aerei sono migliorate, la produzione è diventata più stabile e persino i ceo di diverse compagnie aeree hanno elogiato la leadership di Boeing.

Nei tre mesi conclusi il 30 giugno, Boeing ha consegnato 150 aerei. L’ultima volta che aveva consegnato così tanti aerei in un secondo trimestre era stato nel 2018, che è stato anche l’ultimo anno in cui Boeing ha registrato un utile annuale.

LE SFIDE

L’azienda ha ancora dei problemi da affrontare. Boeing ha da poco dichiarato che la certificazione, a lungo rimandata, del Boeing 737 Max 7 e del Max 10, rispettivamente il più piccolo e il più grande membro della famiglia Max, probabilmente non arriverà quest’anno, come invece era stato previsto da Ortberg a maggio.

Inoltre, la divisione difesa di Boeing è stata oggetto di accuse negli ultimi trimestri e, a partire da domenica, potrebbe dover affrontare uno sciopero dei lavoratori, dopo che i dipendenti hanno bocciato un nuovo accordo sindacale.

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Patrizio Cairoli
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